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Visualizzazione dei post da ottobre, 2021

LA RAZZIA DELLE PAROLE

I ginnasiali nel 1976 conoscevano 1600 parole; nel 1996 solo 600 e oggi 200  La perdita del linguaggio è una perdita del pensiero Attraverso le parole è infatti possibile capire più a fondo la realtà che ci circonda in quanto sono l’architrave delle relazioni sociali che abbiamo e delle interazioni di cui necessitiamo per crescere.   Le parole esatte danno forma al pensiero, trasmettono significati e aiutano a cooperare; grazie al loro enorme potere etico mettono in risalto i comportamenti umani e non sono mai neutre o inermi, piuttosto generano il dialogo e incentivano il confronto fra persone in un divenire continuo.   Di contro, l’impoverimento lessicale, qualitativo, ma anche quantitativo, significa meno opportunità di imbastire ragionamenti adeguati e, soprattutto , meno predisposizione ad un pensiero critico adeguato ai diversi contesti comunicativi. ...lo notava Christophe Clavé in un fortunato articolo del 2019 di cui posto uno stralcio: "Molti studi dimostrano infatti la

Il mito dell’insostenibilità della spesa pensionistica

 Tra i tanti miti che continuano ad essere propagandati sul funzionamento dell’economia, uno dei più perniciosi riguarda senz’altro la spesa pensionistica e la sua presunta insostenibilità, uno dei mantra della politica italiana da almeno vent’anni.  L’idea di fondo è che il “normale” nonché effettivo funzionamento dei sistemi pensionistici, e nella fattispecie di quello italiano, consista nel prelevare una certa percentuale dalla busta paga del lavoratore che poi viene “accantonata” in una sorta di “cassetta” previdenziale a cui lo Stato attingerà una volta che il lavoratore è andato in pensione per finanziare la pensione dello stesso.   A qualcuno che basi la sua concezione dell’economia sulla “saggezza convenzionale” – dunque alla maggior parte dei cittadini, ahinoi –, tale sistema potrebbe parere avere una sua logica.  Peccato che questa rappresentazione del funzionamento del nostro sistema pensionistico non solo non abbia alcun senso, ma non corrisponda neanche alla r

«La card non è un mezzo ma lo scopo: erogherà “diritti” solo agli schedati».

Un articolo di importanza capitale è apparso sul quotidiano La Verità . Il pezzo, complesso e dettagliato, si intitola «La card non è un mezzo ma lo scopo: erogherà “diritti” solo agli schedati» . Le rivelazioni dei due giornalisti Claudio Antonelli e Giulia Aranguena , che hanno indagato sull’architettura legale e informatica del green pass, confermano quanto  Renovatio 21  scriveva qualche giorno fa : il green pass è il mezzo sul quale correrà  l’euro digitale promesso dalla Lagarde alla BCE . Cioè, l’installazione di una società del controllo totale, dove il cittadino è sottomesso biologicamente, economicamente, elettronicamente al potere centrale. «La creazione di questa grande piattaforma di sorveglianza del cittadino – addirittura di capillarità più profonda di quella cinese – è il vero grande compito che i padroni del vapore si sono dati in questi anni» scrivevamo. «Con l’euro digitale, come con il green pass, voi dipendete dall’Istituzione: persino per le attiv

Freccero: “La pandemia è una tappa del piano per far fallire le Pmi”

di Antonio Amorosi – Chiamiamo il professore durante le cariche con lacrimogeni e idranti sui portuali No Green Pass di Trieste. Sto guardando le immagini. Sono sconvolto. A Trieste è morta la democrazia Professore, c’è indignazione, sdegno per quanto sta accadendo ma è da tempo che lei è molto preoccupato… Lo sono tremendamente. La popolazione non vede il grande piano delle élites mondiali, il grande Reset di Davos, ne parla Klaus Schwab, il direttore del World Economic Forum nel suo ultimo libro Covid-19, The G reat R eset Ne sta parlando da tempo anche lei, legandolo alla pandemia… La pandemia è la motivazione giusta per mettere in atto una costrizione sanitaria, come già illustrato anni fa da Michel Foucault nel suo capolavoro Sorvegliare e Punire , nel capitolo sul Panottico. La seconda tappa é la distruzione dell’economia reale e questa passa attraverso l’Agenda verde, la decrescita, le tasse sulle energie fossili Lei lega un piano delle élites alla gestione della

Pensiero critico

Caro Dott. Paciolla, non riesco più a tacere; sono veramente basito da ciò che sta accadendo in generale, ma più  ancora in una istituzione in cui io ho trascorso oltre quaranta anni di vita ed attività:  l’Università.     E’ mai possibile che solo poche centinaia di Professori abbiano contestato il  “Green Pass” su una popolazione di varie decine di migliaia di studiosi/ricercatori?    L’Università è, o dovrei dire era, il luogo deputato al pensiero libero, alla critica  metodologica, alla Scienza con S maiuscola in cui si insegna che le teorie si dimostrano o si  confutano sulla base di dati sperimentali e/o fattuali.  Un supino accomodamento ad una  norma, che, a detta degli stessi promotori politici, non ha alcun fondamento scientifico, ma  semplicemente una “gentile“ modalità di convincimento dei cittadini a “vaccinarsi”.  Ancor più grave è il supino ed acritico asservimento dei Rettori che dovrebbero rappresentare  la guida della più alta Istituzione deputata a formar

Il pericolo fascista che cosa è?

Il fascismo fu un movimento fortemente nazionalista, formatosi dopo la Prima Guerra Mondiale, fondato e organizzato da un ex socialista di nome Benito Mussolini, ex direttore del quotidiano socialista l'Avanti. Organizzò squadre paramilitari che agivano contro le organizzazioni sindacali di allora, i socialisti e i popolari, con il beneplacito delle forze dell'ordine del tempo, con il permesso del governo liberale, giolittiano, che sperava di manovrare tale movimento a suo favore. Dopo la marcia su Roma però tutto prese un'altra strada, con il sostegno del re, Vittorio Emanuele III, dei proprietari terrieri, al tempo molto potenti ancora, degli industriali che vivevano di ordini pubblici, per l'esercito, quindi un movimento militarista al potere faceva comodo.   Oggi cosa ha a che vedere tutto questo con la nostra realtà attuale?   Nulla, assolutamente nulla, anzi, le forze antifasciste paiono le più vicine idealmente e non solo, con quel movimento degli anni Venti del

Il punto di non ritorno

È un punto di non ritorno credo. Quello che vedo intorno a me è difficile persino da descrivere per quanto sia angosciante e al contempo ignorato dai più. A prescindere da quello che uno possa pensare su una data questione, al di là delle proprie scelte personali, esistono dei fatti oggettivi che non possono essere ignorati e vanno analizzati lucidamente.   Non si vedeva da decenni uno stato che era in grado di far sparire nel silenzio decine di migliaia di persone che protestano.    A prescindere da quello che sostengono quelle persone, il fatto che si siano ignorate queste manifestazioni (mentre venivano trasmessi servizi su tg nazionali con persino inviati sul posto per raccontare di sgomberi di rave non autorizzati) dovrebbe fare venire un brivido nella schiena a chiunque.   Viviamo in uno stato che ha deciso di applicare un ricatto paragonabile solo a certe leggi fasciste e questo lo dicono anche filosofi e politologi come Agamben.   Questo ricatto, di fatto, viola leggi e trattat

Il suddito perfetto: il totalitarismo ieri e oggi

Secondo Hannah Arendt, “Non si può descrivere il totalitarismo nei termini di semplice oppressione, tirannide, di illegalità, di immoralità o di nichilismo realizzato, esso richiede una spiegazione innovativa.  Il totalitarismo rappresenta da un lato il luogo di cristallizzazione delle contraddizioni moderne e dall’altro rappresenta la comparsa in occidente di un fenomeno radicalmente nuovo e impensato”. Le condizioni che ci permettono di identificare un regime come totalitario sono troppo complesse e strutturate per poterle associare ad una semplice arretratezza sociale. La buona riuscita del regime totalitario si basa sul controllo delle persone, sia nella vita collettiva e pubblica, sia nella vita privata e singolare di ogni individuo. Il controllo esercitato dal regime è completo, perché controlla la storia, l’informazione, il pensiero, la letteratura e cerca di dar forma a ogni singolo cittadino, trasformandolo nel suddito perfetto per il totalitarismo. Questa metamorfosi viene ac