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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

La riqualificazione energetica e sismica delle scuole italiane

La maggior parte delle scuole italiane sono state costruite prima del 1976, anno in cui è stata varata la prima legge sul contenimento energetico; dunque la maggior parte degli edifici scolastici sono inadeguati dal punto di vista energetico e sismico , con pesanti ripercussioni sulle dispersioni di energia, sui costi di gestione, sulle emissioni di anidride carbonica in atmosfera e soprattutto sul confort di alunni, professori e personale scolastico. Inoltre, buona parte delle scuole italiane si trova in zone a rischio sismico elevato (zona 1, 2 e 3); in particolare gli edifici più datati potrebbero dunque essere a rischio di crollo in caso di terremoto . Scopri se la tua scuola è sicura. In seguito al terremoto di Puglia e Molise (31 ottobre – 02 novembre 2002), che causò la morte di 27 bambini per il crollo del solaio della scuola “Francesco Jovine”, lo Stato Italiano ha riclassificato le zone a rischio sismico e identificato tutti gli edifici strategici e rilevanti (co

COME RIFORMARE LE PENSIONI !

DANDO UNA PENSIONE DI BASE FISCALE PER TUTTI, LA PENSIONE CONTRIBUTIVA ED IL REDDITTO DI DISOCCUPAZIONE PER TUTTI I DISOCCUPATI ? L’Inps raccoglie i contributi dai lavoratori, il 33% dei redditi, una follia, che dovrebbero essere utilizzati per pagare le pensioni contributive, invece li usa per pagare le pensioni sociali, le pensioni di invalidità, le pensioni baby, le pensioni d’oro, le pensioni retributive, i vitalizi, la mobilità, la maternità, tutti servizi sociali che non hanno versato contributi e spetterebbero al Fisco non ad un ente di previdenza contributiva. L’Inps spende 264 MLD di eu l’anno, di cui 64 MLD per l’assistenza e 38 MLD di Eu in più sulle pensioni retributive, che non rispettano i contributi versati. Ma allora come si può risolvere questo problema ? Ma è molto semplice. Separando l’assistenza dalla contribuzione contributiva, lasciandola di pertinenza al Fisco, e poi, ricalcolando tutte le pensioni sul contributivo invece che sul retributivo, si

Scenari dopo la crescita

PREFAZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA “Il nostro compito è riferire le notizie, non fabbricarle. Quello è compito del governo” . Roger Dascombe da “V per vendetta” Nei buoni libri di storia accanto alla descrizione cronologica degli eventi si analizzano in genere anche le usanze e i costumi di un’epoca, tutte quelle cose che gli uomini di un tempo, immersi nel loro proprio presente, vivevano come la scontata consuetudine di una quotidiana normalità e che il lettore del futuro, a sua volta immerso in un contesto storico diversamente mutato, apprende come curiosità, situazioni invidiabili o al contrario come folli o atroci assurdità. E’ assai probabile che nei libri di storia del futuro la nostra generazione, a cavallo tra la fine del secondo millennio e l’inizio del terzo, verrà ricordata come quella che si è trovata a vivere un’epoca eccezionale nella quale si è disegnato, non solo il destino della stessa umanità, ma anche di tante altre specie viventi che oggi anc

La BCE ammette la truffa dell’ EURO, con tanto di documento ufficiale

La BCE ammette la circostanza che se il debito pubblico è denominato in propria valuta nazionale lo Stato non può mai fallire. Articolo di Giuseppe PALMA su “Il Giornale d’Italia” La  BCE  – Banca Centrale Europea – in un suo  dossier  dal titolo “ Monetary-fiscal interactions and the euro area’s vulnerability ” ( Interazioni monetarie e fiscali e vulnerabilità dell’area dell’euro ), conclude molto chiaramente che: “ In an economy with its own fiat currency, the monetary authority and the fiscal authority can ensure that public debt denominated in the national fiat currency is non-defaultable,  […] ”,  che tradotto significa  “ In un’economia con la propria valuta fiat  (creata dal nulla – nda) , l’autorità monetaria e l’autorità fiscale possono assicurare che il debito pubblico denominato nella moneta fiat nazionale non possa fare dafault   […]”! Noi lo scriviamo da anni , ma gli euristi più agguerriti ci offendevano con denigrazioni e argomentazioni da contabili di

Riforma della Pubblica Amministrazione: qualche Argomento di Riflessione.

Spesso si aprono ragionamenti sulla lunghezza delle procedure e sull’inefficienza della Pubblica Amministrazione, in cui ciascun interlocutore inventa possibili meccanismi di soluzione. Dato il tema è evidente che serva una riflessione sistematica su molti aspetti sovrapposti e un percorso di costruzione e condivisione delle proposte. Ovviamente l’obiettivo centrale è rimuovere la burocrazia, nella sua accezione deteriore di ostacolo alle iniziative e concentrazione di pratiche inconcludenti, sostituendola con percorsi efficienti di accompagnamento e provvedimenti efficaci. La ricorrente critica a questo tipo deteriore di burocrazia non è legata alla numerosità e complessità dei documenti richiesti, quanto al fatto inquietante che sia diventata un metodo, uno stile di vita, una forma di comportamento e di interazione con gli altri: questo la rende inaccettabile. E’ un metodo per rinviare e soprattutto non decidere, fondato peraltro su multiformi presupposti: atti del passato

Responsabilità sociale d’impresa, tra definizioni e policy europee

Che cos’è la responsabilità sociale d’impresa?  Quale normativa la regola e quale ruolo possono svolgere gli attori sociali? di Paolo Pantrini La responsabilità sociale d’impresa (R.S.I.) è una tematica sempre più discussa e approfondita sia negli studi sullo sviluppo aziendale, sia negli studi di politica sociale. E’ ormai chiaro che il welfare, la realizzazione del benessere sociale, non è competenza esclusiva del settore pubblico, ma coinvolge anche il secondo settore, il mercato, il terzo settore, il non-profit, e le reti informali come la famiglia o il vicinato.  Uno dei principali obiettivi della ricerca nel campo delle politiche sociali è fare chiarezza sui nuovi soggetti e le nuove dinamiche che si affacciano sull’”arena del welfare” approfondendo i ruoli e le attività dei diversi attori, compresi i privati, come le imprese. In questo contributo si prova a definire cos’è la R.S.I. e a tratteggiare le principali tappe delle policy europee.

Quanti sono gli analfabeti funzionali in Italia?

Prima di tutto cosa significa anzitutto analfabeta funzionale? A differenza dell'analfabeta strutturale, l'analfabeta funzionale sa leggere, scrivere e far di conto, il problema è che non capisce quello che legge o meglio, non ha gli strumenti analitici e critici per avvantaggiarsi di quello che legge, ascolta o apprende, trasformandolo in benzina per il suo agire sociale e la sua attività lavorativa. Insomma non si tratta (solo) di leggere un manuale senza capirlo, ma di non avere gli strumenti adatti a formarsi un'idea propria e originale del mondo circostante e delle sue dinamiche. In Italia il 28% della popolazione è composta di analfabeti funzionali. A certificarlo un recente studio realizzato dal PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies), un programma ideato dall'OCSE, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. La maggior parte dei nostri connazionali privi di adeguati strumenti di decodifica del mondo

I Bitcoin in caduta libera. Le analogie con la bolla dei tulipani

Quanto avrebbe pagato un risparmiatore olandese per acquistare un tulipano nel 1636? Approssimativamente 5,500 fiorini dell’epoca, equivalenti al prezzo di un lussuoso appartamento al centro di Amsterdam.  Ripercorriamo insieme i momenti cruciali di una delle bolle speculative più assurde che sia mai avvenuta nella storia della finanza.  I bulbi di tulipani vennero importati in Europa dalla Turchia nel 1500 e l’Olanda fu il paese che espresse subito il maggior apprezzamento per questo tipo fiore. Agli inizi del 1600, i tulipani coltivati in Olanda vennero colpiti da un virus non-fatale che alterò il colore dei petali generando un’ampia varietà e aumentando la rarità degli esemplari. I prezzi iniziarono a riflettere il grado di alterazione del colore dei petali ed il possesso di un tulipano divenne uno status symbol della ricchezza economica olandese.  Sempre più persone iniziarono a richiedere tulipani e i fioristi dovettero affrontare un primo problema: la doma

La salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale: un volano per lo sviluppo urbano sostenibile

Manca ancora sul piano nazionale, regionale e comunale una volontà politica chiara di incentivare gli strumenti normativi e le attività di sperimentazione che mettano al primo posto la salvaguardia dei patrimoni culturali e ambientali.  Un contributo di Claudio Gnessi , presidente Associazione per l’Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros Nell’immaginario collettivo le città sono, da sempre, il luogo delle opportunità, dello sviluppo sociale, economico, delle idee e della cultura. Un’immagine che spesso si scontra con una realtà ben più dura, fatta di comunità disgregate, ingiustizie sociali, marginalizzazione, esclusione. Criticità che spesso sono più al centro dell’agenda dei city makers, degli innovatori sociali, delle associazioni e dei comitati locali che della politica locale e nazionale.   In questo contesto l’Agenda 203