L'elezione di Biden ha stravolto gli equilibri geopolitici che si erano venuti a creare durante la presidenza di Trump. Il tycoon negli anni della sua presidenza si era quasi completamente disinteressato all'Europa. Sia perché aveva attuato una politica in parte isolazionista, sia perché con l'affrontare i problemi di bilancia commerciale e i successivi dazi imposti anche agli storici alleati, era venuto ai ferri corti con la Germania ed Europa tutta.
Ma soprattutto perché si era concentrato, in politica estera, su il Pacifico E l'Asia in generale. Cercando di operare un contenimento diretto nei confronti della Cina sia stringendo più saldi rapporti con le nazioni dell'area sia provando a colpire, con i soliti dazi, l'economia cinese.
Biden invece nel solco tracciato dalla politica estera di Obama, preferisce concentrarsi su Europa e Medio Oriente. In Medio Oriente ormai c'è poco da concentrarsi le primavere arabe sono di fatto quasi tutte fallite, l'Iran si è accontentato di aver "salvato la Siria".
Dunque l'unica partita veramente aperta era quella Ucraina.
La dottrina democratica nel contenimento della Cina ormai da più di un decennio prevede, non lo scontro diretto, ma l'indebolimento della stessa tramite il colpire gli alleati più o meno diretti che siano.
E qui si inserisce la questione Ucraina, e la Russia.
L'escalation che ha portato alla guerra in Ucraina inizia il giorno che Biden diventa presidente: maggiori aiuti all'ucraina, maggiori investimenti nella difesa, superamento non concordato degli accordi di Minsk, continue più o meno velate promesse di entrata nella NATO è nell'Unione Europea fatte a Kiev. Che hanno portato la Russia a reagire. Con conseguente invasione dell'Ucraina e risposta dell'America e dei suoi alleati con sanzioni e dichiarazioni.
Ecco qui si vanno a inserire le prime crepe, di fatto in questi due mesi abbiamo avuto la dimostrazione che l'occidente è solo. Solo l'occidente ha “punito” la Russia per l'invasione dell'Ucraina. Le sanzioni le hanno perpetuate solo USA e Unione Europea in parte Giappone e Corea. Addirittura storici alleati degli USA quali Turchia Israele e Arabia Saudita non hanno ascoltato Biden.
In particolare l'Arabia Saudita non ha accettato la richiesta del presidente di incrementare la produzione di petrolio per permettere all'Europa di sganciarsi dal petrolio Russo.
Anzi le contromosse russe hanno rinsaldato il BRICS. Infatti Brasile, India Sudafrica e Cina si sono schierati di fatto dalla parte russa rinsaldando i rapporti con Putin e stipulando nuovi contratti per miliardi di dollari. Lo stesso lo hanno fatto il Pakistan e altri paesi asiatici, mentre i paesi nord Africani e Africani hanno contestato l'invasione russa di fatto solo all'ONU.
La risposta Russa e cinese comunque non si è fatta attendere infatti mentre la Russia ha smesso di fatto di accettare pagamenti in euro e soprattutto in dollari per il gas il petrolio che produce, anche per difendere la propria economia, la Cina ha accelerato il processo di dismissione del Dollaro come moneta di scambio e pagamento e ha iniziato a pretendere, per ora in maniera soft, principalmente pagamenti in Yuan.
La preminenza economica degli Stati Uniti e dunque dell'Occidente si basa sul fatto che la moneta di riferimento dell'economia mondiale è il dollaro, che quasi tutte le operazioni fra Stati e multinazionali avvengono in dollari. Ed è per questo che Dall'abbandono del sistema aureo, quasi tutte le monete degli stati mondiali sono ancorati al dollaro.
Passare a un sistema monetario multipolare sarebbe un colpo durissimo per gli USA. La guerra in Ucraina e le successive mosse e contromosse stanno portando proprio in questa direzione, notizie di settimana scorsa è per esempio che India e Russia hanno operato uno scambio commerciale dal valore di qualche miliardo di dollari in Rupia/rublo una cosa inimmaginabile fino a qualche anno fa.
A tutto questo si va aggiungere un concetto che è già emerso in maniera prepotente durante il covid, il globalismo ha portato l'occidente a essere completamente dipendente da terzi. Per Materie prime, per produzione e approvvigionamento, ci è rimasta di fatto solo la finanza che passa in gran parte dalla nostra preminenza valutaria appunto.
Biden e l'Europa con le sanzioni alla Russia stanno accelerando un processo che non può che avvantaggiare la Cina, l'India e tutti i paesi che producono manifatture, e non può che avvantaggiare i paesi che hanno le materie prime quali la Russia.
Negli ultimi Anni stiamo assistendo alla nascita di un sistema economico multipolare in cui chi ha materie prime, chi produce e chi ha il "sistema finanziario" e chi ha i consumatori sono allo stesso livello. Noi siamo ancora in posizione di vantaggio.
Ma la guerra in in Ucraina rischia di portare a una perdita di potere finanziario dell'occidente. Dalla guerra in Ucraina ormai pare chiaro che solo la Cina ha da guadagnare: Infatti se la Russia ne esce vincitrice avrà un alleato potente legato mani e piedi a se , se ne esce sconfitta avrà chi detiene tantissime materie prime legata mani e piedi a se.
Se gli Stati Uniti continuano con le sanzioni avranno una perdita di centralità sia politico che economico, politico che perché solo una parte del mondo ha seguito gli Usa nella crociata contro la Russia, di fatto 1/8 della popolazione mondiale, economico perché rischia di perdere la centralità del dollaro nel sistema economico mondiale.
Se l'Europa continuerà nello scontro diretto economico con la Russia e anzi aggraverà le sanzioni ne uscirà pesantemente indebolita se non distrutta economicamente, e già politicamente seguendo completamente la linea tracciata da Biden si è dimostrata come al solito subalterna.
Per questo ora Biden è sotto scacco.
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