Passa ai contenuti principali

NON E’ PIU’ IL TEMPO

Oggi è il tempo della cura, della cura di noi stessi, degli altri e dell’ambiante in cui viviamo, diversamente non è possibile alcuna produzione economica, diversamente alle giovani generazioni spetterà un pessimo futuro o, forse, nessun futuro.

E’ il tempo di ri-trovare il senso profondo dello stare insieme, del ri-cercare le questioni che davvero aprano, da subito, il conflitto vero che il virus ha messo in evidenza, quello tra il profitto e la vita, tra il mercato e i diritti fondamentali, tra il mercato e la natura.

Per fare questo dobbiamo dotarci, tutte e tutti, indipendentemente dal proprio attivismo in questo o quel movimento/associazione, di una visione, di una narrazione per un altro mondo possibile, per mettere a punto un progetto alternativo di modello produttivo e sociale.

Questo è l’immane compito che ci spetta, sapendo che questo sistema ha già predisposto le sue ricette per il dopo coronavirus (vedi dichiarazioni di Mario Draghi e non solo) e non sono, per usare un eufemismo, esattamente quelle giuste.

Provo allora a sottoporre a tutte e tutti voi, alcune questioni che ritengo decisive per il prossimo futuro e sulle quali chiedo di aprire il confronto.

PRIMA QUESTIONE.
I diritti fondamentali a partire dal diritto alla salute e dal diritto all’accesso all’acqua, perché sono i due diritti fondamentali che garantiscono la fruizione di tutti gli altri diritti essenziali e una vita dignitosa.
Questo perché entrambe le questioni vanno a toccare gangli vitali del sistema in cui viviamo.
Allora porre la questione che sui diritti fondamentali non solo non si possa fare profitto, ma che essi devono essere garantiti a prescindere dalle questioni di bilancio e del mercato è una battaglia decisiva per avviare un percorso esattamente sul terreno del conflitto reale oggi in atto tra profitto e vita e allarghi la consapevolezza che tutto quello che ci sta succedendo è esattamente il frutto di "come era prima".
Possibili campagne e mobilitazioni comuni:
  1. abrogazione del Pareggio di bilancio in Costituzione;
  2. inserimento in Costituzione del concetto di Diritti Fondamentali non assoggettabili ai bilanci e alle “regole del mercato”;
  3. inserimento in Costituzione dei Diritti della Natura, della sua biodiversità, in una visione olistica della vita.
  4. finanziamento esclusivo della sanità pubblica e dei servizi pubblici locali;
  5. Costruzione di un progetto e sua realizzazione per la messa in sicurezza del territorio e contro il consumo di suolo.
  6. ……………………….
SECONDA QUESTIONE
I Cambiamenti climatici e la riconversione ecologica dell’economia. Di fronte ai danni all’ambiente in cui viviamo e alla nostra salute e sicurezza, agli sconvolgimenti provocati dall’attuale modello di sviluppo, che possiamo riassumere con “la nostra casa è in fiamme”, occorre un’azione unitaria e globale per ripensare il sistema, nella sua totalità, senza lasciare indietro nessuna persona e con la consapevolezza che, mentre con le nostre lotte cerchiamo di spegnere l’incendio, la nostra casa comune non potrà essere più la stessa.
Non solo. A pagare il prezzo della riconversione ecologica e sistemica dovrà essere chi, fino ad oggi, ha speculato sull’inquinamento della terra, sulle devastazioni ambientali, causando l’accelerazione dei cambiamenti climatici.
Possibili campagne e mobilitazioni comuni:
  1. Giudizio Universale”: causa legale contro lo Stato Italiano per l’evidente insufficiente azione di contrasto ai cambiamenti climatici. La causa può diventare un nuovo ed efficace strumento di pressione istituzionale e di mobilitazione sociale sulla giustizia climatica.
  2. applicazione del "principio di precauzione" e del concetto "chi inquina paga"
  3. Abrogazione dei sussidi sui combustibili fossili, vogliamo una tassazione che colpisca i profitti della produzione e non solo il consumo.
  4. Emissioni zero entro il 2030 per l’Italia e decarbonizzazione totale entro il 2025 passando alla produzione energetica totalmente rinnovabile e organizzata democraticamente con le realtà territoriali.
  5. ………………….

TERZA QUESTIONE
Come finanziare il rispetto dei diritti fondamentali e la riconversione ecologia dell’economia.
Partiamo da un presupposto fondamentale: se Maastricht viene sospeso per garantire salute pubblica e rinascita economica, vuol dire che Maastricht è contro la salute pubblica e la rinascita economica, quindi va abolito
In questo contesto dobbiamo uscire dalla trappola del debito, agitato su scala internazionale, nazionale e locale, come emergenza allo scopo di far accettare come inevitabili le politiche liberiste di alienazione del patrimonio pubblico, mercificazione dei beni comuni, privatizzazione dei servizi pubblici, sottrazione di diritti e di democrazia.
Rivendichiamo che le spese di oggi devono essere ESCLUSIVAMENTE indirizzate a garantire reddito, diritti fondamentali e beni comuni alle persone e a tutti gli investimenti necessari per la trasformazione ecologica dell'economia (nessun euro alla riproduzione dell'esistente);
Possibili campagne e mobilitazioni comuni:
  1. riforma della finanza pubblica locale. rivendicando la priorità del ruolo degli enti locali e la loro funzione pubblica e sociale, rispetto a quello, costruito in questi anni, di enti locali “manageriali”, il cui unico obiettivo è ridurre la spesa sociale e mettere il patrimonio comune sul mercato.
  2. tutelare il risparmio e socializzare Cassa Depositi e Prestiticon l’obiettivo di trasformare Cdp in un ente pubblico e sociale, decentrato territorialmente, con lo scopo di finanziare a tassi agevolati gli investimenti, scelti con percorsi partecipativi di città e Comuni.
  3. abbandono di tutte le politiche di aggiustamento strutturale e di austerità e annullamento del debito illegittimo, perchè senza una decostruzione dell’ideologia del debito, e senza un processo di verità sulla sua natura, scopi e legittimità, nessuna riappropriazione sociale di ciò che a tutti appartiene può raggiungere il proprio obiettivo. Questo va fatto a partire dai territori, tenendo conto anche delle criticità di ciascuno di essi;
  4. Spostamento di risorse economiche da quelle militari a quelle per i Diritti Fondamentali.

QUARTA QUESTIONE
La Democrazia

La democrazia, senza la quale poco o nulla si potrà realizzare delle cose dette poc’anzi, non può più essere pensata come l’esercizio formale della delega nelle periodiche elezioni, ma, invece, come partecipazione consapevole del maggior numero di persone possibili alle decisioni che tutti ci riguardano. Quindi alla democrazia rappresentativa vanno affiancate, in un mix virtuoso, quella diretta e, soprattutto, quella partecipativa e questo a partire dai nostri Comuni.


Se non vogliamo o, meglio, non possiamo permetterci che “tutto torni come prima” perché siamo perfettamente consapevoli che il problema era proprio il “prima” con le sue diseguaglianze, le sue guerre, i suoi vincoli di austerità, le sue azioni di rapina e distruzione dell’ambiente, con il suo non rispetto del mondo del lavoro reso sempre più precario e schiavizzante, con la sua cancellazione dei diritti dobbiamo, come ha detto qualcuno libere il presente per riappropriarci del futuro. E sappiamo che il tempo è ora”.


Roberto Melone

Commenti

Post più visti

Leggete a chi vanno i miliardi della Bce. E vomitate!

Mi prenderei a sberle. Avevo un documento agghiacciante in scrivania e non l’ho aperto per mesi. Dentro c’è la verità su chi Mario Draghi sta veramente finanziando coi miliardi del Quantitative Easing (Qe) mentre storce il naso se Roma chiede 20 euro per gli abruzzesi in ipotermia, sfollati da mesi, con morti in casa e la vita devastata, o per mettere 11 euro in più nel Job Act infame di Renzi e Poletti. Quando io gridavo a La7 “Criminali!” contro gli eurocrati, l’autore del programma, Alessandro Montanari, mi si avvinghiava alla giacca dietro le quinte e mi rampognava fino alla diarrea. Quel genio di Oliviero Beha mi rampognò in diretta, è in video. Ma voi leggete sotto, mentre pensate ai sofferenti d’Italia. Bacinella del vomito a portata di mano, raccomando. Il pdf in questione mi arrivò a fine ottobre via mail da Amsterdam, fonte autorevole oltre ogni dubbio. M’ingannò, porcaputtana, il subject mail che era “Draghi finanzia il Climate Change”. Pensai, ok, ci ar

IL VIRUS GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

Post per pochi intimi.5 minuti per avere una visione corretta di quello che è realmente accaduto. Buona lettura. Può un virus arrivare proprio nel momento esatto per essere considerato come una vera e propria benedizione? Sarebbe quasi un’eresia rispondere di si. Invece, per gli operatori finanziari, è proprio ciò che è accaduto. A giugno 2019 il mercato dei REPO stava iniziando a collassare mostrando segnali di pericolo sistemico. La maggior parte della gente non sa neanche che cosa siano i REPO. In pratica sono operazioni di pronti contro termine con cui le banche e i maggiori operatori economici si scambiano asset (principalmente titoli di stato) con operazioni di durata brevissima allo scopo di ottenere liquidità istantanea per le ragioni legate soprattutto al rischio controparte che scaturisce da operazioni altamente speculative nel mercato dei derivati. Il campanello d’allarme inizia a suonare a giugno. A settembre 2019 la situazione diventa preoccupante. Quanto preoccupan

Quando e perchè è iniziato il declino Italiano ?

Nel 1987 l’Italia entra nello Sme (Sistema monetario europeo) e il Pil passa dai 617 miliardi di dollari dell’anno precedente ai 1201 miliardi del 1991 (+94,6% contro il 64% della Francia, il 78,6% della Germania, l’87% della Gran Bretagna e il 34,5% degli Usa). Il saldo della bilancia commerciale è in attivo di 7 miliardi mentre la lira si rivaluta del +15,2% contro il dollaro e si svaluta del -8,6% contro il marco tedesco. Tutto questo,  ha un suo apice e un suo termine coincidente con la nascita della Seconda Repubblica. La fredda legge dei numeri ci dice difatti che dal 31 dicembre del 1991 al 31 dicembre del 1995, solo quattro anni, la lira si svaluterà del -29,8% contro il marco tedesco e del -32,2% contro il dollaro Usa. La difesa ad oltranza e insostenibile del cambio con la moneta teutonica e l’attacco finanziario speculativo condotto da George Soros costarono all’Italia la folle cifra di 91.000 miliardi di lire. In questi quattro anni il Pil crescerà soltanto del 5,4% e s