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La nave, il ponte, una storia tutta italiana.

Ho l'età giusta per affermare che le cose cambiano, spesso il cambiamento cancella momenti di vita vissuta, ed è doloroso.
Doloroso perchè,  di quello scafo, di cui oggi non rimane più nulla , posso  con l'immaginazione ripercorrere : la sala macchine, i saloni, rivedere le cabine, le piscine, le persone .... e questo è il sogno che mi accompagna.


La chiglia della Eugenio C fu impostata il 10 Gennaio 1964, e fu varata il 21 Novembre dello stesso anno.

La consegna alla compagnia avvenne a Genova il 22 Agosto del 1966 .

Per chi ci ha lavorato come me, era evidente che man mano passavano gli anni,  i costi di esercizio e di manutenzione aumentavano a scapito della redditività.
Il trascorrere del tempo lascia dunque dei segni e la consapevolezza che nulla è eterno. 

La demolizione è avvenuta nell'ottobre 2003 ad Alang.

E qui la storia dell'Eugenio perde il suo fascino per diventare una delle tante storie di chi si libera di tutto ciò che più non fa profitto.  

Una immagine significativa del cambiamento che può avvenire nell'arco di una cinquantina di anni nel campo delle costruzioni navali.

Veniamo ai giorni nostri.

Perchè accosto l'Eugenio Costa a ponte Morandi:  l'Eugenio è stata varata nel 1966 , ponte Morandi inaugurato nel 1967 , la storia che segue segnala delle differenze di gestione e di profitto


Il viadotto Polcevera è un ponte ubicato fra i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano a cavallo del letto del torrente Polcevera, nel territorio della città di Genova.   Data di apertura: 4 settembre 1967.   Un anno dopo il varo dell'Eugenio Costa


Crollato il 14 Agosto 2018  Il ponte andava demolito molto tempo prima !

Quello che mi da pensare è che chi erano i responsabili della manutenzione non potevano non sapere !
" La gallina dalle uova d'oro" doveva essere spremuta come non mai sino ad arrivare al tragico epilogo.

Dopo il crollo del ponte tutti a parlare della gronda di ponente.
È confermata la previsione di una durata dei lavori di circa 10 anni dall’apertura dei cantieri, il che significa che se si comincerà nel 2019 i cantieri si chiuderanno nel 2029-2030.

Vorrei segnalare che dopo 10 anni  La presidenza del Consiglio dei Ministri ha recentemente pubblicato un documento dal titolo: «Adeguamento dell’asse ferroviario Torino – Lione.
 A pagina 58, si legge: «Non c’è dubbio,infatti, che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica di questi anni, che ha portato anche a nuovi obiettivi per la società, nei trasporti declinabili nel perseguimento di sicurezza, qualità, efficienza.
Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni.

L'obiettivo della gronda era ed è quello di allegerire il traffico sul ponte,  senza porsi la domanda:  ma il traffico nel 2029 - 2030 sarà ancora come quello che vediamo nella foto ?
Useremo ancora la macchina e i trasporti su gomma così come lo facciamo adesso ?  Sarebbe un incubo !



Ma allora le strategie di potenziamento dei trasporti su rotaia e su mezzi pubblici, verranno mai adottate ?

Che tipo di traffico avremo nel 2030 ?

A me pare che per l'ennesima volta, di tutto si parla, senza avere la minima conoscenza delle cose da fare !
Tutto è già scritto, mi sembra che in questo articolo ne dò la dimostrazione, mancano le persone che sanno ascoltare !

Augusto Anselmo


Ivan Illich sulla condivisione nei trasporti.

“Il passeggero abituale non riesce ad afferare la follia di un traffico basato in misura preponderante sul trasporto*.
Le sue percezioni ereditarie dello spazio, del tempo e del ritmo personale sono state deformate dall’industria.
Ha perso la capacità di concepire se stesso in un ruolo che non sia quello del passeggero.
Drogato dal trasporto, non ha più coscienza dei poteri fisici, psichici e sociali che i piedi di un uomo posseggono.
E’ arrivato a prendere  per un territorio quel paesaggio sfuggente attraverso il quale viene precipitato.
Non è più capace di crearsi un proprio dominio, di dargli la propria impronta e di affermarvi la propria sovranità.
Non ha più fiducia nel suo potere di ammettere altri alla propria presenza e di dividere consapevolmente con loro lo spazio.
Non sa più affrontare da solo le distanze.
Lasciato a se stesso, si sente immobile.”

*Illich utilizza il termine trasporto riferendosi a tutte le modalità di spostamento che non utilizzano l’energia metabolica umana.

Da “Energia ed Equità”, capitolo 3 “L’immaginazione intontita dalla velocità”

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