QUANDO PARLARE DI CERTE COSE STANCA.........
Il rischio di parlare e di scrivere sul malaffare italiano corre sul filo del rasoio dell'indifferenza specialmente quando ci si abitua a tutto, è come la morte in guerra,alla fine a forza di vedere massacri, i morti ammazzati sono solo un conteggio statistico.
L'assuefazione è l'arma più potente che il potere, qualsiasi potere, utilizza senza sparare un solo colpo, una trappola insidiosa che ammorba le coscienze e le getta nello sconforto, la normalità dei nostri tempi è così sconfortante che l'impotenza è la situazione in cui anche i più intraprendenti si trovano, loro malgrado, a sperimentare.
Tutto questo vivere in mezzo al lezzo non tocca il singolo fino a che ciascuno non sperimenta su se stesso questo stato di cose ed è solo allora che per breve tempo l'ipnotizzato acquista un pò di lucidità ma solo un po', l'ammorbamento dopo riacquista forza e la narcosi di ognuno diventa una vera e propria narcosi collettiva.
..E QUANDO NON BASTA NASCONO LE LEGGI BAVAGLIO MA...
Ero bambino quando ho sentito parlare per la prima volta di scandali, parole come Lockheed o Antilope Cobbler, non mi dicevano niente, poi quando un minimo di consapevolezza l'acquistai, capii che questi due nomi erano legati ad un'altra parola a cui ci siamo abituati: corruzione.
Sarebbe però un errore pensare che solo il Palazzo sia coinvolto in questa maxi rapina, il Palazzo è l'espressione di una società che è fatta anche da finanza,imprese, burocrazia, in parole più semplici, la nostra cultura (?) è quella del malloppo, la malloppite elevata a sistema dove gli sfruttati sono sfruttatori di altri sfruttati.
Il malloppo (minuscolo) scritto da Giampaolo Pansa è un bestiario in cui
sfilano....i tanti cattivi e i pochi buoni dell'Italia malloppiera, i furboni e gli onestuomini, i campioni delle fregature al prossimo e gli italiani perbene che tentano di fermarli.
Probabilmente in futuro con la legge sulle intercettazioni telefoniche, il giornalismo d'inchiesta subirà una battuta d'arresto e non solo articoli ma anche libri come questo saranno solo un ricordo che contribuirà a rafforzare la narcosi collettiva, non sapendo avremo più tempo per essere come Gianni e il suo profumo dell'ottimismo, un perfetto coglione ne che le beve tutte e che è contento di non sapere perchè dopo una giornata di lavoro uno non vuole sentire cose pesanti, magari questo coglione quando andrà in banca scoprirà che i suoi soldi si sono volatilizzati perchè sono stati investiti in titoli spazzatura come quelli della vecchia Parmalat...'''il Malpaese malloppiero''' ringrazia!
PERCHE' QUESTO TITOLO
E' lo stesso Pansa a spiegarci il motivo di questo titolo:
Perchè il malloppo?
Sulle prime, volevo intitolare questo libro La Tangente e, se avessi fatto così, non avrei dovuto spiegare nulla.
La tangente è ormai il cancro abituale della nostra società politica, un male che non viene più curato tanto appare inguaribile.
L'affarismo partitico, del resto, non indigna più nessuno,anzi, è nobilitato come l'unico fine pratico dell'attività pubblica,un motore che, quando gira, fa girare tutto.
E' così mi son detto:sì, sbattiamo la tangente in copertina, il lettore capirà subito da che parte tirino molte pagine di questo racconto.
Poi, via via che costruivo il libro, mi sono accorto che alla malattia del tangentismo se n'era affiancata un'altra, assai più diffusa e devastante: la malloppite, la voglia sfrenata di malloppo.
Che cosa sia il malloppo non è facile a dirsi in due parole.
E' il bottino. E' la refurtiva. E' il risultato dell'arraffa-arraffa.
Nel gergo della malavita, il malloppo è la refurtiva, il bottino di un'impresa ladresca ed è il termine che meglio indica un sistema di pensiero elevato a sistema di un'intera società, quasi da sembrare un connotato identificativo che consente immediatamente di rilevare il soggetto che la pratica.
Il malloppo è:
La super-carriera fatta senza meriti
Il maxi-stipendio ottenuto senza fatica
La roba conquistata in fretta
Il denaro messo insieme come viene viene, senza guardare per il sottile,in base al principio che il fine giustifica i mezzi
Il GENERE
Nè saggio, nè romanzo ma entrambe le cose, un romanzaccio nero, così lo definisce Pansa, e il termine peggiorativo in questo caso non indica la qualità dello scritto ma è sinonimo di storiaccia, di storia brutta in cui i personaggi, pur essendo veri, sono tanto grotteschi e tragici da far pensare che cupo paese quello descritto ne il Malloppo.
Purtroppo questa storiaccia la viviamo da decenni e si è trasformata in un dramma che gronda di sangue, di stragi e di misteri volutamente lasciati tali, è la cultura del malloppo che permette a camorra, 'ndragheta e mafia di perpetuarsi,
E in questo assalto alla diligenza ci sono dei responsabili (che hanno nome e cognome): i rappresentanti di una politica che è affaccendata in tutt'altre faccende:garantirsi il malloppo.
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Il rischio di parlare e di scrivere sul malaffare italiano corre sul filo del rasoio dell'indifferenza specialmente quando ci si abitua a tutto, è come la morte in guerra,alla fine a forza di vedere massacri, i morti ammazzati sono solo un conteggio statistico.
L'assuefazione è l'arma più potente che il potere, qualsiasi potere, utilizza senza sparare un solo colpo, una trappola insidiosa che ammorba le coscienze e le getta nello sconforto, la normalità dei nostri tempi è così sconfortante che l'impotenza è la situazione in cui anche i più intraprendenti si trovano, loro malgrado, a sperimentare.
Tutto questo vivere in mezzo al lezzo non tocca il singolo fino a che ciascuno non sperimenta su se stesso questo stato di cose ed è solo allora che per breve tempo l'ipnotizzato acquista un pò di lucidità ma solo un po', l'ammorbamento dopo riacquista forza e la narcosi di ognuno diventa una vera e propria narcosi collettiva.
..E QUANDO NON BASTA NASCONO LE LEGGI BAVAGLIO MA...
Ero bambino quando ho sentito parlare per la prima volta di scandali, parole come Lockheed o Antilope Cobbler, non mi dicevano niente, poi quando un minimo di consapevolezza l'acquistai, capii che questi due nomi erano legati ad un'altra parola a cui ci siamo abituati: corruzione.
Sarebbe però un errore pensare che solo il Palazzo sia coinvolto in questa maxi rapina, il Palazzo è l'espressione di una società che è fatta anche da finanza,imprese, burocrazia, in parole più semplici, la nostra cultura (?) è quella del malloppo, la malloppite elevata a sistema dove gli sfruttati sono sfruttatori di altri sfruttati.
Il malloppo (minuscolo) scritto da Giampaolo Pansa è un bestiario in cui
sfilano....i tanti cattivi e i pochi buoni dell'Italia malloppiera, i furboni e gli onestuomini, i campioni delle fregature al prossimo e gli italiani perbene che tentano di fermarli.
Probabilmente in futuro con la legge sulle intercettazioni telefoniche, il giornalismo d'inchiesta subirà una battuta d'arresto e non solo articoli ma anche libri come questo saranno solo un ricordo che contribuirà a rafforzare la narcosi collettiva, non sapendo avremo più tempo per essere come Gianni e il suo profumo dell'ottimismo, un perfetto coglione ne che le beve tutte e che è contento di non sapere perchè dopo una giornata di lavoro uno non vuole sentire cose pesanti, magari questo coglione quando andrà in banca scoprirà che i suoi soldi si sono volatilizzati perchè sono stati investiti in titoli spazzatura come quelli della vecchia Parmalat...'''il Malpaese malloppiero''' ringrazia!
PERCHE' QUESTO TITOLO
E' lo stesso Pansa a spiegarci il motivo di questo titolo:
Perchè il malloppo?
Sulle prime, volevo intitolare questo libro La Tangente e, se avessi fatto così, non avrei dovuto spiegare nulla.
La tangente è ormai il cancro abituale della nostra società politica, un male che non viene più curato tanto appare inguaribile.
L'affarismo partitico, del resto, non indigna più nessuno,anzi, è nobilitato come l'unico fine pratico dell'attività pubblica,un motore che, quando gira, fa girare tutto.
E' così mi son detto:sì, sbattiamo la tangente in copertina, il lettore capirà subito da che parte tirino molte pagine di questo racconto.
Poi, via via che costruivo il libro, mi sono accorto che alla malattia del tangentismo se n'era affiancata un'altra, assai più diffusa e devastante: la malloppite, la voglia sfrenata di malloppo.
Che cosa sia il malloppo non è facile a dirsi in due parole.
E' il bottino. E' la refurtiva. E' il risultato dell'arraffa-arraffa.
Nel gergo della malavita, il malloppo è la refurtiva, il bottino di un'impresa ladresca ed è il termine che meglio indica un sistema di pensiero elevato a sistema di un'intera società, quasi da sembrare un connotato identificativo che consente immediatamente di rilevare il soggetto che la pratica.
Il malloppo è:
La super-carriera fatta senza meriti
Il maxi-stipendio ottenuto senza fatica
La roba conquistata in fretta
Il denaro messo insieme come viene viene, senza guardare per il sottile,in base al principio che il fine giustifica i mezzi
Il GENERE
Nè saggio, nè romanzo ma entrambe le cose, un romanzaccio nero, così lo definisce Pansa, e il termine peggiorativo in questo caso non indica la qualità dello scritto ma è sinonimo di storiaccia, di storia brutta in cui i personaggi, pur essendo veri, sono tanto grotteschi e tragici da far pensare che cupo paese quello descritto ne il Malloppo.
Purtroppo questa storiaccia la viviamo da decenni e si è trasformata in un dramma che gronda di sangue, di stragi e di misteri volutamente lasciati tali, è la cultura del malloppo che permette a camorra, 'ndragheta e mafia di perpetuarsi,
E in questo assalto alla diligenza ci sono dei responsabili (che hanno nome e cognome): i rappresentanti di una politica che è affaccendata in tutt'altre faccende:garantirsi il malloppo.
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