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Visualizzazione dei post da giugno, 2019

ANCHE LO STATO PAGA LE TASSE A SE STESSO CON PARTITA DI GIRO

MA QUANTE E COME ? 388 MLD DI EU L’ANNO E COSA SIGNIFICA QUESTO ? Quando lo Stato paga una fattura ad un suo fornitore, paga come tutti noi le imposte indirette, 64,8% e l’Iva, 22% che ci sono all’interno del prezzo. Quando lo Stato paga gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni, paga lui le tasse, irpef dal 23%, e l’inps, 33% su tutti i redditi (contributo inps non per i pensionati). Ora, quando lo Stato paga le tasse sulle fatture dei fornitori, questi soldi pagati, verranno incassati dalle imprese e poi riversati allo Stato l’anno successivo insieme alla dichiarazione dei redditi del fornitore stesso.  I soldi delle imposte e dei contributi dei dipendenti pubblici lo Stato non li versa al dipendente, l’Irpef lo trattiene, ma lo mette in conto spesa, come se lo avesse pagato, l’Inps lo sposta dalle casse dello Stato alle casse dell’Inps. Entrambi gli importi figureranno sia come uscite che come entrate. Gli importi complessivi tra tasse, imposte e cont

Perchè siamo entrati nell'euro ?

Come è accaduto che siamo stati fagocitati in una struttura sovranazionale, l’Unione Europea? Quale manifestazione hanno assunto, in questo contesto europeo, la moneta e la banca centrale, rispettivamente l’euro e la Banca Centrale Europea? Quale visione complessiva emerge dai Trattati e sugli ulteriori meccanismi di distruzione economica messi in atto negli ultimi anni? Non è facile sintetizzare gli aspetti fondamentali del sistema di potere europeo e le loro conseguenze sugli Stati e le popolazioni. Abbiamo cercato di farlo in modo di rendere il più comprensibile possibile queste dinamiche, che è fondamentale vengano afferrate da un numero sempre maggiore di persone. Questo non è un saggio sulla storia dell’Unione Europea, che richiederebbe una lunga disamina; ci limiteremo a riportare per sommi capi le  fondamentali tappe storiche della costruzione dell'edificazione comunitaria. DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE A MAASTRICHT Dopo la Seconda Guerra mondiale, dal cosidd

Storia universale dell’invidia politica

Qualcuno – forse un moralista francese del Grand Siècle, ma va’ a ricordarti – ha osservato che la differenza tra il paganesimo schietto degli antichi e le sofisticherie dei nostri moderni gaudenti consiste in questo: che i Greci e i Romani si accontentavano del letto, a noi serve pure l’armadio a specchio. Gigioneggiare con i nostri vizi sembra essere ormai una parte irrinunciabile del piacere di coltivarli.  Prendiamo, per comodità d’inventario, la lista dei sette peccati capitali, che ha già offerto lo schema per un film di serial killer e per una fortunata linea di gelati allo stecco. - Della gola ci si compiace volentieri, con un accorto dosaggio di vanità e commiserazione, sperando di suscitare negli altri lo sguardo di divertita indulgenza che spetta ai bambini impiastricciati di cioccolato. - Della lussuria , neppure a parlarne: è quasi un obbligo sociale dare a intendere che sotto le apparenze miti di gentiluomini o colletti bianchi siamo magnifiche e i

l capitalismo ci vuole soli e divisi. L’antidoto è l’amicizia.

C’è una scena, alla fine de Le conseguenze dell’amore, che mi ricorda sempre una lettera scritta qualche anno fa da un amico, mentre già vivevamo da tempo lontani. È quella finale, in cui il protagonista viene fatto scivolare nel cemento. Nella sua vita non c’è il calore di una famiglia, di una casa, di una compagna. E allora pensa al suo migliore amico, che non vede e non sente da decenni. “C’è qualcosa in un’amicizia che non si può ridurre alle cose visibili,” mi ha scritto questa persona, “qualcosa come una scelta, avvenuta chissà quando.” “Per questo,” proseguiva, “i cavalieri sono fratelli in armi dall’istante del giuramento. L’amicizia è l’inizio di un tempo diverso, in cui si diventa adulti, e si prova insieme nostalgia per le cose perdute e l’angoscia eccitante di un’età nuova.  Secondo Aristotele, che dedicò al tema due libri, l’amicizia non c’entra nulla con concetti come il “piacere” o “l’utilità”: è invece un rapporto che si instaura tra “buoni”, ovvero tra coloro

Euro, arriva la conferma dell’UE: ci hanno sempre truffato

Finalmente arriva la risposta all’interrogazione presentata dall’Europarlamentare  Marco Scurria sulla natura giuridica dell’€uro, e finalmente arriva la conferma: ci stanno truffando. Ci hanno sempre truffati. Ma andiamo per ordine. Marco Scurria aveva chiesto chiarimenti sulla risposta data dalla commissione europea alla prima interrogazione sulla proprietà giuridica dell’euro presentata dall’ On Mario Borghezio, nella quale si affermava che nella fase dell’emissione le banconote appartengono all’Eurosistema, mentre nella fase della circolazione appartengono al titolare del conto su cui vengono addebitate.  Attenzione perchè le parole negli atti ufficiali e nel linguaggio tecno-eurocratico vanno soppesate per bene. Quindi il commissario Olli Rehn rispondeva a Borghezio che la proprietà delle banconote cartacee (dove troviamo ben impressa in ogni lingua dell’Unione la sigla della Banca Centrale Europea) è dell’ EUROSISTEMA. Ma cos’è quest’Eurosistema? “L’Eurosistema è composto

Banca pubblica o privata?

 Questo è il dilemma Grazie a un articolo del Prof Bagnai torna alla ribalta la questione: “la banca centrale deve essere pubblica o privata” ? ( http://goofynomics.blogspot.it/2016/05/la-proprieta-della-banca-ditalia.html). L’ articolo ci riporta a quanto affermava Auriti sul fatto che “ è indifferente se l'usuraio sia pubblico o privato, resta sempre usuraio” . Su questo tema ne scrivemmo già nel 2013  http://www.giacintoauriti.eu/notizie/35-i-giochi-di-potere-ed-i-diktat-della-bce-allo-stato-italiano.html , ricordando la legge 262/2005 che, al comma 10 dell’ art 19 prevedeva la pubblicizzazione di Banca d’Italia. Tale provvedimento fu vanificato dal d.l. 133/2013, mediante il procedimento della tagliola, ossia senza discussione. Decreto legge che ha modificato lo Statuto della Banca d'Italia ed i criteri delle quote di partecipazione, escludendo di fatto l'organismo pubblico. Il tutto per assecondare quelle che sono le regole imposte dai Trattati Europei su

La tempesta perfetta

Troppo occupati dai problemi di casa nostra non vediamo quello che accade al di là delle nostra mura, eppure ci sono segnali preoccupanti che stanno indicando un cambiamento globale. Il mondo intero sta andando a passi lenti verso una nuova crisi senza precedenti, e senza che neppure sia stata ancora, per lo meno in Italia, metabolizzata quella precedente, una crisi che sarà più catastrofica e devastante di quella iniziata nel 2007, e questa volta forse avrà il suo epicentro proprio in Europa.  Puoi scendere da una giostra senza prima fermarla ? I segnali di un collasso tedesco sono evidenti da tempo, anche se i dati economici reali sono di questi ultimi mesi con la contrazione delle espotazioni (-3,4%) e della produzione industriale (-1,9%). Deutsche Bank, la più importante banca tedesca, quella che – vale la pena ricordarlo – ha speculato sullo spread tra il 2010 e il 2011 per far cadere l’ultimo governo Berlusconi, è da tempo al centro di scandali internazion

Centinaia di turbine alimentate da acqua potabile

In Svizzera, le centrali idroelettriche alimentate da acqua potabile hanno una lunga tradizione.  Già prima che esistesse una rete elettrica pubblica, gli albergatori engadinesi avevano installato turbine nelle condotte dell’acqua per offrire ai propri ospiti la luce elettrica.  Da allora, questa semplice forma di produzione di elettricità ha trovato una diffusione sempre maggiore.  Nel solo periodo successivo al 1990 sono state costruite in Svizzera circa 100 nuove centrali idroelettriche alimentate da acqua potabile, che producono complessivamente circa 60 milioni di kWh di energia elettrica sufficiente per circa 12'000 economie domestiche.  Secondo un rilevamento dell’Ufficio federale dell’energia, continua a sussistere un potenziale non sfruttato del medesimo ordine di grandezza.  Se tutte le possibilità di turbinaggio dell’acqua potabile considerate economiche fossero effettivamente sfruttate, si potrebbe fornire un importante contributo al raggiungimen

Analfabetismo economico e pensiero magico

È capitato a tutti di sentirsi smarriti in mezzo alle discussioni di politica economica che imperversano da mesi in televisione e sui giornali italiani. Durante la durissima trattativa sul Def, autorevoli economisti e sedicenti tali hanno discettato per giorni sulla differenza fra un deficit programmato dell’1,8 e del 2,4 per cento, sugli effetti che questo avrà sullo spread e sulle tasche dei cittadini, sull’importanza di fare ‘ripartire il Paese’ o piuttosto di rispettare i vincoli europei. I loro argomenti sono entrati nelle nostre case, e così ci siamo trovati a parlare con famigliari, amici e colleghi di austerità, di moneta, di vincoli europei e di politiche keynesiane.  Purtroppo quando si parla di economia quasi tutti i cittadini italiani si trovano ad affrontare fenomeni e ragionamenti che non sanno da che parte prendere.  Le indagini dell'Ocse segnalano che gli italiani sono agli ultimi posti nell'educazione finanziaria.  Adulti intelligenti, c