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25 Aprile 1945. Fatti, leggende e conseguenze.

"Dovete sapere che ci sono due storie: quella ufficiale, piena di menzogne, che insegnano a scuola, la storia ad usum delphini, e poi c'e' la storia segreta, quella che contiene le vere cause degli avvenimenti, una storia ignomignosa. (Honore' De Balzac)
 "Quando consideriamo la storia come un simile mattatoio, in cui sono state condotte al sacrificio la fortuna dei popoli, la sapienza degli stati e la virtu' degli individui, il pensiero giunge di necessita' anche a chiedersi in vantaggio di chi, e di quale finalita' ultima, siano stati compiuti cosi' enormi sacrifici.
La storia e' la versione dei fatti di chi detiene il potere. (Georg Wilhelm Friedrich Hegel)
 
Viviamo nella piu' totale ingiustizia e falsita' di una societa' tagliata con l'accetta dal "politically correct" e dominata dalla piu' sconcertante ipocrisia dei lupi travestiti da Cappuccetto Rosso.
Tutto quello che ancora non torna nella retorica e nella propaganda standardizzata della narrazione ufficiale, anche a distanza di 76 anni. Ricordiamo ed analizziamo nel merito alcuni punti principali.
1) "Il 25 aprile 1945, dopo quasi 2 anni di guerra civile e di lotta antifascista, all'invito del CLN all'insurrezione, il popolo si sollevo' a fianco dei partigiani, cacciando via i tedeschi e sbaragliando i fascisti."
"Con questo ritornello, che ha anche l'avallo delle autorita' costituite, ed e' immortalato in festivita', ricorrenze e quant'altro, si ha la sintesi di quello che e' un mito: la Resistenza del popolo italiano contro i nazifascisti, una "vulgata" totalmente falsa.
Non che sia falso che ci siano stati degli antifascisti, anche dei partigiani e persone che hanno lottato contro la RSI e i tedeschi, ma il falso e' costituito dal fatto che, semmai, la minoranza di italiani che hanno partecipato alla RSI fu piu' numerosa, ma soprattutto gli episodi di carattere militare di questa "Resistenza", furono talmente scarsi da risultare insignificanti. Non ci fu affatto una partecipazione di popolo alla lotta antifascista, perche' il popolo, la gente comune, rimase in massima parte estranea alle diatribe politiche e in attesa di una sperata, celere conclusione della guerra. Ed infine e' falso che il 25 aprile ci fu un'insurrezione che sbaraglio' e caccio' via fascisti e tedeschi."
Maurizio Barozzi 
 
Sul punto fa definitiva chiarezza anche Giampaolo Pansa, (insieme a parecchi altri), con i suoi libri ed i suoi articoli dove precisa e si legge :" [...] Ecco un'altra delle menzogne spacciata ogni 25 aprile. 
Insieme alla bugia delle bugie, quella che dice : le grandi citta' dell'Italia del Nord insorsero contro i tedeschi e li sconfissero anche nell'ultima battaglia. Non e' vero. La Wermacht se ne ando' da sola, tentando di arrivare in Germania.
In casa nostra non ci fu nessuna Varsavia, la capitale polacca che si ribello' ad Hitler tra l'agosto ed il settembre 1944. E divenne un cumulo di macerie. In Italia le uniche macerie furono quelle causate dai bombardamenti degli aerei alleati."
2) La festa del 25 aprile non ha e non ebbe mai nulla a che vedere con l'Italia. Venne imposta dagli americani allo Stato italiano per festeggiare l'insediamento di Harry Truman a nuovo presidente degli Stati Uniti e per farla coincidere con il giorno della Conferenza delle Nazioni Unite per l'Organizzazione Internazionale, (UNCIO), con delegati provenienti da 50 nazioni Alleate, che ebbe luogo dal 25 aprile al 26 giugno 1945 nella citta' di San Francisco, (Stati Uniti).
Il vecchio presidente, Franklin Delano Roosvelt, mori' improvvisamente il 12 aprile 1945 a causa di un ictus cerebrale e Harry Truman, all'epoca in qualita' di vicepresidente, gli succedette immediatamente nell'incarico.
3) Il contratto mercenario volutamente dimenticato dai protagonisti e dall'opinione pubblica di allora e di oggi, in base al quale i capi del CLNAI, (Comitato di Liberazione Nazionale per l'Alta Italia) e i partigiani, accettavano da parte degli Alleati, con la firma davanti a Matithland Wilson, Generale Comandante Supremo Alleato, alcune pesantissime condizioni politiche, in cambio di una forte somma mensile. Un contratto che di fatto mise politicamente e militarmente i partigiani nelle mani degli Alleati, o meglio dell'OSS, (Office of Strategic Services), la cui sigla fu successivamente modificata nella piu' famosa CIA, (Central Intelligence Agency). In base al testo dell'accordo, ratificato a Roma il 7 dicembre 1944, ma preparato in trattative che sono andate avanti per 3 settimane a Monopoli, in Puglia, a partire dal 14 novembre, politicamente e militarmente al CLNAI, in compenso di una sudditanza assoluta e totale, gli alleati offrirono un contratto mercenario di 160 milioni mensili di allora, ripartiti per regioni. I firmatari di quell'accordo furono Pizzoni, (presidente e tesoriere del CLNAI), Parri, (Comando Volontari), Sogno, (partigiano di collegamento tra gli alleati ed il CLNAI), e Pajetta, comunista, vista la certezza che accordi senza la firma di uno dei loro, non sarebbero stati ammessi dai comunisti.
Ben tre su quattro fra questi firmarono con uno pseudonimo, un nome falso, inventato, per provare a nascondere il loro senso di umiliazione, disgusto e vergogna. Solo Sogno ebbe il coraggio, la coerenza e la dignita' di firmare con il suo vero nome.
L'accordo era accompagnato da una lettera del generale Wilson, che altro non era che la solita "pacca" sulla spalla riservata dagli inglesi ai loro utili servitori. Nei successivi anni, il patto segreto e la dipendenza dall'OSS sono stati dimenticati e non se ne e' piu' parlato; cancellati dalla memoria storica, cosi' come tante altre cose non troppo gradite.
Un ufficiale dell'AMGOT, dopo una lunga esperienza con i partigiani, ritornato in patria, li descrisse causticamente, ridicolizzandoli, con britannica ironia.
L'autore, J.R Reynolds, scrive :"Fra i partigiani ho incontrato talune persone realmente ben educate e unita' ben disciplinate, ma di gran lunga la maggioranza erano gangster usciti fuori in cerca di vantaggi personali e per gloriarsi, oppure pieni di ardore per una rivoluzione del proletariato. Essi stanno costruendo intorno a se' stessi una mitologia ricca e completamente falsa, che verra' poi per sempre insegnata nelle scuole italiane." [...]
Per il contratto, le clausole ed i dettagli leggere qui http://pocobello.blogspot.com/.../clnai-e-alleati-un... e ad integrazione anche qui https://team557.wordpress.com/tag/clnai/
4) Differenza tra il Centrosud occupato dagli Alleati e il Centronord governato dalla RSI.
"Il presunto Debito Pubblico Italiano, nasce con le AM-lire, la cartamoneta d'occupazione americana impostaci dagli USA, con lo sbarco avvenuto da parte degli Alleati in Sicilia nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943. Stampate in un primo momento negli Stati Uniti d'America e poi anche in Italia, presentavano vari tagli da 1 lira fino a 500 lire e 1000 lire. Le AM-lire sostituirono le lire italiane, abolendone il corso forzoso, con la moneta di occupazione distribuita dalle truppe Alleate. 
Fu cosi' che un vero e proprio fiume di denaro invase il meridione senza alcun controllo ne' argine, portando in queste terre un indiscriminato aumento dei prezzi. 
La conseguenza fu un duplice esproprio subito dai cittadini italiani, i quali vennero depredati del potere d'acquisto delle lire italiane e chiamati a farsi carico del debito scaturente dalla nuova valuta. Pare che la prima "tiratura" fosse pari a circa 143 miliardi di AM-lire. La situazione era aggravata dalla fissazione di un cambio pari a 100 lire per dollaro americano e 400 lire per ogni sterlina inglese. Un dollaro valeva 100 AM-lire.
Cio' conferiva ai militari statunitensi un formidabile potere d'acquisto, maturato a discapito della popolazione civile, la quale veniva risucchiata in un vortice di disperata miseria. Si stima che nel corso del 1944 l'aumento del costo della vita giunse fino ad oltre il 344%. Per fare un esempio, tra il 1945 e il 1950, con un intero stipendio si potevano acquistare solo 15 kg di zucchero. Questa fu la ragione principale per la quale si ebbe un parziale ritorno al baratto e alla borsa nera. Pare che con questa valuta gli americani acquistarono diversi possedimenti nella nostra penisola, tra cui la sede dell'ambasciata americana a Roma.
La storia della moneta d'occupazione americana termino' il 30 giugno 1950, quando con il D.M. del 18.2.1950 venne ritirata dalla circolazione, terminandone il corso legale e addebitandone nel contempo il prezzo ai cittadini della neonata Repubblica. Eh si, perche' le AM-lire non venivano attribuite al popolo da liberare, come mezzo convenzionale, ovvero libere da debito, ma venivano addebitate in cambio di Titoli di Stato italiani, come sancito dalla legge del 28 dicembre 1952, n° 3958. Da tali accadimenti e' facile comprendere che il nostro Paese non ha mai goduto di piena sovranita' monetaria e che il debito (pubblico) e' l'artificio attraverso il quale arricchirsi di una parte della ricchezza che il popolo produce con il lavoro. L'accordo del 24 gennaio 1946, tra il Governo italiano e quello Alleato, riconobbe alla Banca d'Italia la facolta' di emettere AM-lire, in un evidente rapporto di sudditanza, altro che sovranita'."
Redazione - Scuola studi Giuridici e Monetari "Giacinto Auriti" http://www.giacintoauriti.com/.../133-occupazione...
 
In totale vennero stampati circa 640 miliardi di AM-lire che fummo costretti a caricare sul nostro nuovo debito pubblico.
"Il dominio anglo-americano comporto', come si sa, la resurrezione delle mafie insieme al diffondersi del malaffare, della malavita, della corruzione, uniche via di fuga per un popolo vinto, affamato ed umiliato. Alla fine del 1944, nel regno del Sud occupato dagli Alleati, il carovita aveva avuto un aumento di oltre il 400% rispetto al 1942. Nella RSI invece, la lira era rimasta in vigore, nonostante la volonta' tedesca di imporre i Marchi d'Occupazione, con la conseguenza che il potere d'acquisto e l'economia degli italiani del Nord, era enormemente superiore rispetto agli sventurati connazionali del Mezzogiorno, tanto che, alla fine delle ostilita' in Italia, la Repubblica Sociale poteva vantare un bilancio attivo di oltre 20 miliardi, grazie principalmente al lavoro fatto dal ministro delle finanze della RSI, Domenico Pellegrini Giampietro, in carica dal 23 settembre 1943 al 25 aprile 1945. La linea Gotica, che divise la penisola in due, limito' gli effetti di questa enorme sciagura al martoriato Meridione, caduto in uno stato di miseria, degrado, asservimento, disperazione, veramente tragico. Per ottenere AM-lire bisognava necessariamente commerciare con i soldati yankee, con conseguenze vergognose, efficacemente descritte da Curzio Malaparte nel romanzo " La pelle". "Non avrei mai creduto che la fame potesse giungere a tanto...se oggi a Napoli si vendono bambini...si vedono uomini che offrono mogli, figlie, sorelle alle truppe americane...normali padri di famiglia che si trasformano in contrabbandieri, spacciatori, rapinatori."
5) 1947. Il piano Marshall e il trattato di Parigi.
"Il 5 giugno 1947, il segretario di Stato americano George Marshall annuncio' dall'Universita' americana di Harvard la decisione degli USA di elaborare e varare quello che sarebbe passato alla storia come il piano Marshall. Molteplici le finalita' del piano, a cominciare da quella di permettere la ricostruzione del capitalismo occidentale, favorendo al contempo l'integrazione politica ed economica dell'Europa occidentale,(ovviamente in funzione degli interessi statunitensi) e sancendo cosi' la fine della cooperazione antifascista con i partiti di ispirazione comunista. Una delle finalita' del piano Marshall consisteva nell'obbligare i Paesi coinvolti ad entrare nel circuito del Fondo Monetario e della Banca Mondiale. Cio' allo scopo di legarli in maniera sempre piu' stringente ai meccanismi del sistema capitalista a egemonia statunitense." http://www.civg.it/index.php?option=com_content...
Dario Romeo
 
"Per chi avesse ancora dubbi… SIAMO UNA COLONIA USA: ecco le prove."
"Roma – Per verificare se l’Italia è o non è una colonia USA, chiedete (ai parlamentari e governativi) informazioni dettagliate relative ai seguenti accordi segreti: 
1) le clausole segrete della ‘Convenzione d’Armistizio’ del 3 Settembre 1943; 
2) le clausole segrete del ‘Trattato di pace’ imposto all’Italia, il 10 Febbraio del 1947 (Parigi); 
3) le clausole segrete del ‘Trattato NATO’ firmato a Washington il 4 Aprile 1949, ed entrato in vigore il 1 Agosto 1949; 
4) il ‘Bilateral Infrastructure Agreement’ (BIA) o ‘Accordo segreto USA-Italia’ del 20 Ottobre 1954 (Accordo firmato dal Ministro Scelba e l’Ambasciatrice statunitense Clare Booth Luce, e mai sottoposto alla verifica, né alla ratifica del Parlamento); 
5) il Trattato Italia-NATO, firmato a Parigi il 26 Luglio 1961 (reso operativo con Decreto del Presidente della Repubblica No. 2083, del 18 Settembre 1962); 
6) l’Accordo bilaterale Italia-USA, firmato dal Governo Andreotti, il 16 Settembre 1972; 
7) il ‘Memorandum d’intesa USA-Italia’ (Shell Agreement) del 2 Febbraio 1995; l’Accordo segreto ‘Stone Ax’ (Ascia di Pietra), concluso inizialmente negli anni ‘50/’60 e rinnovato l’11 Settembre 2001. Ipoteca sulla democrazia. Si tratta di una flagrante negazione, violazione ed infrazione degli articoli 80 ed 87 della Costituzione repubblicana (stracciata dal Trattato di Lisbona entrato in vigore nel 2009) che prevedono rispettivamente la ratifica obbligatoria di ogni accordo internazionale, sia da parte del Parlamento che del Presidente della Repubblica."
Gianni Lannes
Il 10 febbraio 1947 con il trattato di Parigi veniva imposto all'Italia il ritorno dei confini esistenti alla data del 1 gennaio 1938 e la perdita di ulteriori territori tra cui quello di Trieste, oltre a diverse altre aree e comuni in favore di Francia, Grecia, Albania e Jugoslavia.
In piu' la rinuncia ai possedimenti territoriali in Africa (Libia, Eritrea e Somalia)
Inoltre, con l'articolo 16 di tale trattato, si imponeva all'Italia di non incriminare e di non perseguitare gli apartenenti alle Forze Armate che avessero agito o anche solo simpatizzato per gli Alleati. Tradotto, un salvacondotto e lasciapassare per tutti i militari collaborazionisti in tempo di guerra.
6) MAFIA
"Dalla prima strage della Repubblica Italiana, avvenuta il 1 maggio 1947 a Portella della Ginestra, gia' si capisce che avvengono per mano di una"longa manus" americana e basti vedere un po' quella che e' stata la repressione della mafia durante il regime fascista...e l'avvento, la "liberazione" da parte dei soldati americani, - cosi' si racconta la storia nei libri di storia taroccati - ma una liberazione che non viene specificato di chi...liberazione di don Calo' (Calogero) Vizzini, un boss mafioso che poi fu eletto sindaco di Villalba; liberazione di Genco Russo, eletto sindaco di Mussumeli e tanti altri mafiosi che liberarono e che strinsero legami con Lucky Luciano, ecc.ecc.
Questa e' la triste storia dell'Italia. Nasce cosi' la Repubblica Italiana. Gli Stati Uniti vennero in Italia e liberarono esponenti della mafia per controllare tutta la struttura governativa istituzionale. In questa maniera potevano controllare anche che quel territorio che avevano, tra virgolette, "liberato", in realta' colonizzato, fosse di loro controllo e che non subisse l'influenza comunista del blocco sovietico." https://www.facebook.com/nocensura/videos/1545648795486208/
Fabiuccio Maggiore 
 
7) STORIA
"Il 25 aprile 1945 non ci fu alcuna insurrezione nelle grandi citta', a cominciare da Milano, dove i fascisti, inquadrati in piazza Dante e in piazza San Sepolcro, lasciarono indisturbati la citta' verso le 5 del mattino dell'oramai 26 aprile.
 
Il CLNAI, che doveva subentrare nelle autorita' di governo, uscito dai comodi rifugi curiali, per mancanza di uomini dovette far occupare le sedi governative, a cominciare dalla Prefettura di Corso Monforte lasciata da Mussolini, dai reparti della Guardia di Finanza, passata all'ultimo minuto con la cosiddetta Resistenza. Di partigiani: neppure l'ombra.
Tutti gli storici seri hanno potuto accertare, anche con testimonianze di persone del posto e non politicizzate, che il 25 aprile la vita a Milano prosegui' tranquilla, cinema e ristoranti compresi per tutto il giorno, anche se il fantasma del CLNAI aveva proclamato l'insurrezione, ma tranne alcuni scioperi tranviari e negli uffici pubblici, qualche agitazione nelle fabbriche di periferia, qualche sirena che veniva messa in azione, nessuno se ne era accorto. 
Oggi sappiamo che tutti i presunti resoconti di gesta partigiane, in quel giorno, sono pure invenzioni; che le foto, fatte a posteriori, con partigiani armati di tutto punto, che fingono di affrontare un inesistente nemico, sono scenografie da set; che anche il giorno dopo, il 26 aprile, in una Milano dove oramai i fascisti se ne erano andati verso Como, alcuni gruppi di partigiani si azzardarono a mettere fuori la testa e a presidiare alcune grandi strade, ma in genere la citta' non li vide proprio, tanto che ci furono vari fascisti che vi capitarono a passare, anche in camicia nera, e non furono per nulla disturbati. Solo il 27 aprile arrivarono a Milano, assieme ad alcune avanguardie delle truppe Alleate, alcune "divisioni" di brigate Garibaldi e simili, tutte in divise nuove fiammanti di marca americana, ad attestare che questi "eroici" partigiani, fuggiti in montagna proprio per evitare di fare la guerra, di fatto non l'avevano fatta proprio. Fu allora che le fila della Resistenza si infoltirono dei cosiddetti "partigiani dell'ultim'ora", quelli che si iscrissero al CLN sui banchetti di strada e nelle sedi improvvisate, e nel clima festaiolo divennero tutti partigiani. In seguito si iscrissero alle associazioni partigiane: sono quelli che poi andavano dicendo :"io ho combattuto contro i fascisti" e ci rimediarono anche qualche pensioncina resistenziale.
 
Questa e' la verita' storica di un inesistente 25 aprile quale giorno di "Liberazione". Ma quel giorno, simbolicamente, avvenne invece, questa si, la fine della nostra patria, occupata, da allora e per sempre, dallo straniero. Gli Alleati imposero le loro leggi, pretesero l'abolizione delle grandi riforme sociali della RSI e la riconsegna delle imprese nelle mani degli industriali, imposero al nostro Paese l'adeguamento al sistema finanziario occidentale, un sistema di usura e rapina, ci esportarono la Coca Cola, il chewing-gum, i flipper e con essi il vizio, le droghe, la corruzione, ma soprattutto il modello "way of life" americano, che e' significato la fine di tutte le nostre culture e tradizioni. 
E da quel 25 aprile 1945 non ci siamo piu' liberati, anzi, con 113 basi straniere sul nostro territorio, abbiamo perso ogni minimo residuo di sovranita' nazionale.
 
Possono quindi festeggiare questa fittizia data del 25 aprile tutti i democratici, i degenerati, le destre reazionarie e accozzaglie simili. 
Ridicolo e' invece il festeggiamento delle sinistre, quelle che si spacciavano per comunisti: per loro il 25 aprile con l'arrivo delle truppe americane era la Liberazione, un momento dopo gli americani diventarono gli imperialisti da combattere. E questo fino a quando quel "mondo occidentale" che loro stessi avevano contribuito ad affermare, non li ha totalmente fagocitati, trasformati in compagni al caviale, poi in neoradicali, quindi in Liberal...e addio comunismo, svampito, imploso, con tutta la sua utopia. Ci sarebbe da chiedere ai compagni :"25 aprile, ma che cazzo vi festeggiate?"
Maurizio Barozzi
 
8 ) Arrigo Petacco, giornalista, storico, scrittore, autore dell'Enciclopedia "La seconda guerra mondiale", afferma molto chiaramente :" La Resistenza e' solo un falso mito. La retorica della liberazione e' finita."
9) La falsa mitologia resistenziale della canzone "Bella ciao".
"Bella ciao" e' una canzone che non e' mai stata dei partigiani, come molti credono, pero' molto popolare." (Gianpaolo Pansa)
"Nei venti mesi della guerra partigiana, non ho mai sentito cantare "Bella ciao ; e' stata un'invenzione del Festival di Spoleto."
(Giorgio Bocca)
10) Menzioni ed articoli vari sul 25 Aprile.
Riprendo ed attualizzo un magistrale articolo di Paolo Sizzi del 2015 sulla giornata e sulla festa della "Liberazione".
"25 aprile 1945 - 25 aprile 2021.
Cosa si festeggia di bello in questo settantaseiesimo anniversario del 25 aprile?
Vediamo un po': la sconfitta dell'Italia nella seconda guerra mondiale? La "Resistenza" gonfiata, portata avanti da poche migliaia di individui, divenuti decine di migliaia ad opera conclusa, quando bastava mettersi un fazzoletto rosso al collo per essere automaticamente considerati partigiani? 
La dichiarazione di guerra all'agonizzante Giappone, frutto dell'ennesimo voltafaccia governativo? O meglio ancora settant'anni di colonizzazione americana, fatta di basi militari, dipendenza economica, importazione di mode e stili di vita capitalisti e consumisti, perdita di sovranita' in favore di enti mondialisti anti-nazionali? Ci siamo liberati dai nazifascisti per consegnarci alle fauci degli Americani cari signori, e qui, da festeggiare, non c'e' proprio nulla. 
 
Certo non c'e' nulla da festeggiare per un vero patriota. Per uno dei tanti galoppini del $istema mondo invece e' una pasqua di "liberazione", un tripudio di spregio per gli eterni valori identitari che animano coloro che si battono per la Nazione, l'Europa e l'onore degli europei. L'orgoglio di essere italiani ed Europei barattato con la Disneyland statunitense e con gli Stati Uniti d'Eurolandia che piace tanto ai Napolitano, ai Mattarella, ai Monti, ai Draghi, ai Renzi e a tutto il loro bel codazzo di servi.
 
Il 25 aprile che ogni anno, inesorabile, ricorre, ci ricorda che siamo una colonia americana, cui e' concesso di ingozzarsi con i consumistici minnoli d'oltreoceano, ma non di alzare la testa e di riprendersi la propria sovranita'. E ci ricorda che l'Italia e' uscita sconfitta dall'ultima guerra, e piu' che per la sconfitta sul campo, per la sconfitta morale di essersi prostituita agli Alleati: 
8 settembre e 25 aprile, due pietre miliari di questo vergognoso tracollo etico e patriottico. Sono due date che pesano sulla moralita' di questo Stato nazionale ridotto a colonia dei forestieri; anche i serbi hanno come festa nazionale una sconfitta, quella contro i turchi del 1389, ma non certo per autolesionismo e tributo agli invasori mussulmani, loro acerrimi nemici, bensi' come eterna sete di riscatto, di orgoglio ferito, di patriottismo che dalle sconfitte esce corroborato. 
Viceversa, nell'italietta occidentalizzata e ridotta a discarica di stereotipi americani e dormitorio di Americani medesimi e Franco-Tedeschi, si ricorda l'8 settembre come presa di coscienza anti-nazista, (ma non fatemi ridere), e il 25 aprile come riscatto popolare ad opera dei partigiani contro l'invasore tedesco. 
Diamo alle cose il loro nome: l'8 settembre e' stato un tradimento nei confronti della Germania e del Ventennio fascista, che, checche' se ne dica, e' parte indelebile della storia italiana, anche se qualcuno vorrebbe cancellarlo a tutti i costi, mentre il 25 aprile, come gia' ricordato, fu l'illusione di una riscossa partigiana che in realta' e' la foglia di fico della conquista alleata e dell'italietta sconfitta che cade tra le braccia dell'imperialismo americano.
Sarebbe bene ricordarsi piu' spesso in cosa sia consistita la presunta liberazione alleata, con la zelante collaborazione degli infazzolettati: bombardamenti terroristici dai nostri cieli, con decine di migliaia di vittime e distruzione senza pieta' del patrimonio artistico italiano; deportazioni e internamenti sul suolo americano; feroci rastrellamenti partigiani; marocchinate e stupri ad opera di esotici militari alleati; tradimento sabaudo e badogliano; piazzale Loreto e annessa macelleria messicana; sconfitta totale e perdita dell'onore italiano, in favore del colonialismo statunitense e dell'arroganza franco-britannica. E si potrebbe andare avanti tranquillamente.
 
Pensate che c'e' davvero gente che crede che il 25 aprile sia stato il riscatto di una Nazione e non la sua sconfitta su tutti i fronti. Certo, avere in casa la monarchia sabauda e il Vaticano non ha aiutato, in Italia troppi parassiti banchettano sulla schiena degli italiani, da troppo tempo. E poi c'e' comunque la pancia del popolaccio, che da fascista diviene antifascista nel giro di pochi giorni, e dopo aver acclamato Mussolini per anni, finisce per fucilarlo, sputacchiarlo, vilipenderlo, appenderlo a testa in giu', consegnando ai forestieri l'immagine di un popolo allo sbando, un popolo-banderuola, che va dove tira il...ventre. Scendere in piazza per festeggiare il 25 aprile, (ad opera di quelli che si lagnano per la Diaz di Genova magari, senza capire che le manganellate piovono dai randelli al servizio della NATO), significa arrendersi e dimostrare di essere la perfetta colonia americana che ricorda, col sorriso ebete sulle labbra, la conquista imperialista dell'Italia, alla faccia del mito partigiano e della sopravvalutatissima epopea resistenziale.
Quella data non e' un riscatto, una riscossa, una presa di coscienza patriottica, ma un triste tributo a chi davvero ha "liberato" il Paese dai "nazzzisti" e che in nessun modo era ed e' migliore di loro: gli Americani e i cagnolini inglesi, con un seguito di militari collaborazionisti piovuti in Italia da ogni parte del mondo, un assaggio di quella societa' multirazziale che ci stiamo sorbendo da tempi piu' recenti, ma che trova origine proprio nella conquista alleata del Paese delle aquile legionarie.
Il vero patriota italiano ed europeo ricorda ben altre date, come ad esempio il 21 aprile, il Natale di Roma, la vera festa nazionale dell'Italia. Possa ripartire da quella gloriosa ricorrenza la nostra riscossa e che il 25 aprile che e' in ognuno di noi ceda il passo alla battaglia per la riconquista della sovranita' nazionale e dell'orgoglio di essere figli privilegiati di Roma e della sua immortale Civilta'. La vera Liberazione sara' quella dal mondialismo, e quindi dalla prigionia del 25 aprile.
Ave Italia!"
Paolo Sizzi
 
"Tutte le centrali del potere, gli intellettuali e i media, si mobilitano per esaltare l'artificioso simulacro di una liberazione mai avvenuta, che ha coinciso con la sottomissione del Paese a eserciti stranieri, che vi si sono aperta la strada con bombardamenti terroristici, stupri di massa e l'umiliazione di un popolo e di uno Stato divenuti sudditi e colonia degli invasori. 
La democrazia ottenuta a prezzo del tradimento e della vergogna, s'e' trasformata, nel tempo, in qualcosa di sempre piu' retorico e distante dalla realta', e' divenuta puro rito e formalita', smentita da una politica che non corrisponde alle scelte del popolo ma che si impone con arroganza, manipolando le regole, che non opera per il bene comune e ignora i bisogni veri e i problemi dei cittadini. 
Ma, se si puo' cedere alla forza e subire l'arbitrio, non per questo ci si arrende o si accettano lezioni. Ci vogliono estranei e reietti, ma non ci avranno mai domati ne' sottomessi. Non ci vedranno rinnegare ne' scusarci, perche' eravamo nel giusto e respingiamo con sdegno il loro giudizio.
Coloro che esaltano la liberazione dalla dittatura, sono gli stessi che sfornano leggi sempre piu' repressive, che chiedono sempre nuove censure, che vogliono vietare convegni, manifestazioni e persino onoranze funebri ai loro avversari, che impongono la loro lettura degli eventi e la loro propaganda nelle scuole e in ogni dove, che non tollerano il dissenso e perseguitano la stessa manifestazione di un pensiero alternativo con una protervia arrogante e provocatoria. 
A parti inverse, adottano gli stessi metodi repressivi di cui accusano il fascismo d'aver fatto uso a suo tempo, con l'aggravante data dalla disgustosa ipocrisia di volersi definire democratici. La loro democrazia ha lasciato morire impuniti decine di giovani assassinati negli anni di piombo. Oggi sta devastando un intero popolo, attuando una sostituzione etnica tra le piu' spregevoli e criminali, dietro il paravento di un umanitarismo ipocrita e viscido. Continuate a celebrare, ma presto o tardi la festa finira'."
Enrico Marino 
 
"Gli errori e i torti del fascismo, le violazioni dei diritti umani che tutti commettono durante le guerre, sono stati amplificati e ingigantiti per coprire o per far dimenticare le atrocita' commesse dai vincitori: i bombardamenti terroristici contro le popolazioni civili, - fra cui due olocausti nucleari contro il Giappone che aveva gia' chiesto la resa - le stragi di civili tedeschi compiuti dall'Armata Rossa, (tre milioni di persone), quelle di italiani compiuti dai comunisti jugoslavi in Istria e in Dalmazia, gli eccidi di innocenti compiuti dagli stessi partigiani italiani, spesso non altro che per sopprimere i testimoni delle loro ruberie, i prigionieri italiani e tedeschi massacrati dopo essersi arresi, o fatti morire di freddo e di fame. Piu' si scava, piu' si scopre il volto del "bene" uscito vincitore dalla seconda guerra mondiale, che e' quello di un orrore infinito.
 
Quella partigiana "resistenziale" non fu epopea, ma un'ignobile mattanza contro coloro che avevano continuato a combattere gli "alleati" invasori della nostra terra, compiuta colpendo alla schiena, e soprattutto a guerra finita, quando i vinti avevano dovuto deporre le armi ed erano ormai inermi."
Fabio Calabrese
 
"Da quella canaglia s'e' giunti fino ai giorni nostri in un continuo perfetto di ipocrisie e sciacallaggio, oltraggiando il valore ed esaltando l'opportunismo, manipolando la storia, infangando la memoria e l'onore dei vinti, glorificando il tradimento, legittimando il terrorismo come azione di guerra, nascondendo l'orrore della pulizia etnica delle foibe, ignorando le stragi di migliaia di italiani assassinati dalle bande comuniste, rivoltando gli eventi e le situazioni a proprio tornaconto, per poter giustificare l'ingiustificabile e definire "invasore" l'alleato. [...]
 
Le denunce delle "stragi nazifasciste" che costituiscono la vulgata resistenzialista e ispirano i sermoni dei politici "democratici" non vengono mai valutate in rapporto alla feroce guerriglia, alle imboscate e agli attentati compiuti dalle bande partigiane che poi fuggivano, abbandonando le popolazioni civili coinvolte di fronte alla reazione germanica."
Enrico Marino 
 
"La primavera del 1945, com'e' ormai risaputo ed accettato, fu caratterizzato dalla ferocia piu' disumana. Uccisioni, atroci torture, linciaggi, stupri, sadiche violenze, rapine, saccheggi. Prese particolarmente di mira le donne dei fascisti: madri, mogli, figlie e le ausiliarie, le eroiche volontarie che erano entrate nei ranghi militari della RSI. 
Ma uccisioni anche di sacerdoti, proprietari terrieri, imprenditori, si susseguirono per molti mesi, mentre uno Stato impotente e/o connivente lasciava fare. Sull'argomento e' gia' stato scritto molto e chi volesse documentarsi non ha che l'imbarazzo della scelta; percio' sorvolo su tante stragi a guerra finita, che hanno gettato una grondante placca di ignominia su tutto il popolo italiano.
Era il frutto ineluttabile dell'odio senza limiti, seminato dai rossi e dai loro complici nella guerra civile. Una barbara strategia, estranea alla civilta' europea, quella dei comunisti e di tanti altri antifascisti, - utili e feroci idioti strumentalizzati dai primi - per conquistare il potere nello Stato che gli veniva regalato dagli "Alleati".
 
Secondo quanto ammette lo storico antifascista e partigiano Giorgio Bocca :" Il terrorismo ribelle non e' fatto per prevenire quello dell'occupante, ma per provocarlo, per inasprirlo. Esso e' autolesionismo premeditato: cerca le ferite, le punizioni, le rappresaglie per coinvolgere gli incerti, per scavare il fosso dell'odio. E' una pedagogia impietosa, una lezione feroce.
" La stessa feroce strategia fu continuata metodicamente e cinicamente con sadica efferatezza, anche e soprattutto dopo la resa delle forze fasciste. Infatti la teoria della guerra partigiana " incarna l'ostilita' assoluta, perde la distinzione tra nemico e criminale [...] cessa non con la pace negoziata, ma con lo sterminio [...] si svolge in base al terrorismo."
 
Quando accadra' che un capo di Stato italiano chieda scusa agli italiani per le stragi della "rossa primavera" e per l'ignominia che ne e' ricaduta su tutto il popolo?"
Francesco Fatica
 
 
"Per tutti coloro che manifestano la volonta' di volersi disintossicare dalla pseudo-cultura del "pregiudizio" colpevolizzante e andare ben oltre i luoghi comuni e gli stereotipi interpretativi, canonizzati dalla propaganda "ufficiale" imposta dai vincitori."
Maurizio Rossi

 

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