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Quà e là dalla rete !

Dopo aver visto sui giornali servizi su "No Vax" ospedalizzati, spauriti e "pentiti" - roba da far impallidire le confessioni pubbliche delle purghe staliniane, - dopo aver sentito esimi professionisti dire che bisognerebbe far pagare di tasca propria le cure a chi si ammala senza aver fatto di tutto per evitare di ammalarsi, l'ultimo orizzonte di civiltà è dato dai medici che oggi si "rivoltano" all'idea di curare "i No Vax" (e chissà chi ci mettono in questa categoria passepartout, un martello buono per mille chiodi).
Ora, di tutte le schifezze, di tutte le forme di avvelenamento della vita civile che si potevano perpetrare, questa classe dirigente - con i suoi giornali - è riuscita ad alimentare le peggiori.
 
L'aver fatto di una (discutibile) scelta di politica sanitaria una questione etica è un'operazione inaccettabile, da fascismo di guerra, con la spinta alla delazione e alla condanna del "nemico interno".
 
Con le terapie intensive ai minimi storici questo atteggiamento di rivalsa e vendetta è ingiustificabile e umanamente ignobile, ed è il frutto avvelenato delle posizioni di moralismo aggressivo prese ai più alti livelli e diffusasi tra la popolazione.
 
Il nostro servizio sanitario nazionale è pagato con le tasse dei cittadini, di tutti i cittadini, fumatori e salutisti, sportivi e obesi, vegani e carnivori, geneticamente sani e geneticamente 'difettosi', e sì, anche da vaccinati e non vaccinati.
 
Pensate ad un disgraziato che si ritrovi ammalato, alla mercé di chi lo cura (e che è pagato anche con le sue tasse) e che in questa condizione di impotenza si trovi rampognato, e umiliato, e chiamato a confessare i suoi "peccati".
 
Qui, a forza di perseguire indefessamente il bene, il meglio e il progresso stiamo arrivando rapidamente (una volta di più) al grado zero dell'umanità.
Dalla bacheca di Jacopo Iacopo Biondi Bartolini
 
IL MONOPOLIO MEDICO: UN MONOPOLIO RADICALE.
La Storia insegna che le "pandemie" sono fenomeni innanzitutto sociali, dato che insidiano in primo luogo la riproduzione sociale, ed in grado per questa ragione di accelerare le tendenze storiche in atto attraverso strumenti reattivi statali.
 
Nel "nostro" mondo occidentale il dispositivo tecnico-industriale, protetto dal suo gendarme, ovvero lo Stato burocratico moderno, è ora, quindi, in grado di fare un ulteriore balzo in avanti e la principale sponda servente di propaganda e azione politica è la tecnica medica.
 
Essa sta tentando, definitivamente, di essere in grado di monopolizzare non solo la cura della malattia che deriva dal virus, ma la cura di ogni aspetto della riproduzione sociale, che non si dirige nella direzione "giusta" e che vorrebbe liberarsi, anche solo inconsapevolmente, dalla cattura dal dispositivo.
 
In tal modo il "monopolio" medico diventa un monopolio radicale e questo accade perché "la medicina iatrogena rafforza una società morbosa nella quale il controllo sociale della popolazione... diventa un'attività economica fondamentale... serve a legittimare ordinamenti sociali a cui molti non riescono ad adattarsi (ndr Ivan Illich, Nemesi medica, Ed. red!).
 
Infatti, più la crisi "pandemica" si radicalizzerà più la nemesi medica si rafforzerà nel suo monopolio "radicale" per difendere e convertire all'adorazione del dispositivo i recalcitranti e" l'individuo che è irritato, nauseato e menomato dal lavoro industriale (ndr ogni lavoro nella società moderna contemporanea è un lavoro industriale nel momento stesso in cui i suoi effetti si rivolgono alla massa) può trovare scampo solo in una vita sotto vigilanza medica e viene così distolto o escluso dalla lotta politica per un mondo più sano (ndr Ivan Illich, Nemesi medica)".
 
Si comprende, allora, che la rivolta contro la vaccinazione di massa inconsapevolmente, almeno in questa fase, è una rivolta politica contro un monopolio radicale, che nasconde e protegge il dispositivo tecnico-industriale.
D'altra parte, se questa rivolta sia effettivamente una tendenza politica potentemente in atto verrà verificato dalla circostanza che essa attesti o meno una sua accelerazione, determinata dalla "pandemia".
 
Essa potrebbe essere la scintilla che brucia in un attimo la prateria nel momento stesso in cui il monopolio medico dovesse dare segnali di fallimento e con esso anche il monopolio totalizzante del dispositivo potrebbe crollare.
 
E' chiaro, allora, che la questione politica è delicatissima e la Sovrastruttura metterà in campo ogni arma disponibile: prima una propaganda martellante e asfissiante e ove non dovesse bastare entrerà in scena l'uso della forza burocratica dello Stato, acclamata a gran voce dalla massa cieca catturata nel dispositivo, che si estrinsecherà nella totale esclusione sociale e politica anche solo dei dubbiosi.
 
Non vedere tutto questo e non comprenderne gli effetti orrifici, prova l'appartenenza più completa alla massa cieca e dannata.
 
IO NON HO ANCORA CAPITO.  
Sì, sono duro, lo so. Domanda: perché una persona in salute, magari sportiva, senza particolari patologie, dovrebbe farsi inoculare una cosa (ancora sperimentale e per questo non approvata ma autorizzata in via emergenziale dalle Autorità sanitarie) di cui non sono ancora chiari gli effetti collaterali a medio-lungo termine (e, nel caso di questa pallavolista, evidentemente anche a breve termine), prendendosi un rischio così alto? 
Qualcuno potrebbe rispondere: «Eh, per evitare che i più fragili possano soffrire le conseguenze peggiori della malattia». Bene. Ma, proprio per questo, perché non vaccinare solo i soggetti fragili, visto che ci troviamo a che fare con dei prodotti farmaceutici nuovi? E visto che gli ospedali sono andati in sofferenza proprio per curare queste persone? Adesso una riflessione...
 
La cattiveria della gente, da una parte e dall'altra (tipica della guerra tra poveri), sta raggiungendo livelli talmente alti che non mi sorprenderei se qualcuno dicesse a questa ragazza: «Ben ti sta, dovevi pensarci prima!» (probabilmente è già successo). 
 
Non è questo il modo di affrontare una questione di salute. Una risposta così è pura barbarie. Spero che questa ragazza possa trovare una sanità pubblica che sappia curarla nel modo migliore e che possa tornare il prima possibile a giocare. 
 
Allo stesso modo non condivido per nulla chi dice che «chi non si vaccina contro il covid deve pagarsi le cure». Per i motivi sopra esposti, non si può obbligare nessuno a farsi inoculare un farmaco sperimentale (le stesse case farmaceutiche, in maniera onesta, hanno ammesso che non sono prodotti "approvati" e non conoscono gli effetti collaterali a medio-lungo termine). 
 
Quindi è perfettamente comprensibile chi decide di non vaccinarsi per queste ragioni. E se dovesse prendere il covid? Esistono i medici per curare le persone: «Giuro (...) di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l’eliminazione di ogni forma discriminazione in campo sanitario». 
Questo giurano i medici all'inizio del loro fondamentale impegno per la nostra società. Ancora una volta: mi sfugge qualcosa?
 
 
 IL CASTELLO DI MENZOGNE che, per tutto il mese di luglio, ha accompagnato l'introduzione del GPRS è già crollato. Dopo 2 settimane dall'entrata in vigore del lasciapassare si sa perfettamente che è misura politica ricattatoria e punitiva e non sanitaria. 
Per questo il GPRS è già uno strumento fallito e obsoleto. In molti lo disapplicano perché non intendono ricevere insulti palesi alla propria intelligenza. Chi lo esibisce, richiede o sbandiera lo fa perché stupidità e malafede sono i tratti caratteristici del disastrato italiano medio. 
 
Ma il dado ormai è tratto. Il GPRS è fallito. Pertanto, il regime ha deciso di spostare il livello della tensione su di un piano più elevato e paventa concretamente l'introduzione dell'obbligo di benedizione. Dapprima a tappe (per determinate fasce sociali), poi per tutti. La logica è perversa, tipo "più casi di cancro ai polmoni"? Bene: "obblighiamo la gente a fumare 3 pacchetti di Celtic al giorno". 
 
Politici, media e sindacati hanno già dato il via all'offensiva d'agosto. Il regime prende queste iniziative perché sa che, se tornasse sui suoi passi e cambiasse strategia, cadrebbe l'indomani. Cambiare strategia significherebbe infatti alienarsi le simpatie di coloro i quali, dopo 18 mesi di campagna mediatica martellante sul "dovere morale" di farsi benedire "per proteggere gli altri", si sono "esposti" e ora vogliono continuare a sentirsi raccontare la dolce bugia dell'immunità possibile. 
 
Se ti sei esposto non puoi tollerare un cambio di linea politica da parte di chi per mesi ti ha raccontato che la tua esposizione era essenziale per proteggere te e gli altri e per consentirti di vivere e lavorare "decentemente". 
 
Se il regime ti dicesse che il tuo sacrificio è stato "vano" forse realizzeresti e ti incazzeresti come una bestia con chi ti ha richiesto, tramite "forte raccomandazione", detto sacrificio. Se il regime confessasse la verità si troverebbe nella situazione di dover rendere conto, in termini politici, morali e legali, a coloro i quali ha perculato da 18 mesi a questa parte. 
 
Sarebbe il suo tracollo e non può permetterselo. Per questo preferisce la tattica della "guerra totale". Meglio lo showdown con i dissidenti che rischiare di innescare attriti con i propri sostenitori. 
 
Il regime è in un cul de sac. Se obbligo sarà, la causa della sua introduzione dovrà essere ricercata nel processo di fanatizzazione delle masse conformiste su cui il regime ha puntato, da quasi due anni a questa parte, per potersi meglio legittimare.
 
 

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