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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Neocolonialismo

Storicamente, il significato più diretto di neocolonialismo indica una presunta nuova situazione di dominio esercitata dagli stati europei sui propri ex territori coloniali, a pochi anni di distanza dai processi che portarono questi paesi a conquistare l'indipendenza. Si tratterebbe di un tipo di colonialismo "informale", al contrario di quello "formale" che l'aveva preceduta.  Italia vedi missione in Niger Il colonialismo significò la dottrina e l'organizzazione istituzionalizzata di sistemi di dominio di uno Stato su popoli appartenenti a civiltà diverse e lontane.  La seconda guerra mondiale diede avvio al periodo che segnò la fine dei sistemi coloniali formali.  Tuttavia, se da una parte la decolonizzazione significò il rovesciamento dei processi di colonizzazione, dall'altra parte quest'ultimi condizionarono in maniera determinante molti degli sviluppi del periodo post-coloniale.  Il colonialismo determinò in q

Il Contratto Sociale, trattato filosofico-politico di Jean-Jacques Rousseau

 (1712-1778) pubblicato nel 1762, risponde alle questioni sollevate nei due famosi Discorsi del filosofo ginevrino, quello Sulle scienze e sulle arti (1749) e quello Sull’origine della disuguaglianza tra gli uomini (1754): l’obiettivo di Rousseau è quello di definire un modello politico di società che, nell’impossibilità di ritornare allo stato di natura primigenio   e constatata la crisi in cui versa l’uomo moderno , garantisca la costituzione di uno Stato democratico e assicuri la tutela della libertà individuale di ciascuno. Il discorso di Rousseau si sviluppa quindi intorno a due poli tra loro strettamente collegati: l’ individualismo dei cittadini , da cui deriva in ultima istanza l’origine del potere politico, e il contrattualismo , ovvero l’idea che alla base dell’associazionismo politico vi sia un accordo razionale e convenzionale, che permette di superare la semplice legge del più forte (che Rousseau definisce “patto leonino” ). L’associazione dei cittadini nel

Energia ! quale futuro ?

Secondo le proiezioni, l’energia elettrica spiegherà circa il 40% della crescita totale dei consumi finali da qui al 2040 (per intenderci, quello che negli ultimi 25 anni ha rappresentato il petrolio). In particolare, porteranno milioni di famiglie ad acquistare dispositivi elettrici (specie dispositivi connessi “smart”) e ad installare sempre più sistemi di raffreddamento nelle proprie abitazioni Nel settecento l'energia termica, fino a quel momento sfruttata per riscaldare o illuminare, venne trasformata direttamente in energia meccanica tramite la macchina a vapore di Watt. Alla fine del '800 l’energia elettrica e l'automobile rivoluzionarono ulteriormente la situazione energetica mondiale. Il petrolio e il gas si affiancano al carbone come risorse energetiche. L'80 per cento dei 10 mila watt che ci rendono la vita comoda ce li danno i combustibili fossili.  Un incontro del 2008 La natura ha prodotto petrolio al ritmo di due grammi all'anno per ogn

Roosvelt e il “New Deal”

In piena crisi, le misure adottate dal governo repubblicano (contrazione della spesa pubblica, riduzione del numero di dipendenti pubblici, delle prestazioni sociali e degli investimenti in opere pubbliche), non furono assolutamente efficaci. Alle elezioni del 1932 viene eletto presidente il democratico Franklin Delano Roosvelt, che fin da subito dichiarò di voler inaugurare un “nuovo corso”, una nuova strategia fondata sull’intervento diretto dello Stato nell’economia, con l’obiettivo di sostenere la ripresa economica e l’aumento dell’occupazione. I punti fondamentali del “New Deal” 1. supporto all’azione sindacale per cercare di indurre un aumento dei livelli salariali, allo scopo di ridare fiato ai consumi. 2. grandioso programma di investimenti in opere pubbliche, per assorbire occupazione. 3. riforme di carattere sociale, finalizzate a una redistribuzione del reddito. 4. leggi a tutela dei lavoratori 5.

Luciano Gallino, “Il denaro, il debito e la doppia crisi. Spiegati ai nostri nipoti”.

Questo è l’ultimo libro pubblicato da Luciano Gallino; l’8 novembre 2015 il grande sociologo ci ha lasciati. È il suo quarantacinquesimo libro e probabilmente uno dei suoi più amari.  Una sorta di testamento che parte dal franco riconoscimento della sconfitta dei valori ai quali ha dedicato la vita da quando Adriano Olivetti lo incrociò (si dice ad una pompa di benzina). I primi libri sono del 1960, dunque cinquantacinque anni fa, gli ultimi sono “L’impresa irresponsabile”, 2005; “Italia in frantumi”, 2007; “Tecnologia e democrazia”, 2007; “Il lavoro non è una merce”, 2007; “Con i soldi deglialtri”, 2009; “Finanzcapitalismo”, 2011; “La lotta di classe dopo la lotta di classe”, 2012 ; “Vite rinviate”, 2014 ; “Il colpo distato di banche e governi”, 2014. La sconfitta nasce dalla dissoluzione del “soggetto” capace di mobilitare le forze di trasformazione della società e dalla conseguente scomparsa delle idee stesse di uguaglianza e dello spirito critico. Insieme all

Maurice Allais premio Nobel per l’Economia

L’ intera economia mondiale si basa attualmente su gigantesche piramidi di debiti che si appoggiano le une sulle altre in un equilibrio instabile. Non si era mai assistito nel passato ad un accumulo così importante di promesse di pagamento. Non era mai era stato così difficile affrontare questo problema e non si era assistito ad una tale minaccia di un crollo generale.  Stati con maggior debito pubblico al mondo Tutte le difficoltà riscontrate derivano dalla non conoscenza di un fatto fondamentale: nessun sistema decentralizzato economico può funzionare correttamente se la creazione incontrollata dal nulla (ex nihilo) di nuovi mezzi di pagamento permette di sfuggire, almeno per un periodo, agli aggiustamenti necessari. Tutte le volte si può così pagare le proprie spese o i propri debiti con delle semplici promesse di pagamento, senza alcuna contropartita reale. Di fronte a tale situazione, tutti gli esperti sono alla ricerca di mezzi ed espedienti per risolvere

Elogio della bicicletta

Ingozzare la società di energia non significa condurla al benessere. Il titolo del volume , opera del filosofo e antropologo Ivan Illich (...) deceduto nel 2002, non deve ingannare. Più che di vera e propria elegia della bicicletta, si deve parlare, soprattutto per la prima parte del libro, di un'interessantissima valutazione del predominio sociale delle ricchezze energetiche e della disparità sociale che, la velocità e i mezzi di trasporto, generano tra le fasce sociali. Da sottolineare, inoltre, come la prima versione del testo risalga addirittura al 1973, in piena crisi energetica; come sia attuale e, purtroppo, assai lungimirante. Discorrere di crisi energetica non significa altro che proseguire nell'opera di asservimento dell'uomo alle macchine, agli "schiavi energetici", come li definisce l'autore. Anche lo sviluppo ipotetico di una quantità enorme di energia pulita, non placherebbe la sete energetica che rende automi gli individui e li conduce ve

LA FIRMA ENERGETICA edilizia monitorata e certificata

La Firma Energetica è il diagramma che riporta i consumi energetici giornalieri dell’edificio al variare della temperatura esterna. La Firma Energetica può essere utilizzata sia dal cittadino per la verifica dei consumi, sia dal professionista come strumento di progettazione di edifici nuovi o di riqualificazioni energetiche. Una vera RIVOLUZIONE ambientale e, tra l’altro, NON VIOLENTA! Finalmente IL POPOLO SOVRANO! Ma come diceva un presentatore televisivo “la domanda nasce spontanea”. Perché il legislatore italiano non rende obbligatoria la FIRMA ENERGETICA? Chi potrebbe temere che i progettisti divulghino i propri calcoli e li rendano facilmente controllabili? Non sicuramente i progettisti onesti.  Per ottenere il numerino, se sono stato un professionista onesto, dovrò aver fatto dei calcoli dunque; perché dovrei aver paura a diffonderli? Non le software house i cui programmi che eseguono i calcoli in modo corretto. Non chi ha l’interesse a diminuire i consumi

Alla fine degli anni 70, dopo dieci anni di scioperi selvaggi...

Trovo spesso riflessioni interessanti in rete che ho il piacere di condividere, nel caso dell’articolo postato faccio  due appunti personali  : se la costituzione dovesse essere rivista dovrebbe esserlo su quelli che io considero i punti più importanti  di una costituzione moderna, introduzione del principio che il potere di battere moneta sia concessa solo a una banca nazionale e che questa sia di proprietà dei cittadini......nessuna cessione di sovranità in questo senso. La Costituzione dà molta importanza al lavoro : infatti se ne parla fin dall'articolo 1 che dice : “L' Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. Ancora ... Articolo 3  4  35  38 L’articolo pubblicato vi darà modo di riflettere su come evolverà il mondo del lavoro nei prossimi anni  e su come in questo senso la nostra costituzione sia anacronistica, è chiaro che la politica pensa a se stessa e per questo dimentica la società civile ma pensa a riformarsi solo per mantenere il potere. E o

Gli innovatori? Nascono da solitudine e incomprensione

Questo articolo è un augurio per il nuovo anno. Il mondo cambia, sorgono nuove potenze, incalzano nuovi problemi, ma le nostre idee, i nostri concetti, gli argomenti di cui discutiamo spesso restano gli stessi. Allora proviamo un senso di disagio, abbiamo un' impressione di impotenza, di sfiducia. Ci sembra che ogni cosa sia diventata più difficile, mentre invece è solo la nostra mente che si è addormentata. Nel 1500 gli Stati italiani erano nel fulgore del Rinascimento, ma piccoli e divisi. Attorno erano cresciute grandi nazioni. Essi cercarono di cavarsela con il vecchio metodo di fare e disfare alleanze, ma non bastava, e furono sconfitti. Per affrontare il nuovo occorre una straordinaria capacità di rinnovamento. Ma noi diventiamo schiavi delle nostre abitudini e dei nostri preconcetti. Occorre allora che arrivi gente nuova, aperta, non invischiata, paralizzata dal passato. Gli Stati Uniti sono stati rinnovati continuamente dagli emigranti, dai profughi dell&#

Attualità degli «usi civici»

La ripresa di interesse attorno agli «usi civici e proprietà collettive» - che ormai data da qualche anno specie in seguito della entrata in vigore della legge 431/1985 - ha segnato un’interessante riapertura del dibattito intorno alla materia; dibattito che ha riconosciuto da un lato la valenza della proprietà collettiva nella programmazione del territorio, o meglio nella stessa gestione ambientale delle risorse territoriali, produttive e della qualità della vita, dall’altro la improrogabile necessità di aggiornare in termini di certezza la conoscenza del dato quantitativo dei beni civici, senza la quale viene meno qualunque intento programmatore e gestionale.       Programmazione e gestione delle terre civiche   Occorre insistere sulla necessità di programmare un tipo di gestione delle terre comuni che sia produttiva; questa, oltre a salvaguardare i diritti reali che su di esse godono le popolazioni titolari (i moderni «cives»), può contribuire in modo determinante

L'erba del vicino... - L'invidia sociale

Mi piace segnalare ogni tanto delle letture che mettono a nudo il nostro stato sociale, si tratta di riflessioni che scavano a fondo : comportamenti, azioni, .... Per diventare "migliori" di quel che siamo, è necessario un grande lavoro culturale.   Augusto Anselmo Il problema dell’invidia sociale, strumento di laboratorio creato ed alimentato da una sistema di potere  che non vuole interferenze,  riguarda i medici, i commercialisti, gli avvocati, i giornalisti, i professori universitari, gli architetti e tutti i professionisti ad alta ed altissima specializzazione. Sono tutte professioni che richiedono ingenti investimenti a monte, sia in termini economici che di dispendio di energie ed impegno personale. E' vero che per esempio esistono i "baroni" nell’università, però voglio credere che siano comunque una minoranza, e che ne esistano tanti che combattono ogni giorno contro le inefficienze del sistema (burocratiche e strutturali), studiano, fanno ri