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L’Eugenio C. continua a vivere in cento pezzetti d’acciaio

E’ stata l’ammiraglia della flotta Costa, l’ultimo transatlantico italiano. Prima d’essere demolita nel “mattatoio” di Alang in India, è stata recuperata una parte di lamiera dalla quale sono stati ricavati i blocchetti, poi donati a chi ha amato la nave. Il cantautore Paolo Conte: una reliquia

L’Eugenio C. continua a vivere in cento pezzetti d’acciaio

Non è andato tutto perduto sulla spiaggia di Alang, il mattatoio delle navi. L’anima dell’Eugenio C., l’ammiraglia che fu della flotta Costa, l’ultimo dei transatlantici, vive ancora in cento pezzi d’acciaio. Un pezzettino di 15 millimetri, che appartiene a un ritaglio di lamiera della sua prora, in cui c’è tutto: traversate atlantiche a grande velocità, tempeste memorabili, porti di più d’un giro del mondo, migliaia di passeggeri, centinaia di membri d’equipaggio; i momenti più belli e più brutti di una onorata carriera sui mari, oltre 200 viaggi in vent’anni.

L’Eugenio C., progettata (e costruita) dai Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Trieste in collaborazione con l’ingegnere Angelo Penco, era una nave veloce, resa tale dall’apparato motore più potente, quello dell’Oceanic (55.000 cavalli), e da alcuni accorgimenti tecnici innovativi, come una “scarpa” poppiera per l’ottimizzazione della carena; ed era una nave volutamente bella ed elegante: lo scafo filante, i due fumaioli slanciati, l’armonia centrata dall’architetto Nino Zoncada ed esaltata negli interni da artisti come Campigli, Spacal, Paulucci, Luzzati. La nave, oltre 30 mila tonnellate di stazza lorda per 217 metri di lunghezza fuori tutto, aveva una capacità di 1636 passeggeri, un equipaggio di 340 persone e consumi accettabili. Era stata adibita a viaggi regolari verso il Sud America (Genova-Buenos Aires in 26 giorni) e crociere. Ventisette nodi di media il viaggio inaugurale nell’agosto 1966 Lisbona-Rio de Janeiro: un record.

L’Eugenio C. continua a vivere in cento pezzetti d’acciaio

Ma questa non è la storia della vita dell’Eugenio C., piuttosto della sua uscita di scena. Nel 1990 la Costa Crociere vara un piano di ammodernamento della flotta, recependo le esigenze del mondo delle crociere, che porterà alla vendita dell’ammiraglia. L’Eugenio C. rinasce come Edinburgh Castle, quindi come Big Red Boat II: Premier Cruises, che la noleggia, fa in tempo a ridipingere lo scafo di rosso prima di fallire. La nave è “dimenticata” a Freeport, nelle Bahamas, per quattro anni, quindi - dopo un sogno tramontato che la voleva museo a Genova - l’ultimo viaggio per Alang.

Piero Costa va a visitarla in quell’inferno sulla costa nord-occidentale dell’India, nello stato del Gujerat, quello del Mahatma Gandhi, circa 1.200 km da Mumbai, nel 2006, quando l’ammiraglia è ormai prossima ad essere fatta a pezzi dal formicaio di operai. «Sono andato per salvare alcune opere d’arte che facevano parte degli arredi. Era Ferragosto, una trattativa estenuante, pensavano di negoziare dei Picasso. Alla fine, chiedo anche un pezzo di lamiera: un ufficiale mi aveva chiesto di portargliene un pezzettino, ho pensato che poteva essere un ricordo».

L’Eugenio C. continua a vivere in cento pezzetti d’acciaio

La nave sulla spiaggia di Alang, in India: qui è stata fatta a pezzi

Giusto un pezzetto. A Genova, nel container, ne troveranno uno da 250 chili.Che fare? «Il cantiere Mariotti lo taglia a fette, la ditta Scorza ci mette il teak, così ricaviamo cento pezzi montati su legno». Ecco, da qui comincia la magia. I pezzi d’anima del’Eugenio C., accompagnati da un lettera di Piero Costa, quale dominus dell’Archivio Storico Famiglia Costa e da un’altra, l’omaggio alla nave del suo comandante storico, Piero Buatier de Mongeot, si rimettono in viaggio.

L’Eugenio C. continua a vivere in cento pezzetti d’acciaio

Uno dei cento pezzi ricavati dalla lamiera di prora dell’Eugenio C.

«Il patrimonio di ricordi, affetti ed esperienze racchiuso in questo piccolo pezzo di lamiera mi scalda il cuore...” (Franco Bertolucci). 

“Sono ritornato subito indietro con la memoria agli anni 1965/70 quando ho avuto l’onore, ripeto l’onore di essere imbarcato, ancorché come orchestrale, su quella splendida nave…” (Ettore Veroli). 

“Devo riprendermi dalla piacevole emozione di aver ricevuto un pezzo di lamiera dell’Eugenio C. e devo ancora finire di asciugare le lacrime…” (Roberta Damasio). 

“Le assicuro che sarà conservato come una reliquia…” (Corrado Antonini). 

“Grazie per la reliquia dell’ammiraglia…” (Egle e Paolo Conte, che fecero il viaggio di nozze sull’Eugenio C.). 

No, non è andato tutto perduto sulla spiaggia di Alang.


Imbarchi Eugenio : "1978 Allievo Uff. Macchina , 1979  3°Uff. Macchina , 1988 2° Uff. Macchina"   Augusto Anselmo


 

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