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Vajont la diga assassina


8 ottobre 1963 Diga del Vajont. 

Non tutti sanno che...La S.A.D.E. ( Società Adriatica Di Elettricità ) aveva fretta. Aveva fretta di farsi pagare dallo Stato per la sua "nazionalizzazione" e per questo accelerò i tempi della diga nonostante ci fossero i dati di instabilità delle rocce. 


La S.A.D.E. VOLEVA consegnare a tutti i costi l'opera per poi farsi liquidare ed essere inglobata in quel processo di nazionalizzazione e confluire nella costituenda ENEL che aveva il compito di di assorbire ben 1.270 imprese private esercenti attività elettriche. 

Sino ad allora l'elettricità era gestita da aziende di dimensione media, talvolta anche piccola, sparse sul territorio, in qualche modo collegate e controllate da poche aziende più grandi.

Nel 1960 ci fu un importante convegno sulla nazionalizzazione dell'industria elettrica, organizzato dagli Amici del Mondo e sostenuto dal Partito Radicale. 

La relazione introduttiva fu tenuta da Eugenio Scalfari che sottolineò i probabili benèfici effetti sul regime dei prezzi e sul versante tecnico e prese ad esempio le esperienze delle nazionalizzazioni già effettuate in Francia ed in Inghilterra.

Il convegno suscitò una profonda discussione politica. 
Il sistema elettrico era per sua natura estremamente influente sul piano politico.
Il convegno si tradusse pressoché immediatamente in lavori preparatori della legge, nei quali il punto più discusso fu la modalità di indennizzo ai vecchi azionisti .

Vinsero le posizioni di Guido Carli, governatore della Banca d'Italia, e l'indennizzo fu immediato.

Appena fu nazionalizzata la S.A.D.E. , la diga del Vajont divenne di proprietà dell' ENEL, quindi dello STATO e pochi mesi dopo la nazionalizzazione avvenne il disastro. 

Ma a quel punto i danni erano tutti a carico dello Stato anzichè dei privati che la costruirono. 

I danni sono ancora a carico dello Stato visto che tra le accise della benzina paghiamo anche i danni e la ricostruzione dei paesi travolti dall'onda. 





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