1984 di George Orwell

Il romanzo di Orwell, che nel 1948 immaginò un 1984 dentro una società distopica e del totale controllo del cittadino, può sembrare fantascienza. A ben leggere, non ci vuole molto a capire che è realtà. Il mondo diviso in blocchi eternamente in guerra, in cui i popoli sono sopraffatti dalla paura, ma in cui in realtà il vero obiettivo è proprio il controllo dei popoli attraverso quella stessa paura. Il soffocamento delle libertà individuali in nome della sicurezza collettiva. L’esaltazione dell’ignoranza come strumento del controllo del pensiero di massa.
Per questi motivi, dunque, penso che questo sia un romanzo fondamentale per ognuno di noi, direi fortemente educativo. Insegnare, soprattutto ai più giovani, l’importanza del pensare con la propria testa e avvertire sulla propria pelle l’attuale pericolo che incombe sull’umanità intera considerato che, oggi, pensare con la propria testa porta come conseguenza la negazione di diritti e libertà fondamentali.
I cosiddetti sani – La patologia della normalità di Erich Fromm

Erich Fromm ha affrontato il problema della salute psichica dell’individuo nella società industriale. Dall’analisi dei sistemi produttivi economici e dalla struttura sociale in generale, si evince che all’individuo vengono richiesti atteggiamenti e stati mentali che ne compromettono la salute psichica. Ciò che si dimostra utile per il funzionamento del sistema economico si rivela dannoso per la salute psichica dell’individuo. Ciò che nella nostra società determina il successo del singolo è in contrasto con la sua salute psichica. E’ dunque legittimo che nella normalità trovi espressione un processo patologico che si concretizza in una crescente incapacità delle persone normali di stabilire un rapporto diretto con la realtà, in virtù dei processi di alienazione nell’economia di mercato. Evidentemente è in crisi la concezione stessa dell’uomo, anzi ne esce una distorta. E’ necessario e urgente porre al servizio dell’uomo un umanesimo scientifico proprio al fine di riportarlo al centro del suo interesse e superare l’attuale crisi dell’umanità.
Nelle Terre Estreme di Jon Krakauer

Potrebbe sembrare agli occhi di molti un’avventura dettata dall’impeto giovanile, dalla voglia di ribellione verso la società e la famiglia, finita male perché dominata da inesperienza e da troppa esuberanza… io invece credo sia la storia di un ragazzo dal futuro promettente che decise, con estremo coraggio, di rinunciare alle facile comodità che avrebbe potuto avere pur di dedicarsi alla ricerca di se stesso e di un senso più profondo della vita, scegliendo di partire per un viaggio senza meta né durata che lo avrebbe condotto verso terre inospitali e purtroppo alla morte. E’ un racconto di vita vera che esalta la lentezza del camminare rispetto alla perdita di senso della velocità del progresso. Ci si perde e nello stesso tempo ci si ritrova tra le strade, i boschi e gli occasionali incontri che in alcuni casi si trasformano in grandi amicizie. Una lettura piena di respiro, di sguardi oltre l’orizzonte dove la fine è solo l’inizio.
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