Ricordo una frase che mi aveva riportato circa 10 anni fa l'Arch Savonese Giorgio Mallarino : Professor N.Gucci:
“Il cemento armato non è altro che una bomba ad orologeria”.
Non sarebbe la prima situazione critica che mi ritrovo a segnalare : clima , energia, disssesto idrogeologico .... , ci sarebbero pure interventi per affrontare ogni situazione, purtroppo è assai difficile trovare interlocutori disposti ad ascoltare, e ad intervenire.
Mi sono per questo attivato in questo blog a segnalare quali sono i blocchi psicologici e finanziari ( che è possibile superare ) che bloccano il cambiamento....
Augusto Anselmo
Riporto questo articolo:
«La sequenza di crolli di infrastrutture stradali italiane sta assumendo, da alcuni anni, un carattere di preoccupante regolarità. L'elemento in comune è l'età (media) delle opere: gran parte delle infrastrutture viarie italiane (i ponti stradali) ha superato i 50 anni di età, che corrispondono alla vita utile associabile alle opere in calcestruzzo armato realizzate con le tecnologie disponibili nel secondo dopoguerra (anni '50 e '60).
In pratica, decine di migliaia di ponti in Italia hanno superato, oggi, la durata di vita per la quale sono stati progettati e costruiti», scrive in una nota l'Istituto.
Non c’è nulla di peggio di piangere i morti nell’indifferenza di molti connazionali verso i responsabili di queste stragi assurde.
Credere che in un Paese economicamente avanzato il crollo di un viadotto o di un ponte sia una fatalità è come credere che la crisi finanziaria del 2008 sia stata un evento naturale invece che il risultato, di un preciso progetto politico (neoliberale in senso lato, europeista per quanto ci riguarda da vicino).
Si sprecano le “imparziali” parole di cordoglio e si nota quasi un timore reverenziale anche da parte di chi dovrebbe essere opposizione culturale al sistema neoliberale ancora dominante.
Il Cnr ha preso posizione e ha detto a chiare lettere quello che molti di noi non hanno il coraggio di dire, perché si sentono minacciati dalla derisione dei cosiddetti “competenti”.
All’Italia serve un piano da decine e decine di miliardi di investimenti infrastrutturali per riparare i danni provocati dall’incuria della classe dirigente liberale degli ultimi quattro decenni.
E, aggiungo io, serve la nazionalizzazione di tutti i settori strategici, a partire da quello stradale e autostradale, perché non è ammissibile che la nostra sicurezza quotidiana sia nelle mani di chi per sua natura deve far profitto abbassando i costi al minimo possibile.
Tutti sapevano che quel ponte sarebbe prima o dopo caduto e che era in pessime condizioni.
Il cedimento è stato strutturale e non bastava la manutenzione ordinaria o straordinaria per renderlo sicuro a lungo.
Semplicemente, serviva un altro ponte, nuovo e più moderno.
Ho sentito qualcuno prendersela addirittura con l’architetto che realizzò quel ponte oltre 50 anni fa, con le tecnologie di cui disponeva al tempo.
La cultura dei “competenti” è un grande ed epocale inganno che nasconde un progetto politico dietro il paravento della tecnica e della scienza.
Quel progetto politico ha reso l’Italia un Paese vecchio, impoverito, cadente, e va contrastato senza pietà da un progetto politico alternativo, socialista, statalista e democratico, tre aggettivi che riflettono lo spirito più profondo della nostra Legge Fondamentale, la sola vera Religione civile cui dovremmo votarci, la Costituzione.
Tratto dall'editoriale del 17/08/2018 di Simone Garilli
Non mi resta che, a questo punto, segnalare l'emergenza scuole .....
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