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Energia e moneta a confronto.

Convegno “Efficienza energetica e sostenibilità: dal dire al fare”. 
Il ciclo dell’energia muove il mondo; tutto produce o assorbe energia, ma i ritmi della produzione e dei consumi energetici sono sempre più diffusamente dipendenti dalle logiche dell’economia monetaria, prima fra tutte quella della crescita.

La centralità del ciclo monetario nell’economia moderna ha avuto fra i suoi effetti principali la deterritorializzazione del sistema-mondo e l’idealizzazione della sua dinamica, mossa dal circuito investimenti-consumi, a loro volta mossi dalla moneta.

La modernizzazione tecnologica ha dato dal canto suo un’altra vigorosa spinta in questa direzione – non importa quanto reale e quanto percepita
- con le tappe della trasformazione che definiscono il “progresso” e che hanno nella trasformazione tecnica dell’energia le loro manifestazioni più eclatanti (épatant, direi, pensando alla Tour Eiffel illuminata a salutare e simboleggiare l’avvento del XX secolo), soprattutto l’elettricità, che libera il luogo dove l’energia si sprigiona dal luogo dove si manifesta: la miniera nera del carbone o l’acqua che si trasforma in luce.

Un altro tassello della deterritorializzazione.

E insieme la rinascita in chiave modernista dell’antica illusione prometeica della liberazione della società umana dai vincoli della penuria energetica (dopo la crisi energetica settecentesca legata alla crisi dei boschi), illusione che attraversa tutto il XIX e il XX secolo, benché Clausius avesse nel frattempo testimoniato
l’irrealizzabilità del mito, insieme alla pervasività della termodinamica: tutto è energia e l’energia è dappertutto, insieme al suo “contrario”: l’entropia.

Energia ed entropia sono al centro del pensiero di Georgescu-Roegen, un economista che prende criticamente le distanze dall’economia che definisce “standard”, alla quale imputa un vizio meccanicistico che le deriva dalla sua visione monetaristica e della quale propone un ripensamento rimettendo al centro dell’ottica economica l’energia e la termodinamica.

Apparirà allora chiaro come la produzione e la crescita costituiscano “false letture” della realtà delle cose, alla lunga insostenibili e altamente rischiose.
La correzione di rotta, che G.-R. individua nella “bioeconomia”, può derivare da una lucida distinzione fra energia da stock non rinnovabili ed energia da flussi
rinnovabili, alla dimensione e alla capacità di gestione dei quali ultimi vanno commisurate la massa e la velocità del “ciclo” economico, che non ha senso individuare nel ciclo monetario ma può essere costruito a condizione di saldare il conto dei prelievi di risorse per la produzione dall’ambiente e del
rigetto dei prodotti-rifiuti nell’ambiente.

Ma le unità di conto non possono che essere energetiche, non monetarie.

Le fonti energetiche rinnovabili, dunque, sono le sole agibili nel lungo periodo, e non perché le altre “finiscono”, bensì perché inducono a conti energetici parziali, che non tengono conto dell’entropia.

La bassa economicità dell’energia da fonti rinnovabili, allora, dipende soprattutto dal punto di vista indotto dall’uso di un’unità di misura inadeguata: la moneta.

[Maria Tinacci Mossello]


A dire il vero questo articolo traccia un via, è necessario però conoscere nel dettaglio cosa vuol dire risparmiare o produrre energia. Segnalo per questo questo articolo per invitarvi a cercare nel web il documento tradotto in italiano. Naturalmente io l'ho letto e lo consiglio ma... è meglio che vi date da fare   http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/29/energia-sostenibile-senza-aria-fritta/100774/



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