L'integrazione europea è una rivoluzione: nei metodi, perché espropria i Parlamenti e attribuisce potere decisionale a "tecnici", e nei risultati, perché comporta la disapplicazione del principio del "diritto al lavoro", appartenente al nucleo duro della Costituzione.
Nell'Unione Europea l'Italia è obbligata a promuovere e mantenere un'alta disoccupazione e non a promuovere e mantenere la piena occupazione.
Con "dispotismo illuminato" è stata imposta la prevalenza del diritto dell'Unione su quello nazionale, promossa la rendita finanziaria, modificato il regime dell'euro previsto a Maastricht, e imposta per 27 anni un'altissima disoccupazione.
Il consenso di massa è stato dovuto a una forma di fanatismo, l'"europeismo retorico": si è stati favorevoli all'integrazione, a prescindere dalla riflessione sugli interessi ? di ceti, classi sociali, territori (il Mezzogiorno) e Stati ? che venivano sacrificati.
I risultati economici della rivoluzione europea per l'Italia sono catastrofici.
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