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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Le caratteristiche della persona globalizzata

Proprio perché espongono esseri umani a situazioni inconsuete, le cui conseguenze possono essere imprevedibili, gli esperimenti sociali coinvolgono piccoli gruppi, per tempi limitati, in ambienti controllati. Molti di quelli svolti in passato sono stati comunque considerati poco etici . Tutti possono avere, sia nel breve sia nel lungo periodo, conseguenze che vanno al di là delle previsioni degli stessi ricercatori, e che possono essere positive o negative. Ora, immaginate la scala di questo esperimento sociale che tutti noi stiamo vivendo, e l’impatto che può avere, al di là delle pesantissime conseguenze economiche, sui comportamenti, sulle priorità e sui valori, e sui modi di pensare e di agire di una consistente fetta dell’umanità.  La rapidità e la pervasività della pandemia hanno obbligato ciascuno a confrontarsi con la propria fragilità individuale. Disvelano e, con ciò, mettono in crisi, le caratteristiche dell’essere umano globalizzato: solitudine, int...

i nuovi limiti dello sviluppo

Nel loro grande e ultimo aggiornamento - I nuovi limiti dello sviluppo , 2004; - del loro primo lavoro D. e D. Meadows e Jorgen Randers affermano: "l'umanità può rispondere in tre modi ai segnali che indicano come l'uso delle risorse e l'emissione di inquinanti siano cresciuti oltre i limiti sostenibili.   Un modo è non riconoscere, occultare o confondere i segnali"; "un secondo modo di rispondere è alleviare le pressioni derivanti dai limiti ricorrendo ad artifici tecnici o economici"; "il terzo modo è volgersi alle cause sottostanti, fare un passo indietro e riconoscere che il sistema socioeconomico umano, così com'è organizzato oggi, non è governabile, ha superato i limiti e va verso il collasso; dopo di che, cercare di cambiare la struttura del sistema " (pag.282-284).    Ora, poichè secondo gli autori "tutto quello che possiamo fare è intervenire sui flussi produttivi da cui dipendono le attività umane riportandoli a li...

ANNULLAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO – STORIA DOCET !

Parlare di annullamento del debito oggi significa affrontare quello che, con l’avvento della dottrina liberista, è diventato un vero e proprio tabù. Secondo la narrazione dominante, infatti, un mancato pagamento è qualcosa di eccezionale che bisogna evitare ad ogni costo. Peccato che la storia si incarichi di dimostrare l’esatto contrario. La prima proclamazione di annullamento del debito di cui si ha riscontro risale all’anno 2400 a.C. nella città di Lagash (Sumer), mentre il regno di Hammurabi, re di Babilonia (1792-1750) fu contrassegnato da quattro annullamenti generali dei debiti dei cittadini con i poteri pubblici. In totale, gli storici hanno identificato con precisione una trentina di annullamenti generali del debito in Mesopotamia tra il 2400 e il 1400 a. C.. Venendo a tempi più recenti, nel periodo 1800-1945 si contano 127 cessazioni del pagamento, mentre negli ultimi sessanta anni (1946-2008) si sono avuti non meno di 169 sospensioni del pagamento di debiti sovrani, ...

Reddito garantito universale

Una spinta che viene da lontano In Italia, negli anni che vanno dal 2012 al 2015, è sembrato che la possibilità di intro-durre una (seppur iniziale) misura di reddito garantito in Italia, si avviasse sul sentiero della praticabiltà. Un principio di base che avrebbe introdotto, in uno dei paesi europei a maggior rischio esclusione sociale e con un altissimo tasso di disoccupazione giovanile, una nuova garanzia di dignità della persona dentro la sfera dei diritti sociali ed economici. Seppur in forme diverse, rispetto ad un dibattito molto più avanzato e ad alcune esperienze internazionali  , in Italia si è imposto in quegli anni quantomeno un dibattito che facesse del “reddito minimo garantito” una opzione possibile, praticabile, urgente e necessaria. Senza soffermarci sulla lunga storia del dibattito in Italia, possiamo dire che già negli anni ’90 dello scorso secolo nel nostro paese si è avuto un forte legame tra la proposta del reddito e le analisi delle trasformazioni produ...

Il Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri e le critiche della dottrina

Il Decreto del presidente del consiglio è un atto amministrativo che non ha forza di legge e che, come i decreti ministeriali, ha il carattere di fonte normativa secondaria e serve per date attuazione a norme o varare regolamenti. Quindi, il d.p.c.m. non costituisce una fonte del diritto autonoma, bensì la veste formale spesso attribuita ad una fonte secondaria, il regolamento appunto, qualora essa venga emanata da un Ministro nell'ambito della competenza del suo dicastero o dal Presidente del Consiglio stesso. Tale potere regolamentare è disciplinato dall'art. 17 della Legge 23 agosto 1988, n. 400. Secondo i principi generali del diritto amministrativo, tale articolo costituisce la fonte attributiva del potere che, sulla base del sistema delle fonti disciplinato dalla Costituzione, non può essere esercitato in difetto di una specifica attribuzione di potere da parte di legge ordinaria.  Quindi, tali decreti non possono derogare, quanto al contenuto, né alla Costituzione...

NON E’ PIU’ IL TEMPO

Oggi è il tempo della cura, della cura di noi stessi, degli altri e dell’ambiante in cui viviamo, diversamente non è possibile alcuna produzione economica, diversamente alle giovani generazioni spetterà un pessimo futuro o, forse, nessun futuro. E’ il tempo di ri-trovare il senso profondo dello stare insieme, del ri-cercare le questioni che davvero aprano, da subito, il conflitto vero che il virus ha messo in evidenza, quello tra il profitto e la vita, tra il mercato e i diritti fondamentali, tra il mercato e la natura. Per fare questo dobbiamo dotarci, tutte e tutti, indipendentemente dal proprio attivismo in questo o quel movimento/associazione, di una visione, di una narrazione per un altro mondo possibile, per mettere a punto un progetto alternativo di modello produttivo e sociale. Questo è l’immane compito che ci spetta, sapendo che questo sistema ha già predisposto le sue ricette per il dopo coronavirus (vedi dichiarazioni di Mario Draghi e non solo) e non sono, per ...

L’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza (Charles Darwin)

Non meniamo il can per l’aia. Ve lo scrivo subito: in un periodo governato dal pressappochismo e dal cialtronismo, abbiamo bisogno, urgente bisogno, di persone COMPETENTI.  Invece a mio avviso, osservando la realtà che ci circonda, oggi più che mai si assiste ad un degrado delle competenze e ad un preoccupante innalzarsi della smania di protagonismo. Una smania che spinge, anche gli incompetenti, ad occuparsi di faccende ben al di sopra della loro portata. Perchè occuparsene a tutti i costi, chiederete voi? per marcato egocentrismo,  per fame di popolarità, ma anche per la speranza di ricoprire, in futuro, chissà quali ruoli… Quando ci si avvicina al mondo degli “aspiranti” alla popolarità ci si accorge che è un universo piuttosto variegato: – ci sono quelle persone che divengono popolari per un talento particolare, magari sanno imboccare bene dei piccoli esemplari di tricheco; – ci sono quelli che hanno una vena comica che esprimono in video di diverso tipo (...