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L’odierna figura dello Stato

irragionevole, lontana, ogni contatto con la quale fa solo ripetere: je ne sais de tout temps quelle injuste puissance, laisse le crime in paix et pursuit l’innocence>>. Dunque, il sistema amministrativo italiano

LASCIA IL CRIMINE IN PACE E PERSEGUITA L’INNOCENZA.
Che cosa ha saputo produrre
L'organizzazione sociale da cambiare
 

1. LO STATO E LA LEGGE
Nel 1772 Diderot così definisce lo Stato:
"Lo Stato può definirsi una società civile in cui un certo numero di uomini sono uniti insieme sotto l'autorità di un sovrano, al fine di godere, favoriti dalla sua protezione e dalla sua sollecitudine, di quella sicurezza e felicità che mancano allo stato di natura" La formula di Diderot vi può sembrare superata dai tempi, ma forse lo è in realtà molto meno di quanto sembri in un primo momento; gli uomini ora non sono riuniti sotto l'autorità di un sovrano, ma sotto quella di pochi politici; le indulgenze oggi sono dispensate non dal sovrano ma dal politico.
Perchè vi sia uno Stato vi deve essere un ordinamento giuridico, cioè un complesso di leggi che assoggettano con la forza (della polizia, dei giudici) un insieme di uomini. La legge in astratto non è nè buona nè cattiva, è uno strumento di organizzazione sociale; è come un coltello, se viene usato in cucina è solo uno strumento utile; nelle mani del rapinatore per depredare un passante è uno strumento usato male.
I "malati di potere" non hanno avuto difficoltà a comprendere nei secoli l'importanza fondamentale della legge per assoggettare gli altri uomini.
Le hanno dato sacralità facendo credere ai dominati che qualsiasi sia il suo contenuto, la legge deve essere ubbidita e fatta rispettare; hanno affisso sui muri dei tribunali una delle più grandi falsità inventate dall’uomo "La legge è uguale per tutti".Una volta sacralizzato l'involucro (cioè la legge), hanno rivestito di questo involucro tutto ciò che desideravano.
L'illusione della legge giusta e imparziale è sparita da oltre 2000 anni; Platone, nel primo libro della Repubblica, fa dire a Trasimaco:"Io dico che il giusto non sia altro se non quello che reca vantaggio al più forte. Ciascun regime stabilisce le leggi mirando a ciò che è vantaggioso ad esso; il popolare al popolo, la tirannide ai tiranni e gli altri similmente e stabilite le dichiarando che per i governanti il giusto è ciò che è vantaggioso ad essi governanti e chi lo tradisca lo puniscono come
violatore delle leggi e della giustizia.
Sicchè questo è, ottimo uomo, ciò che io dico essere in ogni città la giustizia: quello che reca vantaggio al regime costituito.
Ed è questo che è il più forte, sicchè chi ben ragiona, risulta che da per tutto sia giusto questo: ciò che reca vantaggio al più forte".
Mi sembra che vi sia ben poco da aggiungere.

2. LA GIUSTIZIA
Abbiamo visto che la legge non è altro che un contenitore, dentro il quale i malati di potere hanno messo i desideri più insani, basta pensare alle leggi contro gli ebrei sotto il fascismo e nazismo.
La magistratura ha il compito di fare applicare la legge; Platone da 2000 anni ci ha chiarito che la legge non è altro che la volontà del più forte.
Ne consegue che la magistratura non fa altro che essere al servizio del più forte; ecco perchè per oltre 40 anni ha coperto le ruberie di Stato che stanno emergendo con e dopo tangentopoli.
Per quanto violento sia un regime, ci saranno sempre magistrati pronti a far applicare le leggi di quel regime; i magistrati hanno applicato le leggi di Stalin, Hitler, Mussolini.
La giustizia non potrà esistere fino a quando si pretenderà di giudicare con una stessa legge azioni di uomini con origini tanto diverse tra di loro.
C'è veramente qualcuno che in buona fede pensa che sia giusto punire nella stessa maniera per un furto il figlio di una famiglia benestante, ben nutrito e il figlio affamato di una prostituta e un padre alcolizzato?
Eppure la legge non fa distinzioni.
L'altra "finzione giuridica" consiste nell'affermazione che la legge "non puo' non essere conosciuta dal cittadino una volta che è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale".Ce lo vediamo tutti il pastore che vive in Aspromonte e che tutte le mattine compra la Gazzetta ufficiale dello Stato e si aggiorna sulle nuove leggi pubblicate!
Ma quante leggi ci sono? Centomila, un milione? Nessuno lo sa, ne escono in continuazione su ogni argomento.
Nessuno è in grado di conoscerle, ma in compenso quando sarà il momento, il cittadino sarà punito per quella legge sconosciuta.
Il sistema "giustizia" fa acqua da tutte le parti; è solo una farsa; fa comodo che vi sia una parvenza di giustizia, ma in effetti la legge tende solo a condizionare, emarginare, escludere, rinchiudere in galera coloro che disturbano chi è al potere.
I "dominatori" hanno sempre trovato qualche scappatoia per proteggersi e per essere meno "uguali".
L'immunità parlamentare per i politici ne è un esempio.
E i giudici chi li giudica? A vedere dai pochi magistrati che vanno in galera sembra siano tutti dei santi. E' credibile?
No certamente, ma il controllo delle loro azioni è impossibile, le garanzie di cui si sono contornati sono così tante che è ben difficile che siano presi con le mani nel sacco.
Dal 1980 al 1986 840.000 cittadini sottoposti a processo e anche incarcerati, sono stati poi dichiarati innocenti; ma quando mai un giudice ha pagato per i propri sbagli?Formule quali "l'autonomia del magistrato", la "libertà di giudizio secondo coscienza",... sono solo meccanismi di autodifesa creati da questa categoria di "dominatori", forti di un potere enorme sui loro simili.
Mentre il cittadino viene sbattuto in galera al minimo indizio, il magistrato viene giudicato da altri magistrati e sono ben pochi quelli che vengono messi in galera "perchè possono inquinare le prove o perchè vi è pericolo di fuga".
E i risultati della giustizia? Processi e cause che durano all'infinito, messa sotto accusa di centinaia di migliaia di persone che poi risultano innocenti.
Quando il malcapitato risulta innocente, pazienza; il giudice ha agito sulla base del suo libero convincimento e quindi cosa vuole chi si è fatto qualche anno di carcere da innocente?
Che stia buono, altrimenti... il giudice potrebbe sempre ripensarci.
Tra il cittadino e la giustizia di Stato vi sono poi gli avvocati, perchè il cittadino non ha diritto di difendersi da solo. Chi conosce l'ambiente giudiziario sa che gli avvocati sono in balia dei giudici; un giudice ha mille modi per asservire un avvocato. E le cause civili che durano anni e anni? Sono il risultato della pigrizia e dell'assenza di rispetto delle giuste attese di giustizia del cittadino.
Una causa civile dura, nei tre gradi, anche dieci anni; un processo penale anche di più.
Per chi ha più di 65 anno non c’è speranza di avere giustizia nella vita terrena.
Il cittadino è annientato nel meandro Kafkiano della giustizia dove è assolutamente indifferente essere innocenti o avere ragione; è invece indispensabile avere tanti soldi per pagarsi il migliore avvocato.

3. L’APPARATO BUROCRATICO
L'Italia ha 18 milioni di lavoratori, di cui 4 milioni (il 22%) sono dipendenti statali, con un costo enorme a carico di tutti i cittadini.
Ma come si spiega l'enorme aumento delle persone che lavorano nell'apparato statale?
Da parte dei "dominatori" si è sempre cercato di allargare la fascia degli statali,considerati in ogni caso piu' assoggettati al loro potere di quanto non lo siano gli altri cittadini.
Il meccanismo dei partiti e la caccia ai voti hanno fatto il resto; centinaia di migliaia di statali non sono altro che il serbatoio di voti dei malati di potere.
I cittadini pagano i loro stipendi solo perchè possano, con il loro voto, mandare in parlamento i "malati di potere".
Abbiamo diviso la popolazione tra dominatori e dominati; questi 4 milioni di persone a quale categoria appartengono?
Tra di loro vi sono quelli in posizioni di concreto dominio, vicini ai politici,ma sono pochi;gli altri sono tutti dei dominati speciali.
Dominati speciali perchè ,per quanto possa essere bassa la loro collocazione nella gerarchia statale, hanno sempre del potere sui cittadini che entrano per qualsiasi ragione in contatto con loro.
Nell'antica Roma vi erano gli schiavi prediletti del padrone, che comandavano sugli altri schiavi; così sono questi burocrati statali, schiavi anche loro nei confronti dei politici, ma con potere sugli altri schiavi che sono i cittadini a loro assoggettati!I burocrati sono le truppe di assalto e di difesa dei dominatori; truppe poco convinte, ma che comunque pensano di avere ottenuto il loro posticino al sole;
infatti nessuno li licenzierà anche se non fanno nulla, pochi si interessano alla loro efficienza, ottengono poco, ma fanno ancora meno e poi hanno il loro piccolo potere da gestire sui cittadini.
Per questo sono disponibili a essere spostati di città in città, ad avere lavori dove difficilmente possono dimostrare quanto valgono perchè l'impegno è una "virtù" negativa in quel mondo dove tutto deve tendere al minimo sforzo.
La sicurezza del posto di lavoro paga tutto questo e il potere sugli altri cittadini li ricompensa.
Lo Stato è gestito da una grande truppa di insoddisfatti, che poi scaricano sui cittadini le loro frustazioni.
Vi è un distacco totale tra la burocrazia statale e i cittadini, considerati come una massa di schiavi da rendere inoffensivi con le buone o con le cattive. Non c'è ordine, per quanto barbaro o stupido che sia respinto dall'apparato statale.
In Cina i soldati, provenienti dalla popolazione piu'povera e meno istruita,sono passati con i carri armati sui corpi degli studenti che chiedevano piu' liberta' solo perchè un vecchio di quasi ottanta anni voleva dare una dimostrazione di forza. Da noi basta ricordare le tante stragi di Stato dove sono coinvolti uomini dell'apparato poliziesco e il caso Ustica in cui i comandanti dell'aviazione hanno raccontato bugie come bambini presi con le mani nel vasetto della marmellata Dovunque il cittadino viene trattato come un oggetto; negli ospedali, negli uffici pubblici di qualsiasi tipo, dai magistrati, nelle carceri; il cittadino deve sempre e solo ingoiare e stare zitto.
Gli sprechi di denaro pubblico sono enormi, ma nessuno ha la volontà e la possibilità di controllare seriamente.
I malati di potere e i loro scagnozzi hanno imparato a difendersi incanalando le proteste e i ricorsi in giudizi costosi che durano anni e anni; il cittadino è così sfiancato, demolito.
Se poi non basta il cittadino viene intimorito, minacciato, messo sotto processo, gli si manda la finanza, gli si levano i permessi pubblici

4. IL SISTEMA DI SELEZIONE DEI POLITICI E LA CORRUZIONE
Il sistema con cui vengono selezionati i politici è un sistema sbagliato perchè seleziona i peggiori, intendendo come peggiori i "malati di potere".
Solo loro possono accettare le difficoltà della lotta politica, la necessità di affrontare continui intrighi e lotte di corrente, l'esigenza di enormi somme di denaro per essere eletti e mantenere la macchina clientelare che dovrà garantire i voti per la prossima elezione o per comprare direttamente i voti necessari.
I politici onesti sono rare eccezioni; normalmente vengono poi isolati, non hanno incarichi di potere, in quanto l'onesto non può essere disponibile a chiudere gli occhi di fronte alle necessità giornaliere di compromesso con la propria coscienza.
La natura umana è corrotta, conosce abissi di crudelta’ terribili che i campi di sterminio di Hitler, Stalin, gli orrori del Vietnam, il commercio di organi umani dai paesi del terzo mondo, stanno ogni giorno a ricordarci.
E' necessario creare regole che rivoluzionino totalmente il sistema, che facciano venir meno la convenienza dei "malati di potere" ad entrare nella politica e nella vita pubblica.
Occorre fare in modo che nel sistema possano entrare in massa coloro che non sono malati di potere, ma sentono la loro partecipazione all'attività dello Stato come un modo per esprimere la loro socialità nei confronti di tutti gli altri.Lo scandalo delle tangenti ha dimostrato inequivocabilmente due cose:
1. Gli uomini che vengono scelti con l'attuale sistema pseudo-democratico sono i peggiori e i più corrotti e il cittadino che li elegge non è in grado di scegliere con obiettività.
2. Il mare di corruzione che coinvolge qualsiasi istituzione pubblica è venuto fuori in piccolissima parte.
Ma la magistratura negli ultimi 40 anni perchè non ha mai fatto emergere in maniera così chiara che politica e tangenti non sono che due facce della stessa medaglia?
Significa che vi è stata sempre collusione tra potere politico e almeno una parte del potere giudiziario.
Pertanto lo sfascio attuale è stato causato dall’inattività e dal coinvolgimento di tutti i poteri, magistratura in prima fila.


5. I PARTITI
In teoria i partiti sono aggregazioni di persone che la pensano allo stesso modo sulle finalita' a cui deve tendere lo Stato.
Nel sistema democratico sono identificati come un tramite necessario anzi indispensabile tra il cittadino e lo Stato.
La difesa dell'esistenza e della necessità dei partiti è ancora molto forte anche dopo l'evidente manifestarsi del loro grado di corruzione.
C'è chi distingue tra i partiti e la partitocrazia, mettendo al bando quest'ultima e così salvando i partiti, intendendo come partitocrazia la parte degenerata del sistema partitico.
Il fatto è che partiti e partitocrazia sono la stessa cosa in quanto i partiti sono il ricettacolo dei "malati di potere" e trasformano necessariamente il sistema in partitocratico.
Nei partiti i malati di potere trovano tutto quello che desiderano: cariche pubbliche, onori, ministeri, cariche nelle banche, nei grandi enti, tanto denaro che sgorga dai fiumi delle spese statali.
Come poterli allontanare? Come i vermi crescono e pullulano nella carne putrefatta, così i malati di potere brulicano nei partiti.
Chi spera di dividere la carne putrefatta dai vermi è un visionario se è in buona fede; carne putrefatta e vermi devono essere buttati nella spazzatura.
Ma allora senza partiti ci sarà la tirannia?
Non sono i partiti l'essenza della democrazia? Montesquieu (1748) definiva democrazia quella in cui tutti i cittadini esercitano il loro potere sovrano.
I partiti sono stati "il cavallo di Troia" dei malati di potere per dominare gli altri uomini.
Sono unicamente il mezzo organizzativo utilizzato per coordinare le correnti ideologiche.
Oggi le moderne tecnologie informatiche permettono al cittadino di esprimersi direttamente sui singoli problemi, senza la necessità di intermediari, dando direttamente il suo voto senza l'intermediazione dei partiti.
La sopravvivenza dei partiti non è più nè necessaria nè giustificabile.

6. LE IMPOSTE
"Lo Stato siete voi e quindi dovete provvedere alle sue necessità di cassa". Con questa affermazione da secoli lo Stato obbliga i cittadini a versare le imposte e i tributi; ma solo una piccola parte di questi prelievi è giustificata e cioè quella che porta ai cittadini delle prestazioni dello Stato.
La grande parte delle entrate pubbliche sono sperperate dai "malati di potere" a proprio favore, a favore dei propri partiti, della propria clientela politica.
Enormi sono i risparmi che possono essere effettuati smantellando alle radici questa gigantesca piovra che è nata dal connubio Stato -partiti.
Il crollo dei paesi socialisti dell'est europeo,la crisi di tutte le ideologie che portano ad accentrare nello Stato il prelievo e la distribuzione della ricchezza, le difficoltà dello Stato sociale nella stessa Svezia,sono indicatori di una semplice ed evidente realtà : lo Stato non riesce a gestire,la centralita’ della gestione deve essere lasciata ai cittadini.
Questo non significa la riproposizione di un capitalismo sfrenato ,dove il più forte prevale e gli altri sono abbandonati a se stessi ;significa che la socialità va ripensata nei suoi modi di attuazione,abbandonando l'idea che sia sufficiente l'affidamento di un servizio sociale allo Stato perché questo sia gestito in maniera migliore di quanto possibile per il sistema privato .
Lo Stato deve fare l'arbitro e indicare le regole del gioco che permettano ai più deboli di non essere sopraffatti e ai più forti di continuare a giocare la partita ;non deve però pretendere di gestire in prima persona ,sperperando denaro che poi si traduce in richiesta d'imposte.
L'efficienza e la bontà di un sistema sociale statale sono misurati attraverso due
semplici indici:
A. Rapporto tra il denaro versato allo Stato a qualsiasi titolo dal cittadino e prestazioni dallo stesso ricevute.
B. Rapporto tra doveri del cittadino verso lo Stato e diritti del cittadino verso lo Stato.
Per migliorare questi indici bisogna che lo Stato chieda poche imposte, riesca a dare buoni servizi pubblici ,faccia meno leggi che impongono doveri ai cittadini e aumenti invece quelle che salvaguardano i loro diritti nei confronto dell'apparato
statale.

7.I GIORNALI
I giornali sono uno strumento valido per la società e la democrazia? La risposta non è difficile in astratto;è chiaro che la libera circolazione delle idee,la contrapposizione delle stesse,la conoscenza da parte di un largo numero di persone di comportamenti pubblici sbagliati sono senz'altro di primaria importanza.
Il valore dei giornali per una democrazia effettiva è invece inesistente quando i giornali sono in mano a pochissime persone, che li utilizzano come mezzo di condizionamento politico, attacchi agli avversari ,orientamento pilotato di quella opinione pubblica formata purtroppo da persone poco abituate ad approfondire i problemi,in quanto preferiscono per pigrizia mentale farsi guidare dalle "voci".
Non a caso i giornali sono preda ambita dei nostri "malati di potere ".
I giornali riescono a "fissare" l'attenzione del pubblico su singoli argomenti e a creare l'effetto chiaramente descritto da Le bon e ripreso da Freud nell'analisi della psicologia delle masse.
In particolare si verifica l'effetto "SUGGESTIONABILITA'".
Riporto alcuni brani da "Psicologia delle masse e analisi dell'Io" di Freud :"...Oggi sappiamo che un individuo può essere messo in condizioni tali che , avendo perso la personalità cosciente,obbedisca a tutti i suggerimenti di chi appunto tale coscienza gli ha sottratta e commetta le azioni più contrarie al proprio temperamento e alle proprie abitudini .
Orbene,osservazioni attente sembrano provare che l'individuo immerso da qualche tempo nel mezzo di una massa attiva cada in uno stato particolare,assai simile allo stato di fascinazione dell'ipnotizzato nelle mani dell'ipnotizzatore....
La personalità cosciente è svanita,la volontà e il discernimento aboliti .Sentimenti e pensieri vengono orientati nella direzione voluta dall'ipnotizzatore ...."
Quando un gruppo di giornali o di giornalisti creano una "campagna di stampa " si trasformano senz'altro in "ipnotizzatori ".
Tutti i "POTERI" creano nella popolazione delle convinzioni che vengono fatte passare come "Indiscutibili-inviolabili- senza- le- quali- tutto- potrebbe- crollare".
I magistrati ci hanno inculcato il concetto della indispensabilita' della piena ed assoluta libertà del giudice ,sottomesso solo alla sua coscienza; i politici ci hanno detto che se crolla il parlamento crolla la democrazia e i giornalisti ci hanno venduto la teoria che senza piena e assoluta libertà di
stampa non può esistere la democrazia.
Dobbiamo proprio crederci o queste verità assolute non sono altro che comodi alibi per poter violare indisturbati le libertà del cittadino , che purtroppo ,in tanti millenni, ancora non è riuscito a creare il suo "slogan"?
E i giornalisti?Il loro potere sui singoli cittadini è enorme;con la loro penna emettono "sentenze"
senza che l'imputato abbia la minima possibilità di discolparsi , di difendersi ;sono sentenze immediate , irrevocabili,che non verranno cancellate dalla successiva prova di falsità o di errore da parte del giornalista.
I cittadini sono inermi ,peggio che davanti ai giudici.
Vite stroncate,carriere distrutte,da questi "cecchini" della penna;sparano da posizioni da cui non possono essere colpiti,su gente inerme che non può difendersi.
I giornali e i giornalisti sono certamente indispensabili,ma con una radicale modifica della loro organizzazione e responsabilità.
Per contemperare la libertà di stampa con il diritto del singolo cittadino occorre che lo stesso possa essere messo in grado di difendersi prontamente sugli stessi giornali con articoli messi nella stessa posizione di quelli che lo accusano,della stessa grandezza e con diritto di replica ad ogni nuovo articolo. I risarcimenti per i danni causati al cittadino devono essere molto alti e pagati in pochi mesi da giornali e giornalisti.
In questa maniera si ristabilisce l'equilibrio tra la libertà di informazione del giornalista e i diritti del cittadino

8.Il Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato è il vertice del sistema amministrativo italiano. Ma che cos'è il sistema amministrativo italiano? In buona misura, un coacervo di inadempienze, di inefficienze, di sprechi, di inerzie, un mastodontico ammasso di regole inosservate o inosservabili, uno sfascio che non ha eguali in Europa. Le ragioni e le cifre di questa situazione sono denunciate sia dalle vittime, sia dagli osservatori, sia dagli stessi magistrati (a cominciare da quelli contabili, ad esempio in occasione della loro cerimonia di apertura dell'anno giudiziario).
In particolare, sono memorabili alcuni giudizi espressi a suo tempo dal ministro della Funzione pubblica, Massimo Severo Giannini in un Rapporto che fu approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri e, se non ricordo male, dal Parlamento: pubblico viene sovente a presentarsi come un singolare malfattore legale, che permette a sé ciò che invece reprime nel privato…>>. Il Rapporto così si conclude: l’innocence>>. Dunque, il sistema amministrativo italiano LASCIA IL CRIMINE IN PACE E PERSEGUITA L'INNOCENZA: questo è il parere del più autorevole studioso dell'argomento nella storia dell'Italia repubblicana
Il Consiglio di Stato è il vertice del sistema amministrativo italiano, e mai come in questo caso è vero il detto: il pesce puzza sempre dalla testa. Perché il Consiglio di Stato è certamente la testa del sistema amministrativo, sia dal punto di vista giurisprudenziale (perché il contenzioso viene deciso in via definitiva in quella sede), sia dal punto di vista tecnico-organizzativo (perché sono in massima parte consiglieri di Stato le persone insediate alla guida della gestione amministrativa, come capi di gabinetto dei vari ministri), sia dal punto di vista ideativo programmatico (perché i consiglieri di Stato vengono ritenuti i maggiori conoscitori dell'amministrazione e inevitabilmente in funzione consultiva ufficiale o ufficiosa si ritrovano a ideare o a gestire ogni cambiamento).
Uno degli aspetti più importanti del sistema amministrativo italiano è l’immenso guazzabuglio delle 150.000 leggi, più leggine, circolari, decreti, norme esplicative, pareri, giurisprudenza, eccetera. Un incubo che permette la grande pacchia dei consiglieri di Stato: sembrano i soli a capirci qualcosa. In effetti sono soltanto i soli ad avere l'ultima parola: in una terribile babele, non ci capiscono niente neanche loro, ma formalmente sono quelli che decidono e per questo vengono immediatamente cooptati dai governanti di turno, indipendentemente dai cambiamenti di maggioranze o di regime. Sostengono alcuni: .
Veri topi nel formaggio, vivono nell'ombra e nell'oscurità, non vanno mai in televisione o sui giornali, ma non perché siano riservati o timidi: stanno tutti i giorni nei consigli d'amministrazione delle grandi imprese pubbliche, scovano i sofismi più adeguati per placare ministri imbestialiti con i Tar, scrivono sentenze che spostano da una parte o dall'altra centinaia di miliardi, stanno in comodi arbitrati che fruttano ogni anno centinaia di milioni. I consiglieri di Stato non sono tutti uguali; ma, indipendentemente dalle buone intenzioni soggettive, il ruolo e il compito del consigliere di Stato è quello: un consigliere del Principe, nel senso rinascimentale del termine, una specie di azzeccagarbugli privato, che avrà influenza e importanza quanto più la matassa è ingarbugliata. Rosi dalla contraddizione fatale tra l'immagine di eminenze grigie e una realtà molto più triste, alcuni consiglieri di Stato in particolare portano la massima responsabilità del funzionamento del sistema: nel senso specificato da Massimo Severo Giannini ieri, e confermato da tanti altri oggi: lasciano il crimine in pace e perseguitano l'innocenza.


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