Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

SUL DENARO, E SULL’IDEA FALSA CHE, DICONO, NON CI SIA

Riassunto: in questo post focalizzerò l’attenzione su una grossa mal comprensione che esiste ancora oggi, in merito alla moneta e al denaro. Questa mal comprensione ha generato quell’idea falsa che il denaro non cresca sugli alberi, e altri concetti simili, che, di fatto, hanno instillato nella cultura dominante che il denaro sia scarso. Bene: chiarirò queste problematiche, e indicherò la soluzione. STORIA Una volta non c’era il denaro. Anche il concetto di moneta era sconosciuto. I Longobardi, quando arrivarono in Italia nel VI secolo, non possedevano denaro, né il concetto di moneta. Eppure, nonostante fossero, come diremmo oggi, “in bolletta sparata”, essi conquistarono quasi tutta l’Italia. Eppure l’Italia di allora già conosceva e usava la moneta e il denaro: infatti vi erano monete di bronzo, d’argento e d’oro. Ma questo non bastò alle popolazioni italiche per contrastare la forza espressa dalle popolazioni longobarde.   Infatti un conto è il prestigio, il potere e la potenza del

Il denaro: tra filosofia e finanza

Così come è difficile se non impossibile immaginare un mondo senza soldi, allo stesso tempo è impossibile immaginare un mondo senza finanza (la quale si basa per l’appunto sul denaro). Che cos’è il denaro? Nel corso della storia umana, ha assunto diverse forme: dalle conchiglie di ciprea alle monete e banconote, fino alle sempre più attuali criptovalute. Non tutti sanno che da Platone a Simmel, sono molti i filosofi che si sono interrogati sulla natura del denaro. Nei dialoghi politici di Platone (428-347 a.C.), “La Repubblica” e “Le Leggi” (il cui tema è la descrizione di una polis “ideale”) è presente la diffidenza per la smania del guadagno e la tendenza ad accumulare soldi.  Per il filosofo nell’economia della polis perfetta si deve ricercare una via di mezzo tra l’eccesso di povertà e quello di ricchezza. Con Platone si assiste all’introduzione di una forma di autarchia monetaria e il divieto del prestito a interesse, sancendo così che «è lecito a chi ha ri

L' Italia nell'Unione Europea. Tra europeismo retorico e dispotismo «illuminato»

L'integrazione europea è una rivoluzione: nei metodi, perché espropria i Parlamenti e attribuisce potere decisionale a "tecnici", e nei risultati, perché comporta la disapplicazione del principio del "diritto al lavoro", appartenente al nucleo duro della Costituzione.    Nell'Unione Europea l'Italia è obbligata a promuovere e mantenere un'alta disoccupazione e non a promuovere e mantenere la piena occupazione.  Con "dispotismo illuminato" è stata imposta la prevalenza del diritto dell'Unione su quello nazionale, promossa la rendita finanziaria, modificato il regime dell'euro previsto a Maastricht, e imposta per 27 anni un'altissima disoccupazione.  Il consenso di massa è stato dovuto a una forma di fanatismo, l'"europeismo retorico": si è stati favorevoli all'integrazione, a prescindere dalla riflessione sugli interessi ? di ceti, classi sociali, territori (il Mezzogiorno) e Stati ? che venivano sa

Uno strumento di libertà ....

Ci vuole una memoria molto corta oppure una buona dose di malafede per negare che alla base dell’imposizione, da parte del governo Draghi, del cosiddetto Green Pass c’era la presunzione che il vaccino impedisse il contagio del virus covid19. Lo hanno detto mille volte, lo hanno ripetuto fino alla noia: il vaccino impedisce il contagio, chi si vaccina non trasmette il virus, chi non si vaccina è invece “pericoloso” perché mette a rischio la vita degli altri Lo disse il presidente Mattarella, poi con estrema saccenza lo ribadì Draghi nel suo famoso discorso contro i non vaccinati (“Non ti vaccini, ti ammali, contagi, fai morire“), lo imposero Speranza e Sileri come “verità scientifica” (“Renderemo la vita difficile comenlo stiamo facendo perché i non vaccinati sono pericolosi!“), lo annunciarono ogni giorno su tv e radio i virostar (“A Natale non invitate i non vaccinati!”), lo ricordarono i datori di lavoro, lo reiterarono i colleghi e i vicini di casa. Chi si vaccina n

Privatizzazione, quando e come è iniziata la (s)vendita del patrimonio pubblico

All’indomani della svalutazione del 1992 iniziano i nuovi saldi del patrimonio pubblico. Multinazionali angloamericane, ma anche francesi, arrivano in Italia per “fare shopping”: vanno in cerca di società, specialmente agroalimentari e di meccanica di precisione. Italgel, per esempio, viene aggiudicata alla Nestlè a 680 miliardi di lire contro una valutazione di 750.  Ma anche i giganti italiani guadagnano dallo smembramento del patrimonio nazionale: il gruppo Benetton si aggiudica per 470 miliardi GS Autogrill che poi rivende ai francesi di Carrefour GS per 10 volte tanto. Poi fagocita la rete autostradale usando la leva finanziaria, si indebita per acquistarla e poi scarica il debito sulle autostrade, naturalmente si guarda bene dal vendere l’impresa perché genera proficui profitti, specialmente mantenendo la manutenzione a livelli bassissimi. Vengono privatizzate totalmente Telecom, parzialmente Enel ed Eni. Molte di queste aziende, fino ad allora considerate all’estero concorrenti

Al verde per le tasse !

QUALI SONO I 10 MOTIVI PER CUI I NOSTRI POLITICI CI TENGONO AD UNA PRESSIONE FISCALE DA FOLLIA 86% COMPLESSIVO, IL TRIPLO DEL NECESSARIO ED IL DOPPIO RISPETTO AL RESTO DEL MONDO ?   1) Il sistema Bancario Piu’ alte sono le tasse meno soldi hanno in tasca lavoratori ed imprese, piu’ cittadini ed imprese andranno in Banca a chiedere prestiti, il core business delle Banche è prestare il denaro che oltretutto non hanno, guadagnando sia sul capitale che sugli interessi, non so se mi sono spiegato, sono 1.800 MLD di eu anno i crediti bancari, se avessimo imposte eque crollerebbero a 300 MLD.   2) Agevolare le Multinazionali Già le multinazionali ed i grandi gruppi industriali sono piu’ potenti delle piccole e medie imprese per via delle loro dimensioni, se poi le grandi impese non pagano le tasse, lo sono ancora di piu’, per questo motivo le costringono a chiudere, in accordo con la politica alla quale pagheranno la propaganda e le campagne elettorali e si prendono i loro merca

Dissenso informato !

Dal blog http://effimera.org/ Prefazione – di Vittorio Agnoletto Pubblichiamo la prefazione di Vittorio Agnoletto al libro, da poco uscito, “Dissenso informato. Il dibattito mancato e le possibili alternative” a cura di Elisa Lello e Niccolò Bertuzzi ( Castelvecchi Editore ). “Durante la pandemia – e più di recente anche sul conflitto russo-ucraino – si è assistito a una riduzione del pluralismo informativo e all’espulsione delle voci critiche, fenomeni che hanno pericolosamente spinto il dissenso verso percorsi di radicalizzazione. Il “dibattito mancato” ha impedito una reale discussione su questioni cruciali che riguardano le politiche sanitarie e le loro conseguenze, così come i molteplici intrecci tra medicina, scienza, economia e politica. Tramite analisi rigorose e documentate, questo libro contribuisce ad aprire un dibattito plurale, per elaborare strumenti utili a orientarsi nel nuovo scenario e per immaginare modalità alternative,