Passa ai contenuti principali

Centinaia di turbine alimentate da acqua potabile

In Svizzera, le centrali idroelettriche alimentate da acqua potabile hanno una lunga tradizione. 
Già prima che esistesse una rete elettrica pubblica, gli albergatori engadinesi avevano installato turbine nelle condotte dell’acqua per offrire ai propri ospiti la luce elettrica. 
Da allora, questa semplice forma di produzione di elettricità ha trovato una diffusione sempre maggiore. 
Nel solo periodo successivo al 1990 sono state costruite in Svizzera circa 100 nuove centrali idroelettriche alimentate da acqua potabile, che producono complessivamente circa 60 milioni di kWh di energia elettrica sufficiente per circa 12'000 economie domestiche. 
Secondo un rilevamento dell’Ufficio federale dell’energia, continua a sussistere un potenziale non sfruttato del medesimo ordine di grandezza. 
Se tutte le possibilità di turbinaggio dell’acqua potabile considerate economiche fossero effettivamente sfruttate, si potrebbe fornire un importante contributo al raggiungimento degli obiettivi della politica energetica e climatica svizzera.

Una chance per gli acquedotti
Molti acquedotti presentano un elevato consumo di energia elettrica. 
Una centrale idroelettrica propria consente di ridurre sia l’acquisto di elettricità che le spese per l’energia. 
L’elettricità prodotta con acqua potabile può inoltre essere venduta come energia ecologica. 
In tal modo si ottengono entrate supplementari. 

La produzione di energia elettrica a partire dall’acqua potabile offre quindi alle aziende di approvvigionamento idrico la possibilità di migliorare il risultato d’esercizio.
Le aziende elettriche sostengono l’attuazione
Il presupposto ideale per la costruzione e l’esercizio di una centrale idroelettrica ad acqua potabile è la collaborazione fra l’azienda che gestisce l’acquedotto e quella che garantisce l’approvvigionamento elettrico locale. 

Diversi modelli si sono dimostrati validi nella pratica. 
Particolarmente diffuso è il contratto di cessione di energia. 
In questo caso, l’azienda elettrica acquista l’energia elettrica ad un prezzo concordato e la commercializza per proprio conto. 

La retribuzione minima per l’immissione in rete di energia proveniente da fonti rinnovabili e da produttori indipendenti è fissata in una raccomandazione vincolante dell’Ufficio federale dell’energia (UFE). 
Essa ammonta a 15 centesimi al kWh (media annua). 
Altre soluzioni prevedono che l’azienda elettrica si assuma anche gli oneri relativi alla costruzione e all’esercizio dell’impianto, oppure che l’azienda di approvvigionamento idrico commissioni la realizzazione dell’impianto a un contractor privato....




Commenti

Post più visti

Leggete a chi vanno i miliardi della Bce. E vomitate!

Mi prenderei a sberle. Avevo un documento agghiacciante in scrivania e non l’ho aperto per mesi. Dentro c’è la verità su chi Mario Draghi sta veramente finanziando coi miliardi del Quantitative Easing (Qe) mentre storce il naso se Roma chiede 20 euro per gli abruzzesi in ipotermia, sfollati da mesi, con morti in casa e la vita devastata, o per mettere 11 euro in più nel Job Act infame di Renzi e Poletti. Quando io gridavo a La7 “Criminali!” contro gli eurocrati, l’autore del programma, Alessandro Montanari, mi si avvinghiava alla giacca dietro le quinte e mi rampognava fino alla diarrea. Quel genio di Oliviero Beha mi rampognò in diretta, è in video. Ma voi leggete sotto, mentre pensate ai sofferenti d’Italia. Bacinella del vomito a portata di mano, raccomando. Il pdf in questione mi arrivò a fine ottobre via mail da Amsterdam, fonte autorevole oltre ogni dubbio. M’ingannò, porcaputtana, il subject mail che era “Draghi finanzia il Climate Change”. Pensai, ok, ci ar

IL VIRUS GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

Post per pochi intimi.5 minuti per avere una visione corretta di quello che è realmente accaduto. Buona lettura. Può un virus arrivare proprio nel momento esatto per essere considerato come una vera e propria benedizione? Sarebbe quasi un’eresia rispondere di si. Invece, per gli operatori finanziari, è proprio ciò che è accaduto. A giugno 2019 il mercato dei REPO stava iniziando a collassare mostrando segnali di pericolo sistemico. La maggior parte della gente non sa neanche che cosa siano i REPO. In pratica sono operazioni di pronti contro termine con cui le banche e i maggiori operatori economici si scambiano asset (principalmente titoli di stato) con operazioni di durata brevissima allo scopo di ottenere liquidità istantanea per le ragioni legate soprattutto al rischio controparte che scaturisce da operazioni altamente speculative nel mercato dei derivati. Il campanello d’allarme inizia a suonare a giugno. A settembre 2019 la situazione diventa preoccupante. Quanto preoccupan

Quando e perchè è iniziato il declino Italiano ?

Nel 1987 l’Italia entra nello Sme (Sistema monetario europeo) e il Pil passa dai 617 miliardi di dollari dell’anno precedente ai 1201 miliardi del 1991 (+94,6% contro il 64% della Francia, il 78,6% della Germania, l’87% della Gran Bretagna e il 34,5% degli Usa). Il saldo della bilancia commerciale è in attivo di 7 miliardi mentre la lira si rivaluta del +15,2% contro il dollaro e si svaluta del -8,6% contro il marco tedesco. Tutto questo,  ha un suo apice e un suo termine coincidente con la nascita della Seconda Repubblica. La fredda legge dei numeri ci dice difatti che dal 31 dicembre del 1991 al 31 dicembre del 1995, solo quattro anni, la lira si svaluterà del -29,8% contro il marco tedesco e del -32,2% contro il dollaro Usa. La difesa ad oltranza e insostenibile del cambio con la moneta teutonica e l’attacco finanziario speculativo condotto da George Soros costarono all’Italia la folle cifra di 91.000 miliardi di lire. In questi quattro anni il Pil crescerà soltanto del 5,4% e s