24 Giu , 2022 | Matteo Bortolon | Da svariati decenni la fame è un tema che compare nel novero delle analisi delle dinamiche globali; probabilmente dalla diffusione mondiale del famoso libro del nutrizionista, geografo e uomo politico brasiliano Josué de Castro, La geografia della fame (1946), tradotto dappertutto negli anni Cinquanta. Oggi si ripropone l’ombra di una nuova crisi alimentare, ma stavolta i media globali hanno trovato un facile capro espiatorio. La responsabilità non sarebbe del capitalismo occidentale, del sottosviluppo o di qualche fattore impersonale, ma di Vladimir Putin. Tutta colpa di Mosca? A marzo la FAO ha registrato un eccezionale aumento dei prezzi del 13%; Coldiretti ha denunciato il fatto che tali costi e le politiche di limitazione dell’export di Stati come l’India avrebbero potuto portate a carestie in 53 paesi. Non è uno scenario del tutto nuovo. Circa dieci anni fa gli eventi innescati dalla Grande Recessione del 2007-08 e segnatamente l...
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