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Cos’è il populismo?

Le definizioni del fenomeno populista proposte negli ultimi anni da politologi, sociologi e filosofi sono svariate, e sono pochi gli elementi su cui si sia consolidato un accordo unanime. Il primo passo nel definire il populismo consiste nell’identificarne la natura. Alcuni considerano il populismo come un’ideologia, un sistema di pensiero, per quanto con connotati più deboli e laschi delle ideologie tradizionali1. Al contrario, secondo altri, la povertà contenutistica degli appelli populisti non permette di identificare nulla di riconducibile a una coerente visione del mondo e della società, ma permette soltanto di parlare di uno stile populista. Tarchi rifiuta entrambe le proposte, ritenendo l’ideologia un contenitore troppo rigido (e rispetto al quale i populisti manifestano una forte ostilità) e lo stile un contenitore troppo ampio: la natura del populismo consiste, per l’autore, nell’essere una mentalità caratteristica. L’essenza del populismo è identificabile in una speci...

Chi è veramente Paolo Savona.

Ho deciso di descriverlo con le sue stesse parole. Comincio, ovviamente dal suo curriculum (visto che va di moda sbugiardare chi ce l’ha, nutrito!), e allora, molto semplicemente, basta andare su Wikipedia , e leggere che si tratta dell’economista italiano dalla più vasta esperienza che esista, non solo come studioso, ma anche come politico. E soprattutto, per la sua fortuna, per aver lavorato, gomito a gomito, con chi ha “pensato, fondato e organizzato” l’Unione Europea, Guido Carli e Azelio Ciampi: i quali, non tennero conto, evidentemente, in mano a chi sarebbe finita questa “idea transnazionale”, ma anche revanscista (erano due persone che avevano vissuto il fascismo in prima persona!): un terzo polo formidabile, tra Russia e Usa (già ben teorizzato dal famoso scrittore, fascio-comunista Jean Thiriart), probabile portatore di pace universale. Appresa, così a pappagallo questa immensa esperienza (corredata di almeno una cinquantina di pubblicazioni, per lo più scientifiche, pa...

Alla fine il governo dà ragione al movimento No Tav

Il caso. La presidenza del Consiglio: «Le previsioni di 10 anni fa smentite dai fatti». Valutazioni errate costate la più grave crisi tra lo Stato e vaste comunità. Ora si parla di «Low Cost»: il costo totale previsto è di 4,7 miliardi di euro La presidenza del Consiglio dei Ministri ha recentemente pubblicato un documento dal titolo: «Adeguamento dell’asse ferroviario Torino – Lione. Verifica del modello di esercizio per la tratta nazionale lato Italia fase 1 – 2030».  A pagina 58, si legge: «Non c’è dubbio,infatti, che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica di questi anni, che ha portato anche a nuovi obiettivi per la società, nei trasporti declinabili nel perseguimento di sicurezza, qualità, efficienza. Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni...

Studiare la Curva di Laffer per capire la Flat-Tax

Nel 1980 l’economista americano  Arthur Laffer  (classe 1940), incontrando per caso in un ristorante l’allora candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti  Ronald Reagan , gli consigliò – attraverso una dimostrazione grafica scarabocchiata su un tovagliolo – di adottare una  politica di riduzione delle imposte dirette . Con questa “ curva a campana ” l’economista sosteneva che quando la tassazione  supera una certa soglia  provoca  NON un   aumento  bensì una  diminuzione del gettito  per le casse dello Stato.    Laffer  sosteneva che esiste un  livello del prelievo fiscale  oltre il quale  l’attività economica non è più conveniente  e il gettito è destinato a diminuire fino ad azzerarsi nell’ipotesi in cui il prelievo raggiunga il 100% del reddito. Un giornalista presente all’incontro chiamò quel grafico con il nome, appunto, di  CURVA DI LAFFER . Nel merito :...

I diritti incomprimibili dei cittadini vengono prima del pareggio di bilancio.

“È la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio, e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione”.   Nel 2011 l'Italia stava attraversando una grave crisi economica e finanziaria: il debito pubblico, il deficit pubblico e gli interessi sul debito pubblico erano in costante aumento e il Paese rischiava seriamente il default finanziario.  In seguito alle pressanti richieste da parte delle istituzioni europee e internazionali, il Governo Berlusconi IV si vide costretto a varare misure più restrittive sulla finanza pubblica. Per questo motivo l'8 settembre 2011 il Consiglio dei Ministri varò, su proposta del Ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, un disegno di legge costituzionale che prevedeva di introdurre il principio del pareggio di bilancio nella Carta Costituzionale.  La Commissione Affari Costituzionali e la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati iniziarono ad esaminare il disegno di le...

Obbedienza ad un ordine di un superiore

L'art.8 dello statuto di Norimberga così dispone:"Il fatto che l'accusato abbia agito in ossequio all'ordine del suo governo o di un superiore non lo esime da responsabilità, ma può essere preso in considerazione come circostanza attenuante, se il Tribunale accerta che ciò sia richiesto da motivi di giustizia". Abstract il fondamento giuridico della defence e le posizioni della dottrina. Nel panorama del diritto penale internazionale, ed in particolare in materia di defences, è indubbio che l'obbedienza ad un ordine di un superiore abbia rappresentato un punto centrale di riflessione e di confronto tra culture e filosofie giuridiche eterogenee, capace di dividere le opinioni degli studiosi, oggi come in passato. Ne è prova evidente non solo il fatto che, a far data dal processo di Norimberga, essa sia stata tra le defences più frequentemente eccepite dai collegi difensivi, nell'ambito dei processi per crimini di guerra e contro l'umanità , ma...

Un SI alla moneta intera? Referendum in Svizzera il 10 giugno 2018.

Proprio la Svizzera, piazza bancaria per eccellenza e nota come la “cassaforte del mondo”, potrebbe far da apripista per una riforma radicale del sistema monetario, anche oltre frontiera. Sta entrando nella dirittura finale la campagna dell’iniziativa popolare sulla moneta intera, di cui gli svizzeri voteranno in referendum federale il 10 giugno 2018. L’obiettivo dell’iniziativa popolare, lanciata da un’associazione apartitica, è quello di privare le banche della possibilità di creare denaro elettronico e di ripristinare il monopolio della Banca nazionale svizzera di emettere denaro a corso legale in tutte le tre forme, conio, cartaceo, elettronico. Su tutti i media se ne discute e da un recente sondaggio emerge che il 42% degli elvetici vorrebbe approvare questo sistema. Di cosa si tratta? Moneta intera (“Vollgeld”in tedesco) è il denaro prodotto e messo in circolazione dalla Banca centrale, che oggi comprende solo le monetine e le banconote che ormai costituiscono solo circa i...