Tra le tante voci “incomprensibili” della bolletta una delle più chiacchierate è quella relativa agli oneri di sistema: un insieme di costi che, per la luce, rappresentano da soli il 20% della spesa annua. Ma di cosa si tratta nello specifico? Cerchiamo di capirne qualcosa in più in questo articolo.
Gli oneri di sistema sono da sempre una di quelle voci della bolletta elettrica che fanno più discutere. Non sono eliminabili. Sono pagati, comunque, da tutti i clienti residenti e non, a prescindere dal fornitore e dal contratto sottoscritto.
Questi costi extra rappresentano circa il 20% del totale da pagare per l’energia. Purtroppo sono aumentati dal 2010 al 2019 da 5 a 10 miliardi di euro. Poiché si “aggregano” ai tanti costi diversi, sono diventati – per i consumatori – una sorta di contenitore di chissà quale “tassa del momento”.
Infatti, si è diffusa la convinzione che negli oneri di sistema siano inclusi gli importi non pagati dai clienti morosi. Questa convinzione è totalmente errata. Ci sono altri meccanismi (che approfondiremo in futuro) per recuperare quegli importi. Oggi cerchiamo quindi, di fare un po’ di chiarezza sugli oneri di sistema in bolletta.
Prendiamo direttamente dal sito di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) la definizione degli oneri di sistema:
Sono gli importi fatturati per coprire i costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico.
Tali importi sono pagati da tutti i clienti finali del servizio elettrico.
In particolare per:
messa in sicurezza del nucleare e misure di compensazione territoriale;
incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate;
copertura delle agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario;
sostegno alla ricerca di sistema;
copertura del bonus elettrico (non viene pagato dai clienti cui è stato riconosciuto il bonus sociale);
copertura delle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia;
integrazioni delle imprese elettriche minori e promozione efficienza energetica.
Gli oneri di sistema, dunque, sono stati introdotti per far fronte a specifici obiettivi collettivi che riguardano il sistema elettrico. Già da una prima occhiata però notiamo come, accanto a spese direttamente connesse con il servizio di fornitura di energia (come le politiche di incentivazione decise dallo Stato, gli incentivi all’energia verde e alle fonti rinnovabili) ce ne siano altre che potremmo definire parafiscali. Cosa sono? Sono i costi che potrebbero essere spostati sulla fiscalità generale.
Le voci che abbiamo descritto in precedenza sono state aggregate, a partire dal 1 gennaio 2018, così:
ASOS: oneri generali relativi al sostegno delle energie da fonti rinnovabili e alla cogenerazione CIP 6/92.
ARIM: rimanenti oneri generali.
Pertanto, sono queste le voci che oggi potrai individuare all’interno della cd. Bolletta 2.0
La voce di spesa più corposa è la vecchia A3 e che ora è compresa all’interno degli ASOS. Ovvero la parte destinata a finanziare il sistema di incentivi riconosciuti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili o fonti assimilate alle rinnovabili. Per essere più specifici, si intendono gli incentivi per le fonti rinnovabili quali l’energia eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica, oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas.
Per capire la portata di questa voce, basti pensare che dagli ultimi calcoli dell’ARERA nel 2019 gli ASOS incidono da soli sul 16% della bolletta.
Posso evitare di pagare gli oneri di sistema?
L’applicazione degli oneri generali Asos e Arim è inevitabile, per ogni utenza e a prescindere dal numero di contratti. Inoltre si tratta di misure fisse, valide per tutti gli operatori del settore elettricità e che non possono pertanto essere soggette a modifica.
Petizione bolletta-elettrica-e-oneri-di-sistema-perché-non-dobbiamo-pagarli
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