E LE SOLUZIONI ?
IL PRIMO MACRO PROBLEMA E’ QUELLO DELLA PRESSIONE FISCALE
Pochi sanno che abbiamo una tassazione folle, paghiamo 400/550 MLD di eu di tasse in eccesso, cioè non necessarie, sono 763 Eu al mese per cittadino.
Tasse che si perdono negli spechi, 370 MLD di Eu tasse comprese, nelle tasse che lo stato paga sulla spesa pubblica, 388 MLD sulle fatture fornitori e sui salari pubblici, nell’evasione fiscale 130 MLD.
Un lavoratore paga 5 imposte, contributi e tasse sul suo reddito e sui consumi : Reddito : 23% Irpef + 33% Inps (51%) Consumi 64,8% indirette sui prezzi + 22% Iva (71%) + Locali 3%, un valore complessivo di 88% di pressione fiscale, che lascia al lavoratore il 12% di ciò che produce.
Lo stesso vale per il pensionato 76%, l’imprenditore 93%, l’impresa 64,8%, e per finire al lavoratore a nero 71%, solo sui consumi.
La fiscalità va da subito riportata dal 88% al 57% e poi al 42% complessivo, sono 400 MLD di Eu da rimettere nelle tasche dei cittadini per sempre, in maniera permanente, sono 555 Eu al mese a testa.
Un taglio netto del 50% della pressione fiscale a 360°, tutte e 5 le imposte, contributi e tasse, che paghiamo, 400 MLD di Eu generano un nuovo gettito fiscale sui consumi di 168 MLD, un risparmio delle tasse sulla spesa pubblica di 192 MLD di Eu, che con il 2,3% di deficit sul PIL, 40 MLD si va a zero, in pareggio di bilancio. (400 - 168 - 192 - 40 = 0)
Significa che il salario di un operaio passerebbe da 1.238 Eu a 1.632 Eu e il carrello dell spesa da 120 Eu a 80 Euro, due volte il potere di acquisto attuale.
E in una fase successiva, dove si passerebbe dalla fiscalità attuale a “fondo perduto”, oltretutto illecita, a quella “a scambio”, lecita, dove lo Stato, con le statalizzazioni di tutti i servizi, delle imprese strategiche, del 3° settore andrebbe ad incamerare utili per oltre 250 MLD, e col contributo Inps a piena occupazione di 350 MLD di eu anno, andrebbe ad eliminare tutte le altre tasse, che non
servirebbero più, 600 MLD è la nostra spesa pubblica esentasse, portando la pressione fiscale complessiva dal 88% attuale al 28%.
Dove il salario di un operaio passerebbe da 1.200 Eu mese a 1.950 Eu, e il carrello della spesa da 120 Eu a 60 Eu. 3,25 volte il potere di acquisto attuale.
Questo per il primo anno, perche una tassazione cosi bassa favorisce l’economia, la domanda, i consumi, la produzione, l’occupazione, e quindi anche il gettito fiscale, sia da produzione, da consumi che da reddito dei nuovi assunti, per poi reinvestire il nuovo gettito sul sociale, ovvero pensioni e Reddito di Disoccupazine.
IL SECONDO MACRO PROBLEMA E’ QUELLO DELLA GIUSTA COLLOCAZIONE DELLA POPOLAZIONE
Il secondo macroproblema del nostro paese è la collocazione della popolzione, che va ricollocata, risistemata.
Abbiamo poche nascite e questo dipende dalla crisi generata dalla folle tassazione, i giovani non lavorano, non si sposano, non fanno figli.
Abbiamo 3 milioni di giovani che non stanno a scuola fino a 18 anni
Abbiamo 3 milioni di anziani che lavorano ed andrebbero mandati in pensione, lasciando il loro posti di lavoro ai giovani, almeno 4 milioni, dato che un lavoratore anziano ha un salario molto piùalto di un primo impiego.
Abbiamo inoltre 22 milioni di lavoratori invece che 34 milioni, con 12 milioni di disoccupari reali, questo significa che le tasse ed i contributi Inps li pagano in pochi, per questo l’Inps non ha soldi, lo Stato non ha soldi ed è costretto ad andare dagli strozzini a farseli prestare.
IL TERZO MACRO PROBLEMA E’ QUELLO DELLA MONETA
Noi stiamo utilizzando una Moneta Bancaria, privata, a debito, ad interesse, ad usura, oltretutto estera, di proprrietà di Banche private, chiamata Euro.
Questo vuol dire che quando abbiamo bisogno di aumentare la quantità di denaro in circolazione, per seguire una crescita economica, o per stimolare una crescita economica, quando abbiamo bisogno di denaro per le emergenze, come quella attuale, non possiamo stampare moneta.
La possono stampare invece al posto nostro, la nostra moneta, dei banchieri privati, che decideranno loro se darci i soldi o meno, quanti soldi ed a
quali condizioni di prezzo od altri ricatti.
E’ dal 1944 che non abbiamo più la sovranità monetaria, fino al 1981 con Banca d’Italia semi pubblica e dal 1981 al 2001 con Banca d’Italia quasi totalmente privata.
Anche la nostra vecchia lira era Bancaria e Privata, infatti per averla era necessario emettere titoli di Stato, venderli, prendere a prestito il denaro da soggetti privati che acquistavano i nostri titoli di Stato, che andavano a formare
il Debito Pubblico.
Se c’è debito pubblico, se ci sono titoli di Stato non c’è sovranità monetaria, ma
con la Lira andava un po meglio perche almeno era una Moneta Nazionale e non Estera legata a trattati internazionali.
Dopo tutte le riforme, quella Fiscale, Inps, Esercito, Protezione Civile, Statalizzazione Servizi, Imprese Strategiche, 3° settore, dopo aver recuperato parte dell’economia, della credibilità politica, militare, sociale.
Dopo circa 5 anni, si potrà coniare una Moneta Pubblica di Stato, solo interna,
protetta da ritorsioni valutarie, solo elettronca, non contemplata dai trattati, parallela e sovraponibile all’Euro, dove tutti i conti correnti saranno in doppia valuta Euro/Lira.
Cosi da poter scambiare beni esteri in Euro e beni interni in Lire, si comprano materie prime in Euro, al 3/6% del prezzo del prodotto finito, si trasforma la materia in Lire a bassissima tassazione, si rivende il prodotto finito
all’estero in Euro, al 70% del prezzo attuale incamerando il 40% di utile netto in più, utilizzando poi quel denaro per acquistare nuova materia prima o beni di necessità esteri.
Marco Cristofoli Moneta Pubblica
IL PRIMO MACRO PROBLEMA E’ QUELLO DELLA PRESSIONE FISCALE
Pochi sanno che abbiamo una tassazione folle, paghiamo 400/550 MLD di eu di tasse in eccesso, cioè non necessarie, sono 763 Eu al mese per cittadino.
Tasse che si perdono negli spechi, 370 MLD di Eu tasse comprese, nelle tasse che lo stato paga sulla spesa pubblica, 388 MLD sulle fatture fornitori e sui salari pubblici, nell’evasione fiscale 130 MLD.
Un lavoratore paga 5 imposte, contributi e tasse sul suo reddito e sui consumi : Reddito : 23% Irpef + 33% Inps (51%) Consumi 64,8% indirette sui prezzi + 22% Iva (71%) + Locali 3%, un valore complessivo di 88% di pressione fiscale, che lascia al lavoratore il 12% di ciò che produce.
Lo stesso vale per il pensionato 76%, l’imprenditore 93%, l’impresa 64,8%, e per finire al lavoratore a nero 71%, solo sui consumi.
La fiscalità va da subito riportata dal 88% al 57% e poi al 42% complessivo, sono 400 MLD di Eu da rimettere nelle tasche dei cittadini per sempre, in maniera permanente, sono 555 Eu al mese a testa.
Un taglio netto del 50% della pressione fiscale a 360°, tutte e 5 le imposte, contributi e tasse, che paghiamo, 400 MLD di Eu generano un nuovo gettito fiscale sui consumi di 168 MLD, un risparmio delle tasse sulla spesa pubblica di 192 MLD di Eu, che con il 2,3% di deficit sul PIL, 40 MLD si va a zero, in pareggio di bilancio. (400 - 168 - 192 - 40 = 0)
Significa che il salario di un operaio passerebbe da 1.238 Eu a 1.632 Eu e il carrello dell spesa da 120 Eu a 80 Euro, due volte il potere di acquisto attuale.
E in una fase successiva, dove si passerebbe dalla fiscalità attuale a “fondo perduto”, oltretutto illecita, a quella “a scambio”, lecita, dove lo Stato, con le statalizzazioni di tutti i servizi, delle imprese strategiche, del 3° settore andrebbe ad incamerare utili per oltre 250 MLD, e col contributo Inps a piena occupazione di 350 MLD di eu anno, andrebbe ad eliminare tutte le altre tasse, che non
servirebbero più, 600 MLD è la nostra spesa pubblica esentasse, portando la pressione fiscale complessiva dal 88% attuale al 28%.
Dove il salario di un operaio passerebbe da 1.200 Eu mese a 1.950 Eu, e il carrello della spesa da 120 Eu a 60 Eu. 3,25 volte il potere di acquisto attuale.
Questo per il primo anno, perche una tassazione cosi bassa favorisce l’economia, la domanda, i consumi, la produzione, l’occupazione, e quindi anche il gettito fiscale, sia da produzione, da consumi che da reddito dei nuovi assunti, per poi reinvestire il nuovo gettito sul sociale, ovvero pensioni e Reddito di Disoccupazine.
IL SECONDO MACRO PROBLEMA E’ QUELLO DELLA GIUSTA COLLOCAZIONE DELLA POPOLAZIONE
Il secondo macroproblema del nostro paese è la collocazione della popolzione, che va ricollocata, risistemata.
Abbiamo poche nascite e questo dipende dalla crisi generata dalla folle tassazione, i giovani non lavorano, non si sposano, non fanno figli.
Abbiamo 3 milioni di giovani che non stanno a scuola fino a 18 anni
Abbiamo 3 milioni di anziani che lavorano ed andrebbero mandati in pensione, lasciando il loro posti di lavoro ai giovani, almeno 4 milioni, dato che un lavoratore anziano ha un salario molto piùalto di un primo impiego.
Abbiamo inoltre 22 milioni di lavoratori invece che 34 milioni, con 12 milioni di disoccupari reali, questo significa che le tasse ed i contributi Inps li pagano in pochi, per questo l’Inps non ha soldi, lo Stato non ha soldi ed è costretto ad andare dagli strozzini a farseli prestare.
IL TERZO MACRO PROBLEMA E’ QUELLO DELLA MONETA
Noi stiamo utilizzando una Moneta Bancaria, privata, a debito, ad interesse, ad usura, oltretutto estera, di proprrietà di Banche private, chiamata Euro.
Questo vuol dire che quando abbiamo bisogno di aumentare la quantità di denaro in circolazione, per seguire una crescita economica, o per stimolare una crescita economica, quando abbiamo bisogno di denaro per le emergenze, come quella attuale, non possiamo stampare moneta.
La possono stampare invece al posto nostro, la nostra moneta, dei banchieri privati, che decideranno loro se darci i soldi o meno, quanti soldi ed a
quali condizioni di prezzo od altri ricatti.
E’ dal 1944 che non abbiamo più la sovranità monetaria, fino al 1981 con Banca d’Italia semi pubblica e dal 1981 al 2001 con Banca d’Italia quasi totalmente privata.
Anche la nostra vecchia lira era Bancaria e Privata, infatti per averla era necessario emettere titoli di Stato, venderli, prendere a prestito il denaro da soggetti privati che acquistavano i nostri titoli di Stato, che andavano a formare
il Debito Pubblico.
Se c’è debito pubblico, se ci sono titoli di Stato non c’è sovranità monetaria, ma
con la Lira andava un po meglio perche almeno era una Moneta Nazionale e non Estera legata a trattati internazionali.
Dopo tutte le riforme, quella Fiscale, Inps, Esercito, Protezione Civile, Statalizzazione Servizi, Imprese Strategiche, 3° settore, dopo aver recuperato parte dell’economia, della credibilità politica, militare, sociale.
Dopo circa 5 anni, si potrà coniare una Moneta Pubblica di Stato, solo interna,
protetta da ritorsioni valutarie, solo elettronca, non contemplata dai trattati, parallela e sovraponibile all’Euro, dove tutti i conti correnti saranno in doppia valuta Euro/Lira.
Cosi da poter scambiare beni esteri in Euro e beni interni in Lire, si comprano materie prime in Euro, al 3/6% del prezzo del prodotto finito, si trasforma la materia in Lire a bassissima tassazione, si rivende il prodotto finito
all’estero in Euro, al 70% del prezzo attuale incamerando il 40% di utile netto in più, utilizzando poi quel denaro per acquistare nuova materia prima o beni di necessità esteri.
Marco Cristofoli Moneta Pubblica
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