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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

QUALI SONO I 3 MACROPROBLEMI CHE HA IL NOSTRO PAESE ?

 E LE SOLUZIONI ? IL PRIMO MACRO PROBLEMA E’ QUELLO DELLA PRESSIONE FISCALE Pochi sanno che abbiamo una tassazione folle, paghiamo 400/550 MLD di eu di tasse in eccesso, cioè non necessarie, sono 763 Eu al mese per cittadino. Tasse che si perdono negli spechi, 370 MLD di Eu tasse comprese, nelle tasse che lo stato paga sulla spesa pubblica, 388 MLD sulle fatture fornitori e sui salari pubblici, nell’evasione fiscale 130 MLD. Un lavoratore paga 5 imposte, contributi e tasse sul suo reddito e sui consumi : Reddito : 23% Irpef + 33% Inps (51%) Consumi 64,8% indirette sui prezzi + 22% Iva (71%) + Locali 3%, un valore complessivo di 88% di pressione fiscale, che lascia al lavoratore il 12% di ciò che produce. Lo stesso vale per il pensionato 76%, l’imprenditore 93%, l’impresa 64,8%, e per finire al lavoratore a nero 71%, solo sui consumi. La fiscalità va da subito riportata dal 88% al 57% e poi al 42% complessivo, sono 400 MLD di Eu da rimettere nelle tasche dei cittadini per semp

La BCE presta 1310 mld di euro alle banche ad interesse -1%

Alla faccia del popolino, la BCE ha appena concluso la più grande asta di prestiti alle banche mai avvenuta prima, 1310 mld di soldi freschi di stampa, che finiranno nei bilanci delle banche ad un tasso di interesse negativo, fino a -1%. https://www.corriere.it/economia/finanza/20_giugno_18/bce-prestiti-record-banche-1310-miliardi-aiutare-imprese-post-covid-19-d9952308-b159-11ea-842e-6a88f68d3e0a.shtml  Praticamente le banche vengono pagate dalla BCE per prendere i soldi in prestito e come nel passato li utilizzeranno per comprare titoli di stato con rendimenti superiori all’1%. Questa semplice attività permetterà loro di guadagnare più del 2% all’anno senza fare niente. Contemporaneamente, su altri tavoli dell’Unione Europea, si grida allo scandalo se gli Stati in difficoltà, di cui l’Italia è capofila, si permettono di chiedere un aiuto finanziario, cioè un prestito a tasso agevolato e senza condizionalità, che permetta di elaborare un piano di investimenti a medio e lungo termine

INTERVISTA ad Alicia Erazo: “il Governo in Italia ha violato i diritti umani”

Alicia Erazo , Alto Commissario internazionale per i diritti umani del CIDHU (letteralmente “ Commissione Internazionale dei Diritti Umani ” legata all’ ONU ) per l’Europa, l’Asia e l’Oceania “ In Italia le misure di contenimento sono state eccessivamente restrittive rispetto alla portata dell’epidemia” ha detto il commissario per i diritti umani. “Basti pensare al fatto che molti dei morti, ufficialmente per Covid-19, sono stati cremati e non c’è stata la possibilità di appurare la reale causa del decesso. Per molti di loro non è certo che sia stato il virus a condurli alla morte e nessuno si è preso la briga di fare analisi più approfondite in questo senso. Perché se non ci sono certezze, le misure sono state così estreme? Perché agli italiani sono stati tolti così tanti diritti senza che il popolo pensasse minimamente di ribellarsi a questo assurdo stato di fatto?   Le conseguenze, i cittadini italiani, le pagheranno per anni. Ancora adesso stanno ripartendo poche attivit

Cos’era la lira e perché dava tanto fastidio?

La lira era la moneta a corso legale in Italia pienamente sovrana fino al divorzio tra Ministero del Tesoro e Banca d’Italia. La moneta di un Paese non è soltanto un mezzo di scambio, ma anche uno dei fondamentali finanziari dell'economia. La lira aveva portato l'industria italiana tra le potenze mondiali. Avvenuto durante governo Spadolini , il “divorzio”, venne formalizzato e dal ministro Beniamino Andreatta nel 1981. Il passaggio avvenne senza dibattito, né approvazione parlamentare, bensì con una semplice lettera del Ministro al capo della banca centrale italiana. Allora, a capo della Banca d’Italia, c’era Carlo Azeglio Ciampi . Il 1981 dunque segna la fine della sovranità monetaria dell’Italia. Ecco la storia di come andarono le cose e perché. La cessione della sovranità monetaria precedette l'abbandono della lira Si trattò quindi di una vera e propria abdicazione, cioè di un atto volontario del Governo Spadolini che precedette l'addi