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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

L’umanità deve decidere se vuole evolvere od estinguersi

La società umana è ormai arrivata al suo punto più interessante di sempre. Non abbiamo mai visto nulla di simile prima come specie. Fino a qui non siamo mai arrivati. Siamo in un territorio inesplorato e senza precedenti che potrebbe essere descritto come Risveglio collettivo. Scrivo molto di argomenti quali consapevolezza, illuminazione e la possibilità che l’umanità ha di superare i propri schemi. Se scrivessi solo di politica e di propaganda mediatica, infatti, non farei altro che aiutare a far sentir bene la frangia anti-establishment, mentre ci attende l’estinzione umana. Non posso farlo onestamente senza puntare periodicamente ai pericoli all’orizzonte e a quella che io ritengo essere l’unica via d’uscita in vista. La società umana è chiaramente al suo punto più interessante di sempre. Miliardi di cervelli, grazie ad internet, sono ora interconnessi in tempo reale. Molte persone si stanno accorgendo che tutte le regole della società sono state inventate da gente morta molto tempo

DAVOS 2021 / “THE GREAT RESET” PER DOMINARE IL “NUOVO” MONDO

Il Nuovo Ordine Mondiale . O, se preferite, il più grande “reset” di tutti i tempi. Sarà “ The Great Reset ” il tema che ispirerà il cinquantunesimo summit annuale del World Economic Forum (WEF ), la maxi assemblea che si svolgerà a Davos a giugno 2021 (era prevista a gennaio ma è stata rinviata per la pandemia) e vedrà la partecipazione delle star mondiali di politica, finanza, economia, con una rete di 400 città in collegamento internazionale. Al centro, of course, i nuovi equilibri “politici” che dovranno instaurarsi sotto l’emergenza ormai istituzionale e globalizzata della pandemia. La regia spetta al suo storico fondatore e presidente esecutivo, Klaus Schwab , ottantaduenne di Rauwemburg, perfetto figlio della Germania che fu di Adolf Hitler . In pretto stile Bilberberg , il super gruppo paramassonico che venne fondato nel 1954 da un colonnello delle SS a riposo. Così autocelebrano gli organizzatori del WEF : “Verranno svolte delicate riflessioni sul mondo post-Covid e su

Creazione monetaria

Sapete come si fa il pane, non potete non sapere come si fa il denaro che serve a comprare quel pane. Tre sono le modalità di creazione monetaria. Prima modalità : la stampa delle banconote. Ci chiediamo: in che momento le banconote stampate diventano oggetti di valore? Prendiamo la risposta dal testo di difesa di Bankitalia nei confronti di Giacinto Auriti che nel 1994 aveva chiesto al Tribunale l’attribuzione della proprietà monetaria al popolo. Bankitalia scrive così: «la moneta viene immessa nel mercato in base ad operazioni legislativamente previste e disciplinate, a seguito del compimento delle quali la Banca d’Italia cede la proprietà dei biglietti, i quali, in tale momento, come circolante, vengono appostati al passivo nelle scritture contabili dell’Istituto di emissione, acquistando in contropartita, o ricevendo in pegno, altri beni o valori mobiliari (titoli, valute, ecc.) che vengono, invece, appostati nell’attivo». Quindi: (1) al momento della stampa le banc

Il Covid-19, il partito della crescita e il nostro futuro

Nei primi mesi della pandemia lo slogan più diffuso – tra arcobaleni, bandiere e previsioni un po’ mielose – è stato «niente sarà più come prima». Al termine della “prima ondata”, peraltro, il promettente slogan è stato rapidamente sostituito da progetti e pratiche all’insegna della più acritica continuità con il passato, come se la pandemia fosse stata una parentesi (alla fin fine fortunata perché veicolo di nuove appetibili risorse da sfruttare cinicamente e senza troppi scrupoli). Basta guardare, nel nostro Paese, ai contenuti del piano Colao ( https://volerelaluna.it/commenti/2020/04/13/coronavirus-fase-2-guai-ai-poveri/ ) e alle pretese di Confindustria ( https://volerelaluna.it/controcanto/2020/05/06/le-voci-del-padrone/ ) riassumibili nel «vogliamo tutto» di sessantottina memoria ripescato, con evidente deformazione, da Carlo Bonomi ( https://volerelaluna.it/commenti/2020/08/30/chiagne-e-fotte-il-capitalismo-fragile-di-carlo-bonomi/ ), non pago del fatto ch

Davvero pensate che abbiamo fatto tutto da soli?

Era pieno anche allora di guardie, militari, poliziotti, che eseguivano ordini ingiusti e criminali perché non si facevano domande e ci credevano, per non avere problemi sul "lavoro", per ignavia. Era pieno anche allora di esperti, ideologi, professori, filosofi e pensatori che insegnavano ad obbedire, giustificavano, sostenevano e spiegavano le motivazioni, e volevano fare "i primi della classe". C'erano artisti , che producevano, consenzienti ,spettacoli per sostenere il regime  C'erano medici che facevano esperimenti sulle persone, per la scienza, per non perdere il posto di lavoro, perché ci credevano, per codardia. E soprattutto c'era una massa di persone, il popolo rimbecillito dalla propaganda, che diceva: "Chi sono io per farmi domande e provare a pensare con la mia testa?",  "Sono forse un medico, un economista, un politico, un esperto?" Questa massa di obbedienti supini anche allora difendeva il sistema a priori, e spiava, s

IL CUBO D’ACQUA LE UNITA’ DI MISURA E LA MONETA

Tutti noi abbiamo imparato alle scuole elementari che un cubo d’acqua che ha una larghezza, una lunghezza, una profondità, rispettivamente di 1 dm, ha un volume “solido” di 1 dm3, un volume liquido di 1 L, un peso di 1 Kg, e poi noi aggiungiamo anche una temperatura ambiente ipotetica di 23°C e un valore ipotetico di 1 Euro.   Tutte queste unità di misura sono di utilizzo pubblico, di proprietà pubblica, cioè, a parte il valore degli strumenti, il valore dell’unità di misura in se è di proprietà pubblica, tutti possono misurare il peso, la lunghezza, il volume, la temperatura, dell’oggetto, non bisogna pagare un privato per poter utilizzare queste unità di misura, non bisogna chiedere il permesso a qualcuno per effettuare queste misure perche sono di uso pubblico. Provate a pensare se un privato fosse proprietario di queste unità di misura, deciderebbe lui chi, come ed a quale prezzo si potrebbero utlizzare, se un impresa edile il metro, se un salumiere la bilancia, se un

Consumismo e totalirsmo Pier Paolo Pasolini

  Questa feroce critica di Pasolini al sistema consumista e al totalitarismo massmediatico se al tempo poteva apparire un pò forzata, oggi è più che mai attuale, visto l'attuale dominio assoluto della società dell'immagine con la conseguente mercificazione totalizzante di tutti o quasi gli aspetti della vita. di Salvatore Santoru  In un articolo pubblicato sul Corriere Della Sera il 9 dicembre del 1973, il celebre giornalista e scrittore Pier Paolo Pasolini denunciò quello che definì come il nuovo totalitarismo dato dall’avvento della società dei consumi, da lui definito molto peggiore rispetto al precedente totalitarismo fascista, in quanto dietro la garanzia di un’apparente libertà assoluta si annidava una volontà totalizzante e subdola di omologazione che non aveva precedenti nella storia. Scrisse Pasolini : “Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, ch

Siamo servi del sistema ?

Le proteste individuali possono valere  come proteste, ma valgono assai poco come proposte: sia perché vengono col tempo riassorbite dal sistema, sia perché tendono a sgonfiarsi da sole, in quanto il singolo, obiettivamente, più di tanto non può fare. Quindi, se è lecito protestare da individui isolati, è inutile continuare a farlo senza associarsi ad altre persone.   Le cose, se davvero si vuole che cambino, possono cambiare solo se si sta insieme. È l'unione che fa la forza. E il numero rende l'unità ancora più forte. Quanto più si è, tanto più si ha la possibilità di cambiare le cose.  L'unica differenza tra una riunione condominiale e uno sciopero generale nazionale sta soltanto nell'obiettivo che ci si pone. Ma se queste cose le sappiamo, perché siamo così refrattari a organizzarci in partiti, movimenti e sindacati? Il motivo è semplice: gli italiani, per secoli, hanno vissuto la politica in senso lato, quella intesa come "partecipazione attiva al