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Visualizzazione dei post da agosto, 2018

Ego è il nemico

Sapete quante volte mi sono chiesto : come mai, non riusciamo mai a combinare nulla di buono ? Non ci vuole molto a trovare delle risposte,  a supporto delle nostre intuizioni e riflessioni ! Generalmente, le persone sono convinte che il principale ostacolo ad una vita piena di soddisfazioni e di successo sia il mondo esterno, gli altri, le istituzioni, la burocrazia, e via elencando. In realtà, il principale nemico è invece dentro di noi: il nostro ego. Da giovani, ci impedisce di avere l’umiltà necessaria per studiare, impegnarsi a coltivare i nostri autentici talenti, convincendoci, grazie alla sua arroganza, che ce la faremo in ogni caso. Al raggiungimento del successo, poi, può farci dimenticare i nostri errori, perseverare negli sbagli, ignorare le critiche di altri, favorire decisioni non equilibrate che spesso si rivelano irrimediabili. Portiamo a suffragio della nostra tesi una serie di esempi, dalla letteratura, alla filosofia, alla storia di persone che hanno r

La Decrescita Energetica

“Quando le quantità di bit e di watt - cioè di informazione e di energia - incorporate nelle merci industriali prodotte in massa superano una certa soglia, inevitabilmente generano un’abbondanza che impoverisce. Quest’abbondanza è spesso troppo limitata per essere condivisa, oppure distrugge le libertà e i diritti dei più deboli”. Da quando Ivan Illich scrisse queste parole molta attenzione critica è stata dedicata alla crescita dell’energia consumata dall’umanità. La consapevolezza dei danni sociali e ambientali dovuti alla crescita eccessiva dei consumi di energia si sta lentamente diffondendo. Per più di un secolo le ciminiere e le locomotive fumanti furono il simbolo stesso del progresso. Anche oggi si ritiene che non vi possa essere un alto livello di benessere senza un alto consumo di energia primaria e che siamo ancora lontani dalla soglia critica dove consumo energetico e benessere entrano in conflitto.  Eppure già nel 1896 il premio Nobel Svante Arrhenius aveva calc

La violazione del principio della capacità contributiva

Ecco perché il sistema tributario italiano è illegittimo. In questo pezzo si ripercorrono nuovamente le ragioni per cui gran parte della tassazione nazionale è manifestamente illegittima per violazione di una serie di precetti costituzionali. Illegittimità che si deve anche alla colpevole inerzia della Corte Costituzionale che in materia ha chiaramente mancato di coraggio pronunciando alcuni principi non accettabili in quanto palesemente errati sotto il profilo logico. Prendendo spunto dal proseguo dell’attività processuale nella causa che vede contrapposto il Comune di Pontinvrea al Governo per ottenere la declaratoria di incostituzionalità delle imposte sulla casa voglio riepilogare le ragioni per le quali, a prescindere da eventuali ragioni di opportunità che nulla hanno a che vedere con il diritto e che purtroppo hanno spinto alcuni Magistrati a sostenere il contrario, le imposte sulla casa sono da considerarsi illegittime. La causa pendente nanti al Tribunale di Genova è s

Banchieri e camerieri

La moneta, le banche e la finanza sono il “triangolo delle Bermuda” della nostra società, quando si entra in quell’area maledetta, falliscono gli Stati, scompaiono le aziende e muoiono i cittadini, spesso senza capire neanche perchè.  Solo una piccola percentuale del denaro che usiamo è creato dallo Stato, pari allo 0,3% costituito dalle monete metalliche, mentre tutto il restante 99,7% viene creato dal sistema bancario ed immesso nell’economia solo attraverso i prestiti e gli interessi. In pratica il sistema bancario si è sostituito allo Stato, nell’esercizio della sovranità monetaria, perchè è stato autorizzato a creare moneta dal nulla in modo surrettizio, con questo stratagemma contabile : - la BCE crea moneta al passivo del suo bilancio, banconote e moneta elettronica, mettendo a garanzia i Titoli di Stato all’attivo; - le banche private creano credito elettronico bancario, che noi scambiamo come fosse moneta, al passivo del proprio bilancio, mettendo le nostre garanzie p

Glocal/Glocalizzazione

La definizione più conosciuta della parola “glocale”, e del processo di “glocalizzazione” a essa riferito, è quella introdotta nella prima metà degli anni novanta dal sociologo inglese Roland Robertson, e da lui mutuata dall’Oxford Dictionary of New Words, per indicare i fenomeni derivanti dall’impatto della globalizzazione sulle realtà locali e viceversa. Essa deriva dal termine giapponese “dochakuka”, in origine usato per indicare l’adattamento delle tecniche agricole alle condizioni locali e diffusosi poi negli anni ottanta in riferimento a questioni di marketing come sinonimo di “global localization”, localizzazione globale, per indicare una prospettiva globale adattata alle condizioni locali. Partendo da questo spunto semantico, Robertson allarga lo spazio della questione del rapporto dialettico tra globale e locale ai diversi ambiti intellettuali e prasseologici. Il globale non è di per sé contrapposto al locale; piuttosto, quello che è generalmente considerato locale è e

La nave, il ponte, una storia tutta italiana.

Ho l'età giusta per affermare che le cose cambiano, spesso il cambiamento cancella momenti di vita vissuta, ed è doloroso. Doloroso perchè,  di quello scafo, di cui oggi non rimane più nulla , posso  con l'immaginazione ripercorrere : la sala macchine, i saloni, rivedere le cabine, le piscine, le persone .... e questo è il sogno che mi accompagna. La chiglia della Eugenio C fu impostata il 10 Gennaio 1964, e fu varata il 21 Novembre dello stesso anno. La consegna alla compagnia avvenne a Genova il 22 Agosto del 1966 . Per chi ci ha lavorato come me, era evidente che man mano passavano gli anni,  i costi di esercizio e di manutenzione aumentavano a scapito della redditività. Il trascorrere del tempo lascia dunque dei segni e la consapevolezza che nulla è eterno.  La demolizione è avvenuta nell'ottobre 2003 ad Alang. E qui la storia dell'Eugenio perde il suo fascino per diventare una delle tante storie di chi si libera di tutto ciò che più non fa profitto .

E se non fosse tutta colpa dei Benetton ?

Troppo spesso ci contentriamo sulle persone perdendo di vista il problema. Immigrazione, disuguaglianze diffuse, avanzata di movimenti xenofobi con coloriture nazi-fasciste, lavoro sempre più flessibile, disoccupazione più o meno diffusa in molti Paesi soprattutto tra i giovani, ceti popolari e classi medie in rivolta. Il XXI secolo si sta rivelando un secolo di regresso sociale e i popoli occidentali, non soli, scendono in piazza a contestare la globalizzazione e i suoi effetti devastanti. Da più parti si protesta e si contesta quella forma di capitalismo ultra-liberista che sta alla base della globalizzazione. Sul banco degli imputati sta il capitalismo e l’accusa è di essere venuto meno a ciò che prometteva: un mondo migliore, con meno ingiustizie e disuguaglianze sociali. Sotto accusa la politica che ha asservito la finanza in tutti questi anni , tradendo il ruolo sociale che dovrebbe svolgere, secondo i dettami costituzionali. I Benetton sono in buona compagnia. La stagn

La Matrix Europea di Francesco Amodeo

”Giornalista d’inchiesta svela importanti retroscena su Autostrade per l’italia: Partiamo dall'inizio. Perché una società strategica per gli italiani, con un fatturato annuo di oltre 6 miliardi di euro e introiti certi - che sono aumentati vertiginosamente negli anni com’era prevedibile - sia stata ceduta ad imprenditori privati ? Facciamo un passo indietro: e’ il 1992 il Cartello finanziario internazionale mette gli occhi e le mani sul nostro paese con la complicità e la sudditanza di una nuova classe politica imposta dal Cartello stesso. Il loro compito è quello di cedere le banche ed i gioielli di Stato italiani ai potentati finanziari internazionali anche attraverso il filtro di imprenditori nostrani. E’ l’anno della riunione sul Britannia quando il gotha della finanza internazionale attracca a Civitavecchia con uno yacht della Corona inglese. Sono venuti a ridisegnare il capitalismo in italia a danno degli italiani, a fare incetta delle nostre migliori azien

Genova, avere il coraggio di dire la verità.

Ricordo una frase che mi aveva riportato circa 10 anni fa l'Arch Savonese Giorgio Mallarino :  Professor N.Gucci:   “Il cemento armato non è altro che una bomba ad orologeria”.     Non sarebbe la prima situazione critica che mi ritrovo a segnalare : clima , energia, disssesto idrogeologico .... , ci sarebbero pure interventi per affrontare ogni situazione, purtroppo è assai difficile trovare interlocutori disposti ad ascoltare, e ad intervenire. Mi sono per questo attivato in questo blog a segnalare quali sono i blocchi psicologici e finanziari ( che è possibile superare ) che bloccano il cambiamento....   Augusto Anselmo  Riporto questo articolo:  «La sequenza di crolli di infrastrutture stradali italiane sta assumendo, da alcuni anni, un carattere di preoccupante regolarità. L'elemento in comune è l'età (media) delle opere: gran parte delle infrastrutture viarie italiane (i ponti stradali) ha superato i 50 anni di età, che corrispondono alla vita

Vajont la diga assassina

8 ottobre 1963 Diga del Vajont.  Non tutti sanno che...La S.A.D.E. ( Società Adriatica Di Elettricità ) aveva fretta. Aveva fretta di farsi pagare dallo Stato per la sua "nazionalizzazione" e per questo accelerò i tempi della diga nonostante ci fossero i dati di instabilità delle rocce.  La S.A.D.E. VOLEVA consegnare a tutti i costi l'opera per poi farsi liquidare ed essere inglobata in quel processo di nazionalizzazione e confluire nella costituenda ENEL che aveva il compito di di assorbire ben 1.270 imprese private esercenti attività elettriche.  Sino ad allora l'elettricità era gestita da aziende di dimensione media, talvolta anche piccola, sparse sul territorio, in qualche modo collegate e controllate da poche aziende più grandi. Nel 1960 ci fu un importante convegno sulla nazionalizzazione dell'industria elettrica, organizzato dagli Amici del Mondo e sostenuto dal Partito Radicale.  La relazione introduttiva fu tenuta da Eugenio Scalfar

La banca, le monete ...e il debito

La nostra moneta ufficiale, l’euro, come tutte le altre monete a corso forzoso, la cui accettazione è imposta dalla legge, è una moneta basata sul debito. Lo stato, che ogni anno deve adeguare la quantità di moneta in circolazione, necessaria per lo scambio di beni e servizi, si indebita con la banca centrale che stampa il denaro, emettendo titoli di debito (Bot, BTP, CCT ecc.) per un pari importo e sui quali deve pagare anche un tasso di interesse. Ora noi sappiamo che questa è una truffa bella e buona perché se la moneta deve essere solo la rappresentazione “cartacea” dei beni e servizi, ovvero della ricchezza prodotta in un territorio, la sua funzione dovrebbe essere praticamente neutra e non gravata da un debito a cui si devono aggiungere perdite più i dannosissimi interessi. La moneta quindi appartiene di diritto a chi lavora, produce e contribuisce in qualsiasi modo al benessere collettivo, è il caso delle casalinghe per il sostegno dato alla famiglia, degli anziani per il

Proprietà collettive e usi civici

Il carattere fondamentale di queste situazioni di appartenenza fondiaria collettiva, sta, appunto, in questo dato giuridico, costituito dal titolo dell’appartenenza; cioè che esse non risultano formate per atti negoziali o per volontà di soggetti determinati, ma, per apprensione originaria del suolo da parte di una comunità. L’apprensione, o l’appartenenza originaria dei beni alla comunità, si traduce in conseguenza in un regime dei beni tale da sottrarli alla disponibilità dei singoli e trasmetterli alle generazioni future. Questa specie di proprietà collettiva, pur nelle diverse sue manifestazioni, che si vanno ad analizzare brevemente, nelle quali elementi di diritto pubblico e di diritto privato si riscontrano in diversa misura, si ascrive piuttosto alla sfera pubblicistica, per il dato fondamentale e caratterizzante dell’indisponibilità del diritto d’uso e di godimento della cosa, da parte del singolo partecipante alla comunione (del membro del gruppo) e dell’assenza in ass

Sviluppo locale di tipo partecipativo

Tutta una serie di attività e beni comuni sono stati sottratti alle comunità dal capitalismo… Tale capitale in mano alle multinazionali è diventato immenso mentre pochi di tali beni sono rimasti bene comune; prima, al contrario, tanti erano i beni comuni e pochissimo era il capitale. Oggi, sostengono gli autori, urge ribaltare questa situazione giacché ha determinato gli sconquassi ecologici che conosciamo. Gli autori ci ricordano l’impoverimento di intere aree, comunità, regioni del pianeta e lo smodato consumo di risorse da parte di alcune aree del pianeta: ad esempio, se tutto il pianeta avesse lo stesso consumo degli Stati Uniti non basterebbero cinque pianeta Terra a sostenere il consumo di questo Stato, consumo che viene, per fortuna, compensato da altri paesi che consumano molto meno . La capacità del sistema Terra di riciclare i consumi dell’uomo (“Antropocene” viene definita dagli autori l’epoca del presente disastro ecologico) è stata superata. Oggi l’u

Cartamoneta di stato: 500 lire

L’idea di emettere biglietti di stato a corso legale senza bisogno di chiedere banconote in prestito via Bankitalia-Bce, fu di Aldo Moro, che intendeva assolvere ai bisogni del popolo italiano, con l'emissione Sovrana, senza debito, di cartamoneta a corso legale.  Fu così che i governi Moro finanziarono le spese statali, per circa 500 miliardi di lire degli anni ‘60 e ‘70, attraverso l’emissione di cartamoneta da 500 lire “biglietto di stato a corso legale” (emissioni “Aretusa” e “Mercurio”). La prima emissione fu normata con i DPR 20-06-1966 e 20-10-1967 del presidente Giuseppe Saragat per le 500 lire cartacee biglietto di Stato serie Aretusa, (Legge 31-05-1966). La seconda emissione fu regolata con il DPR 14-02-1974, del Presidente Giovanni Leone per le 500 lire cartacee biglietto di stato serie Mercurio, DM 2 aprile 1979. Moro per arrivare all'emissione di monete cartacee usò un doppio escamotage: l'Italia poteva emettere monete ma non banconote (c