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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

“La consapevolezza é antidoto alla paura”. Attenti a “effetto nocebo”

  “La psicosi da coronavirus si può fermare, recuperando l’auto-consapevolezza.  Se i fattori oggettivi dovuti all’emergenza non si possono arginare, è necessario invece considerare i fondamenti scientifici che permettono  di governarne almeno gli aspetti soggettivi.  Ricordiamo che la  paura è un’emozione spesso avulsa dalla realtà,  da imparare a  riconoscere e gestire  e continuiamo, per quanto è possibile,  a coltivare pratiche quotidiane di Felicità  come se essa fosse un muscolo”.  È il parere di Sandro Formica,  docente universitario affermato a livello internazionale ed esperto di  Felicità  a partire dalla conoscenza di Sé e  dall’auto-consapevolezza , che ha creato  un modello di training unico e validato scientificamente  denominato  Scienza del Sé  basato sul concetto di  Felicità come competenza che si può acquisire e allenare.     “Dappertutto si parla di aspetti oggettivi, tassi di pericolosità e mortalità del coronavirus, in questo frangente così delicato gli 

Se la costituzione non è un opinione

Le misure attualmente in vigore in Italia non sembrano minimamente rispettare il dettato costituzionale in quanto:  a) non sono disposte con legge o con atto avente forza di legge; b) non sono convalidate da un provvedimento dell’autorità giudiziaria, laddove l’articolo 4 del DPCM 8 marzo affida il controllo sul rispetto e l’attuazione delle restrizioni al prefetto! Anche a non voler considerare le disposizioni in esame come limitazione della libertà personale, ma della libertà di circolazione, sottolineo che manca comunque il rispetto della garanzia della riserva di legge.  Occorre anche riflettere sul fatto che la sanzione penale prevista dal decreto legge n. 6/2020, che comporta persino l’arresto, si applica in questo modo anche ad una fattispecie non contemplata dal decreto legge in esame, ma da un successivo DPCM.  L a sanzione citata viene quasi comminata “in bianco” : un provvedimento governativo di rango secondario può continuare ad arricchire il nove

Non andrà tutto bene Medicina democratica

Se una volta finita “a nuttata”, tutto sarà come prima e non ci sarà un cambio di paradigma.... Questa pandemia può rappresentare una grande opportunità per una svolta ecosocialista.   La risposta non può essere solo “reattiva”, cioè limitata ai farmaci, vaccini, sussidi, al buonismo dei balconi. In questi tempi tristi che vanno sotto il nome di Antropocene e di Capitalocene, o si svolta a livello di cambiamento climatico, a livello di cura dell’ambiente, a livello sociale, a livello economico, a livello di sanità, che deve essere pubblica, o le cose non andranno certo bene. Anche la morte va scaglionata, come le ferie. Il problema grosso di questa pandemia è che le emergenze respiratorie arrivano tutte insieme alle rianimazioni ed il nostro Sistema Sanitario, che in tutti questi anni è stato sempre più privatizzato e ridotto, non regge. Se scaglionate, le emergenze e poi le morti passano inosservate. Basti pensare che secondo quanto dice l’OMS, l’Organizzazione Mon

Reset

    Penso che dovremmo essere molto grati per il virus perché potrebbe essere il motivo per cui sopravviviamo come specie Come bersaglio principale di questo virus, a causa della mia vecchiaia e delle mie malattie respiratorie, sono consapevole dei pericoli e delle minacce immediate che ciò rappresenta per le persone di tutto il mondo. E sono molto triste per le famiglie delle persone che hanno già perso la vita per questa nuova malattia. Si spera che non siano morti invano poiché il mondo si impegnerà a far risorgere la dignità umana e la sopravvivenza. Le previsioni sul coronavirus: come cambierà la società L’impatto dell’epidemia ci costringerà a rallentare il ritmo, rifiutare di prendere aerei, lavorare dalle nostre case, intrattenerci solo tra amici o parenti, imparando a diventare autosufficienti e consapevoli. Improvvisamente le sfilate sembrano bizzarre e fuori posto, le pubblicità dei viaggi sembrano invasive e ridicole, il pensiero di progetti futuri è vago e inconclud

Come affrontare la fine del capitalismo

Il nostro sistema economico è completamente privo di capacità di assorbire shock di questo genere. Le catene di fornitura e produttive, di tutti i beni e servizi, sono estese a livello mondiale ed interconnesse. Nulla o quasi si può produrre senza ricevere componenti, materiali, competenze da qualche altra parte del mondo, spesso a grandissima distanza. Se abbiamo bisogno di un numero straordinario di mascherine per il viso scopriamo che la carta viene dalla Cina, o dall’Indonesia, il cotone dagli Stati Uniti, la fabbrica è in Germania. Quando allora il nostro governo, come ha fatto due giorni fa, davanti alla previsione di un’impennata dell’uso, richiede di poter accedere al mercato, scopre che in effetti gli Stati esistono. Ma gli altri. La Germania e la Francia si rifiutano, dopo aver parlato per decenni di mercato unico e di vantaggi comparati del commercio (per cui noi facciamo vino ed olio e loro medicali) ora ricordano che la frontiera c’è e, in effetti, le mascherine servo

L’Italia è prima in Europa per distanza fra percezione e realtà.

A rischio è la democrazia. 30 ottobre 1938. Stati Uniti. Orson Welles, attore e pietra miliare del cinema americano, conduce una puntata del programma radiofonico The Mercury Theatre On Air destinata a entrare nei manuali di storia. Welles interrompe più volte il normale corso della trasmissione con breaking news di un fantomatico attacco alieno avvenuto sul suolo americano. Ovviamente non è vero, è puro intrattenimento: l’attore infatti segue la trama di un libro di fantascienza, The War of the Worlds .  Non la pensano così però i milioni di cittadini che, credendo reale l’attacco alieno, vengono presi dal panico.  Secondo le stime del professor Hadley Cantril, furono 1,7 milioni gli americani che dettero per vera l’invasione, e 1,2 milioni furono profondamente disturbati o terrorizzati. Anche se ad alcuni poté apparire come un semplice scherzo, non era così per Welles, che nel 1941 con Citizien Kane , il suo massimo capolavoro, aveva indagato i rapporti tra mas

Qualche riflessione sul coronavirus

Non solo non sono un virologo, ma non sono neppure uno psicologo né un esperto di sociologia. Meno che mai sono uno psichiatra, e ancora meno sono un magistrato, perché è la magistratura che dovrebbe indagare su certi comportamenti. Ciò che posso dirle è che il coronavirus battezzato Sars-Cov-2 dopo aver portato per un po’ un nome provvisorio è uno dei non pochi virus fatti in laboratorio. Fatto apposta? Questo proprio non lo so e, nel caso specifico, a saperlo non sono in tanti. Ma mica ce lo vengono a raccontare. Ci sono virus che nascono senza volerlo, li classifichi tra gli incidenti, e altri che sono creati da modificazioni messe in atto per motivi di ricerca o per altri motivi su cui evito di entrare. Comunque sia nato questo virus, la cosa ha scarsa rilevanza se non dal punto di vista di investigazioni che nulla hanno a che fare con la salute. Sappiate, ma è cosa molto nota, che modificare un virus è tutto sommato semplice, ed esistono persino brevetti che prote

Coronavirus, le mappe della Nasa prima e dopo l’epidemia

Enorme declino dei livelli di inquinamento Guardate questa immagine e pensate che la prima a sinistra ha la data del 20 gennaio e la seconda del 25 febbraio e sono relative all’inquinamento dell’aria di Wuhan . Nel mezzo ci sono state le misure di contenimento con la quarantena di milioni di persone. C’è, se così possiamo dire, anche un impatto positivo dell’ epidemia di Sars Cov2 . Le immagini satellitari dei satelliti di Nasa ed Esa hanno mostrato un enorme declino dei livelli di inquinamento sulla Cina, dovuto “in parte” al rallentamento economico provocato dal coronavirus. Le mappe pubblicate sul sito dell’agenzia spaziale statunitense mostrano che i livelli di biossido di azoto sono calati dall’inizio dell’anno a causa dello stop o comunque del calo di attività nelle fabbriche cinesi deciso dai produttori. La Cina ha registrato circa 80mila casi di contagiati dall’inizio dell’epidemia che si è diffusa in più di 50 Paesi, anch