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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

L’attuazione della Costituzione ed il diritto ad avere diritti

DDL RODOTA’, LEGGE POPOLARE, AZIONARIATO DIFFUSO   Dopo oltre 10 anni dal disegno di legge delega, frutto del lavoro della Commissione Rodotà e dopo oltre 7 anni dal referendum del 2011, meglio conosciuto come “referendum per l’acqua pubblica”, la situazione che viviamo è quella di un Paese che continua ad essere sempre di più esposto al rischio che il neoliberismo, con i suoi strumenti di privatizzazione selvaggia di ogni bene e servizio pubblico, affondi il colpo finale. Possiamo quindi dirci consapevoli che l’azione popolare, quella che in attuazione della Costituzione ci chiama ad esercitare la nostra sovranità, sia quanto mai urgente; e che si è accumulato certamente un ritardo che va recuperato. In questo contesto si inquadra l’iniziativa promossa dai componenti della Commissione Rodotà che viene portata avanti da un Comitato popolare per la difesa dei beni pubblici e comuni. Un’iniziativa che si prefigge tre importanti obiettivi, il raggiungimento dei quali è unicam

CHE COSA CI NASCONDONO, DI COSA NON PARLA MAI NESSUNO ?

Politici, giornalisti, esperti, che parlano solo di aria fritta e raccontano un sacco di balle alla gente, ma neppure quel foltissimo gruppo di dissidenti del sistema che parla in continuazione di Matrix, Moneta, Banche, che fanno conferenze, scrivono e vendono libri, ma non vanno mai al noccolio della questione che è di una semplicità disarmante. Perche non lo fanno, per ignoranza, per malafede, oppure perche sono argomenti intoccabili ? Sono due gli aspetti che condizionano la nostra vita, il primo è quello economico, quanto guadagniamo, quanto costano i beni e servizi di cui abbiamo bisogno, qual’è la qualità di questi beni e servizi, in particolare il cibo, la salute e la sicurezza. Il secondo è l’aspetto collocativo, occupazionale, cioè chi siamo, quanti siamo, e dove ci collochiamo, se all’asilo, a scuola, al lavoro, in pensione o in disoccupazione. L’aspetto Economico L’economia di un paese è data dalla capacità produttiva in rapporto alla tassazione Più sono alte le

I ventenni di oggi sono la generazione più povera della storia italiana

L’Italia è un Paese di disuguaglianze non solo perché spesso vengono usati due pesi e due misure nei confronti di diversi gruppi sociali, come stanno imparando gli immigrati sulla propria pelle, ma anche perché la ricchezza è mal distribuita. Non si tratta solo del divario fra Nord e Sud, una questione già di per sé problematica. C’è un’altra divisione economica che attraversa la penisola e non fa distinzione di accenti o cultura: quella su base anagrafica. Che i giovani affacciatisi da poco sul mondo del lavoro guadagnino meno di lavoratori con anni di esperienza alle spalle è cosa normale. Non possiamo definire normale, però, una situazione in cui questo divario si fa cronico, acuendosi e scavando una divisione sempre più profonda fra i più giovani e i più anziani, di una possibile guerra generazionale.  Secondo una recente ricerca, elaborata dall’università di Bologna seguendo i dati della Banca d’Italia, nel nostro Paese sono i sessantenni a detenere gran parte del reddito na

PROLETARI D’ITALIA, DOVE SIETE FINITI?

Vi ricordate di cosa erano ricchi i poveri, una volta? Di una cosa sola: i loro bambini. Se ne erano accorti per primi i nostri gloriosi antenati inventori di una Repubblica che giunse a dominare il mondo allora conosciuto, cioè Roma. Agli antichi romani, infatti, si deve l’invenzione della parola “proletari”. Essa designava la classe più sfigata in assoluto che, nella graduatoria delle gerarchie sociali di allora, si collocava addirittura al sesto posto, dopo le cinque principali: quelle dei possidenti dell’ordinamento centuriato. E tuttavia, i romani, che erano idealisti ma anche pragmatici il giusto si erano accorti di una evidenza: per quanto poveri, quelli della sesta classe, qualcosa pur possedevano, dopotutto: i propri figli.  In una società schiavista, come tutte quelle antiche, l’essere umano era molto più spesso oggetto che soggetto di diritti. Dunque, veniva abbastanza naturale collegare la figliolanza alla merce. E annetterla, di conseguenza, a que

Senzatetto: un popolo di 700 mila persone che fa vergognare l’Europa

 Aumento dei poveri e senzatetto in Europa, solo la Finlandia con 5 milioni di abitanti ha un valore positivo. Vorrei chiedere ai sostenitori di + Europa , sapete leggere i numeri ? Non è abbastanza chiaro che il modello economico che conosciamo ha i giorni contati ? Ne sapete immaginare un'altro ? Un richiamo a tutti quei parlamentari inetti, che parlano e trattano del nulla, saranno spazzati via dalla storia ! Ps per la maggior parte l'unica cosa che conta è lo stipendio l'ego personale e la ribalta mediatica. 😠 Nell'Unione europea centinaia di migliaia di uomini e donne dormono in strada o in rifugi d'emergenza ogni notte. In tutto, si stima che il numero dei senzatetto dal 2009 sia aumentato del 70 per cento. Il 10,4% della popolazione totale dell’Unione europea è schiacciato dai costi di alloggio (almeno il 40% del reddito familiare). Il 4% della popolazione totale vive in case inadeguate. Il 7,8% non è in grado di mantenere una temperatura adeg

Il malloppo

QUANDO PARLARE DI CERTE COSE STANCA......... Il rischio di parlare e di scrivere sul malaffare italiano corre sul filo del rasoio dell'indifferenza specialmente quando ci si abitua a tutto, è come la morte in guerra,alla fine a forza di vedere massacri, i morti ammazzati sono solo un conteggio statistico. L'assuefazione è l'arma più potente che il potere, qualsiasi potere, utilizza senza sparare un solo colpo, una trappola insidiosa che ammorba le coscienze e le getta nello sconforto, la normalità dei nostri tempi è così sconfortante che l'impotenza è la situazione in cui anche i più intraprendenti si trovano, loro malgrado, a sperimentare. Tutto questo vivere in mezzo al lezzo non tocca il singolo fino a che ciascuno non sperimenta su se stesso questo stato di cose ed è solo allora che per breve tempo l'ipnotizzato acquista un pò di lucidità ma solo un po', l'ammorbamento dopo riacquista forza e la narcosi di ognuno diventa una vera e propria narcosi col

IL BIVIO, FORSE IL PIÙ' IMPORTANTE DELLA STORIA DELL'UOMO.

SIAMO TUTTI COINVOLTI, SIAMO TUTTI RESPONSABILI DI CIO CHE ACCADRÀ' NESSUNO SI SENTA ESCLUSO, NESSUNO SI SENTA INNOCENTE, PERCHÉ' TUTTI POSSIAMO FARE QUALCOSA PER CAMBIARE LA STORIA. NON C'E' BISOGNO DI ESSERE VIOLENTI, BASTA DAVVERO POCO PER FAR SALTARE IL SISTEMA. Purtroppo c'è ancora molta, troppa gente che non sa neppure cosa sta succedendo attorno a loro, sanno solo che dei politici italiani, dei politici in generale, non ci si può proprio fidare (e su questo come si fa non essere d'accordo con loro?!). La maggior parte delle persone, quasi tutte, pensa che la politica di questo paese, e non solo di questo paese, sia solo in mano a dei ladri, a dei farabutti marci e corrotti, dei cialtroni opportunisti, mercenari e "impiegati" super pagati, senza etica, senza morale e senza scrupoli al soldo di banche, multinazionali e lobby finanziarie, nella migliore delle ipotesi sono dei veri inetti e incompetenti. Eh sì, questa è di certo l'unica cosa

Ue, che succede se i trattati europei vanno in conflitto con la Costituzione?

Si è spesso discusso del rapporto dei trattati europei con la Costituzione italiana. Di solito, il dibattito si concentra sulla cosiddetta gerarchia delle fonti . Significa chiedersi se, e quando, una legge viene prima di un’altra, fa cioè premio la prima sulla seconda così da subordinare l’applicazione di quella meno “forte” rispetto a quella “sovrastante”. In termini pratici, cosa accade quando un principio o una regola europea confliggono con i principi e le regole italiane? Soprattutto, cosa accade quando questo conflitto coinvolge la nostra Costituzione ?  La giurisprudenza della Corte Costituzionale, dopo una qualche oscillazione, si è assestata su una “linea del Piave”: le norme europee , quand’anche direttamente cogenti come nel caso dei regolamenti (licenziati dal Consiglio e dal Parlamento europeo su iniziativa esclusiva della Commissione) non possono mai “vincere la partita” con i principi inviolabili contenuti negli articoli da 1 a 12 e con i diritti f

La stampa italiana !

Un simpatico elenco di editoriali della stampa Italiana, non esiste la più piccola riflessione del perchè siamo arrivati a questo punto , se non un ripetersi infinito di banalità: “Deficit, pronta la procedura Ue”, “Europa, pronta la stangata”. “E dall’Europa arriva la bufera”.  “È arrivata la bufera, è arrivato il temporale, chi sta bene e chi sta male, e chi sta come gli par”.   “Ecco il documento che inchioda il governo: tutto da rifare sui conti… Un bagno di realtà dopo mesi di propaganda…  “L’Italia è fuori da tutti i parametri Ue coperti dal rapporto che porterà all’apertura della procedura sui conti del 2018”  “La Commissione oggi raccomanderà l’apertura della procedura, poi spetterà alle capitali confermarla”. “Non bastano le promesse di Tria di ricavare risparmi dal reddito di cittadinanza e quota 100 sul 2019 e di trovare (generiche) misure alternative all’aumento dell’Iva. L’Europa vuole i fatti”.  “Debito e Pil, Italia ko. E adesso Bruxelles ci può c

Il ritorno delle classi sociali.

Le classi sociali sono un retaggio del Novecento. Errato. La suddivisione in classi per la popolazione europea è attuale e alimentata da disuguaglianze e polarizzazione. Lo sostengono due sociologi francesi, Alexis Spire (EHESS and CNRS), Etienne Penissat e Cédric Hugrée, CNRS, Centro di ricerche sociologiche e politiche), autori del libro “Les classes sociales en Europe – Tableau des nouvelles inégalités sur le vieux continent” . In una giornata in cui a Bruxelles tutte le attenzioni sono concentrate sul totonomi per i posti chiave nelle istituzioni europee, dalla Commissione alla BCE, passando per il Consiglio e la presidenza del Parlamento europeo, 60 coraggiosi sono riusciti a passare i controlli di sicurezza e accedere al Club de la Presse de Bruxelles per un evento organizzato congiuntamente dalla Fondazione per gli Studi Progressisti Europei ( FEPS ) e da Solidar , il network europeo delle organizzazioni della società civile per la giustizia e il progresso sociale.

Osare dichiarare la morte del capitalismo, prima che ci trascini tutti con sé

Se “è l’essere sociale a determinare la coscienza, non viceversa”, allora si può arrivare a conclusioni identiche pur partendo da premesse totalmente differenti. Naturalmente bisogna pensare con coerenza ed onestà intellettuale, senza cercare “soluzioni ad hoc” che riducano la difficoltà di far coincidere andamento oggettivo del mondo e desideri individuali o collettivi. Il “princìpio speranza”, insomma, è l’anticamera della disperazione. Monbiot parte dall’ambiente, mentre noi comunisti siamo storicamente sempre partiti dallo sfruttamento del lavoro. Entrambi i termini – lavoro umano e natura – si pongono allo stesso tempo come risorse e limiti del capitale. Il capitalismo usa questi fattori per crescere, ma arriva oggettivamente al punto in cui un ulteriore salto di qualità nello sfruttamento di queste risorse diventa fisicamente impossibile e quindi si apre la crisi del sistema di produzione capitalistico. Sul piano dello sfruttamento del lavoro umano – unica f

M.E.S. in forma sintetica e parole chiare

MES, Meccanismo Europeo di Stabilità – Una microscopica sintesi di Francesco Neri Il file può essere scaricato qui in formato pdf stampabile qui Stabilità? Questo meccanismo ci chiede una contribuzione per creare un fondo comune in caso una delle nazioni europee dovesse trovarsi in difficoltà.   Imperia: in piazza Dante la protesta contro il "MES" (Meccanismo Europeo di Stabilità) Primo fondo , 700 miliardi di euro: noi italiani contribuiamo per il 17% (125 miliardi), parte cash, parte a debito (sul quale paghiamo interessi). Ora viene la parte interessante, cioè terribile: il direttorio, in parte segreto, di questa struttura che governerà la “stabilità finanziaria” europea, dichiara in pratica: posso chiedervi quello che voglio, quando voglio, e voi, nazioni, per contratto, non potete rifiutarvi,mai; avete sempre 7 giorni al massimo per i trasferimenti, altrimenti posso imporvi quello che voglio; non potete leggere le mie carte: sono inviolabili, da QUAL