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Perché si parla poco del costante calo del quoziente intellettivo della popolazione

Uno degli esempi più lampanti di quanto poco la nostra epoca si preoccupi dell’intelligenza è dato dall’ hashish . Legalizzarlo sì, legalizzarlo no, un favore alla malavita, però lenisce le sofferenze dei malati terminali (vero), placa l’ansia (vero solo in alcuni casi). Nessuno, però, che si concentri sull’unico effetto accertato: i danni provocati al cervello, in particolare la riduzione del volume della materia grigia orbito-frontale, in molti casi con un riscontrato calo del quoziente intellettivo .   Già, il quoziente intellettivo. Al netto di tutte le critiche legittime sui criteri, e sulla pretesa di misurare un fenomeno così complesso come l’ intelligenza , se ci atteniamo ai dati degli ultimi cento anni facciamo una scoperta interessante. Per larga parte del XX secolo e fino al 2009 il livello medio di intelligenza della popolazione è aumentato (fe...

Nessuno ha mai scoperto le Americhe

Riccardo Magnani è un ricercatore atipico che parte da intuizioni folgoranti per poi procedere con le ricerche e presentare serie prove documentali . Nato come economista, si dedica da anni allo studio del Rinascimento con diverse pubblicazioni e conferenze in Italia e all’estero. Dopo aver scoperto la posizione della mitica città dell’Eldorado e avviato un progetto per proteggere la comunità incontattata locale, ha riscritto la vita di Leonardo Da Vinci nella pubblicazione “Ceci n’est pas Leonardo” e la scoperta delle Americhe con l’ultimo libro “Nessuno ha mai scoperto le Americhe per davvero”, del quale ha appena pubblicato la prima parte. Non è un viaggio qualunque, è il viaggio per eccellenza. Quello sul quale, nel Vecchio continente, abbiamo costruito la nostra identità occidentale e cristiana. Ebbene, non solo secondo lo studioso Riccardo Magnani non sarebbe mai avvenuto nelle modalità in cui ci è stato raccontato a scuola, ma addirittura il suo protagonista, “L’e...

La fine dell’epidemia non sarà trasmessa per televisione

Articolo di Peter Doshi, tradotto e introdotto dal pediatra Maurizio Matteoli Si intitola così – ed è un titolo che dice tutto Parla di come, in confronto alle pandemie precedenti, la SARS-Cov-2 ha prodotto uno sconvolgimento senza precedenti della vita sociale e fa notare che è la prima nella quale i dati aggiornati in tempo reale, trasmessi quotidianamente dalle televisioni e dai media, hanno saturato e strutturato la percezione del pubblico.   Ricorda che le pandemie non si concludono quando la trasmissione del contagio finisce, ma piuttosto quando, nell’attenzione del pubblico e nel giudizio di certi media e delle élite politiche che modellano quell’attenzione, il contagio e la malattia cessano di fare notizia. Questo articolo ci ricorda che la fine della pandemia non seguirà il raggiungimento dell’immunità di gregge o una dichiarazione ufficiale, ma piuttosto si verificherà gradualmente e in modo non uniforme, man mano che le società cesseranno di es...

I miei medici sono differenti ❤️

“Cari colleghi medici, giornalisti, politici vi spiego alcuni dei motivi del perché esistono i “no vax”. Sono un medico che fa questo lavoro da oltre 30 anni. Ne ho viste tante in medicina e la più importante è la nascita di Internet. Internet ha cambiato completamente e per sempre la medicina anche se molti colleghi ancora non se ne rendono conto e sanno solo dire di alcuni pazienti che sono “laureati su google”. Il fenomeno è invece molto più complesso.  L’accesso a internet e alla letteratura scientifica tramite Pubmed ha permesso ai malati con un cervello e una cultura (laureati in fisica, biologia, ingegneri, avvocati, ma anche semplici persone dotate di cervello e voglia di studiare) di capire, mettendosi insieme in gruppi di studio, moltissime cose sulla propria patologia spesso diventando molto più acculturati in materia dei medici che li curano. E hanno cominciato a capire che molte delle soluzioni proposte non funzionano. Cioè hanno capito che curare alcune patologie con ...

liberarsi dal superfluo

Ma cosa vuol veramente dire “disapprendere”? Dal mio punto di vista disapprendere – o disimparare – non significa dimenticare come non significa accantonare, quella del disapprendere è un’arte sottile , molto vicina al ramo degli insegnamenti alchemici, perché nel disapprendere ciò che è diventato obsoleto o ciò che ferma il flusso, si trasforma – o si eleva –  il “vecchio” in qualcosa di diverso che potrà fornire nuova linfa nel percorso di educazione. Disapprendere significa iniziare a diventare fluidi, per liberarsi dal superfluo e iniziare a perdere quella rigidità clericale che tiene l’essere umano moderno recluso dentro al recinto nel quale si muove con agio e sicurezza, un recinto fatto di convinzioni e assunti educativi dati per scontati, tanto da ritenerli giusti perché comunemente accettati, convinzioni che nell’arco della vita sono state trasmesse automaticamente come normali. Sempre Bauman definisce l’attitudine a disapprendere come la capacità di “ cammina...

Vi spiego la vergogna del pareggio di bilancio in Costituzione

Nel lontano 2012, sotto il Governo Monti, il Parlamento approva una delle riforme costituzionali – dopo quella del 2001 – più vergognose della storia repubblicana: il pareggio di bilancio (ne parlai di già all’epoca, sul mio vecchio blog). Se infatti la riforma del 2001 introduce il vincolo dell’ordinamento comunitario , sicché una legge nazionale che si ponga in contrasto con una legge europea deve essere disapplicata (o meglio: non applicata) in favore della norma europea, con la riforma del 2012, viene introdotto il pareggio di bilancio ( rectius: equilibrio di bilancio), e cioè l’obbligo dello Stato di pareggiare le entrate e le uscite. Vero è che l’obbligo inserito nel nuovo testo dell’art. 81 Cost. lascia aperta l’ipotesi di un « r icorso all’indebitamento … consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali ...

30 anni di Maastricht hanno distrutto l’Italia…

La Recessione italiana può considerarsi una conseguenza del nuovo regime economico post-Maastricht, adottato dall’Italia a partire dai primi anni Novanta. In un paper appena pubblicato, il noto economista olandese Servaas Storm, tutt’altro che radicale, si occupa delle cause della “lunga crisi” italiana. La sua conclusione è lapidaria: “Nello studio, dimostro empiricamente come la recessione italiana debba considerarsi una conseguenza del nuovo regime economico post-Maastricht, adottato dall’Italia a partire dai primi anni Novanta”. Storm nota come fino ai primi anni Novanta l’Italia abbia goduto di trent’anni di robusta crescita economica, durante i quali è riuscita a raggiungere il Pil pro capite delle altre nazioni principali della futura zona euro (soprattutto Francia e Germania) Da allora, però, “è iniziato un costante declino che ha letteralmente cancellato trent’anni di convergenza” . Al punto che oggi il divario tra il Pil pro capite i...