Immaginate di vivere in un Paese in cui tutti i cittadini abbiano un reddito sufficiente a vivere dignitosamente (da lavoro, sussidio... quello che vi pare), che a nessuno di essi siano negate assistenza sanitaria ed istruzione, che il sistema di trasporto pubblico sia talmente efficiente da consentire di rinunciare anche all''uso della propria automobile, che la qualità di tutti i servizi sia, se non ottima, soddisfacente, che il patrimonio naturalistico ed artistico siano ben tutelati, che la manutenzione, ordinaria e straordinaria, delle infrastrutture siano effettivamente garantite, che ci siano, per esempio, una biblioteca ed un parco pubblico nel raggio - mettiamo - di due chilometri...
Ebbene, immaginate di vivere in un Paese come quello che ho, per sommi tratteggi, raffigurato. La domanda da porsi è: perché il Pil d questa comunità deve per forza crescere? Se la produzione di beni e servizi, nel 2021, è x, perché nel 2022 deve essere x più il 5%, il 6%? Che succederebbe se la produzione di beni e servizi fosse 0%?Un bel niente, se tutti vivevano bene nel 2021, vivranno bene anche con la quantità x nel 2022. Perché, allora, vi domanderete, ci ripetono ossessivamente, ogni giorno, che il Pil deve crescere?
Perché la crescita deve servire a pagare il debito privato e, nei Paesi i cui governi hanno contratto prestiti in valuta straniera, anche quello pubblico (e, purtroppo, è il nostro caso, da quando ci siamo privati della lira). Il 95% del denaro in circolazione è emesso dalle banche commerciali attraverso prestiti ai privati cittadini (mutui, scoperti ecc.) e perché tali prestiti vengano rimborsati occorre accrescere la quantità di beni e servizi da un anno all'altro.
Nel caso italiano e di tanti Paesi in via di sviluppo, l'aumento del Pil deve servire a saldare i debiti contratti con l'emissione di titoli di Stato.
Mario Draghi l'ha spiegato chiaramente fino a qualche giorno fa: <<La crescita serve a pagare i debiti.>> A voi sembra che quest'economia sia razionale?
Oppure, come me, pensate che si debba mettere mano al sistema monetario e bancario? Io non dico che non dobbiate leggere Kant o Cartesio, accomodatevi pure, ma non potete pretendere che queste spiegazioni ve le diano Kant e Cartesio, non potete illudervi di aver capito come va il mondo leggendo libri che vi parlano della lotta tra il bene ed il male, la bontà e la malvagità... perché poi si rischia di prendere cantonate madornali.
Chi crede di poter fare a meno di studiare la macroeconomia, poi, davanti ai problemi può solo negare, negare ad oltranza. Negare, per esempio, che la domanda di combustibili fossili possa superare l'offerta, che è la cosa più normale al mondo. Negare che la crescita economica implica sfruttamento di risorse come l'acqua, il legno, i minerali, anche l'aria, perché neppure questa esiste in quantità infinita.
Chi non capisce le contraddizioni di questo modello di sviluppo può solo negare. Negare perfino che sta succedendo qualcosa che nella storia dell'umanità si ripresenta ogni 50, 60 o 100 anni, cioè, pensate un po' che strano, un virus che se ne va in giro e mette a nudo tutti i limiti del nostro welfare, che, nel corso degli anni, abbiamo smantellato un pezzo per volta.
E le negazioni moltiplicano le contraddizioni, perché c'è chi ha paura di un'iniezione, si chiede terrorizzato cosa ci sia in un vaccino, ma gli andrebbe anche bene se gli costruissero una centrale nucleare sotto casa e che smaltissero le scorie radioattive nel suo giardino. Ho sentito e letto che esiste il nuclear sicuro, ma si dà il caso che le centrali le costruiscano gli uomini e, che io sappia, gli uomini perfetti non esistono e senza perfezione niente è sicuro.
Inoltre, se avete capito cosa ho scritto a proposito della crescita, allora non è difficile concludere che il nucleare non è necessario. Mi dicono che si deve scendere in piazza, alzare le barricate e fare le rivoluzioni, ma poi scopri che questi guerrieri della sovranità andrebbero in crisi se dovessero rinunciare a Netflix o al più inutile dei comfort.
Vedete, noi possiamo tornare ad essere stasera uno Stato sovrano, tornare ad emettere la lira, ma un minuto avremo sempre davanti lo stesso problema: la crescita compulsiva, un'economia che deve devastare tutto per pagare i debiti. Mi tocca ripetere per l'ennesima volta un concetto molto semplice: la sovranità è un punto di partenza, non d'arrivo, un mezzo e non un fine, un'arma che devi saper usare, altrimenti ti farà più danni che altro.
Se non si mette mano al sistema del credito - leggi: creazione di moneta - possiamo stare qui a discutere di libertà, dittature sanitarie, Socrate, Seneca e chi volete, ma non verremo a capo di nulla. Non ricordo più quante volte ho affrontato quest'argomento, se neppure adesso sono chiari i termini del problema, beatamente mi rassegno, mi arrendo e vi auguro che ciò che non sono riuscito a farvi capire io, dopo tanta fatica, riusciate, un giorno, comprenderlo in altro modo.
Mauro Amnmirati
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