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L'Anticiclone delle Azzorre non è più il protagonista delle Estati Mediterranee?


La pressione al suolo il 23 Giugno 1907


(a cura di Massimo Marchetti)

23 Giugno 1907: non ho trascritto erroneamente la data di quella carta isobarica raffigurata qui, ma è davvero la configurazione meteorologica di 100 anni fa. Rappresenta un fotogramma di una ormai forse perduta normalità meteorologica: si può vedere un appendice dell’alta pressione atlantica che si protende verso il Mediterraneo e la nostra Penisola.

Statisticamente era proprio fra la terza e la quarta settimana di giugno che l’alta pressione iniziava ad affermare il suo predominio europeo estivo, frammentata solo da qualche veloce fronte nord atlantico. L’estate aveva un sapore decisamente gradevole con temperature che si portavano di poco oltre i 30°C al nord e qualche grado in più al centro sud. Ma solitamente questo accadeva nelle due settimane più calde dell’anno: l’ultima di luglio e la prima di agosto. L’alta pressione delle Azzorre non raggiungeva mai elevati valori barici, per cui su rilievi e occasionalmente in pianura si manifestavano temporali termici con effetti non estremi salvo rare eccezioni.

Ogni tanto, come accennato prima, veloci fronti freddi associati a piogge e temporali sparsi spezzavano il caldo al nord e parte del centro, mentre al sud potevano al massimo rimescolare un po’ l’aria, perché arrivavano ormai “sfiniti” . L’estate terminava solitamente a fine agosto con la cosiddetta “tempesta equinoziale”, praticamente un fronte freddo molto più intenso dei precedenti che “fiaccava” il bordo nord orientale dell’anticiclone, portando piogge abbondanti e temporali sull’intera penisola, ma con fenomeni più intensi al centro nord. Poi a settembre ci poteva essere un seguito dell’estate ma valori di temperatura fra 24 e 28C° al massimo.

E poi iniziarono gli anni ’80…

Fin qui ho descritto una configurazione atmosferica che segnava il passo delle estati italiane. Sui libri di meteorologia ne troviamo ampi accenni su questo tipo di configurazione climatica. Ma da qualche decina di anni, esattamente dall’inizio degli anni ’80, queste affermazioni non trovano più riscontro nei fatti e molti capitoli della meteorologia italiana andrebbero riscritti. In buona sostanza cos’è successo negli ultimi decenni?

L’anticiclone delle Azzorre, sceglie altre posizioni e l’estate europea cambia radicalmente aspetto

E’ successo che l’alta pressione ha smesso gradualmente di instaurare il suo regime anticiclonico estivo sul bacino del Mediterraneo (rimanendo in Atlantico o puntando sulla Groenlandia), come pure nell’intera Europa, lasciando campo libero ad altre grandezze metrologiche, in particolare alta pressione nord africana, e in misura minore alle correnti fredde proveniente dal nord Europa oppure dal nord atlantico. Cosi facendo la nostra estate ha radicalmente cambiato aspetto. Dagli anni ’80 in poi è stato un continuo alternarsi di estati roventi con l’aria calda africana che punta verso il centro sud europeo, con addirittura puntate sulla Scandinavia. Il gran caldo e solitamente accompagnato da un elevato tasso di umidità perché l’aria si umidifica durante il passaggio sopra il Mar Mediterraneo, rendendo il caldo difficilmente sopportabile dal punto di vista fisico. Le caldissime estati vengono alternate da altre (oppure all’interno delle stesse per alcune settimane), con sapore decisamente autunnale dove a farla da padrone sono le correnti fresche nord atlantiche. Il cielo è spesso grigio con dei rovesci, le temperature massime non salgono oltre i 20-23°. E’ successo ad esempio nel periodo estivo del 2002 o nell’agosto 2006.

Il tempo agisce lungo i meridiani, proliferano così i fenomeni estremi

L’alta pressione che rimane in atlantico non esercita più la sua funzione di cuscinetto fra masse d’aria con caratteristiche molto diverse, in primis temperatura e umidità. Il tempo “ragiona” non più lungo i paralleli, bensì scende o sale seguendo i meridiani, con il risultato che possono facilmente incontrarsi o più precisamente scontrarsi masse d’aria di segno opposto. I fenomeni subiscono dunque una estremizzazione che sono nella memoria di tutti in questi ultimi anni. Correnti di origine sub polare (“la scintilla”), vengono a contatto con altre di origine sub tropicale (“la benzina”), con conseguenti manifestazioni temporalesche molto intese e in alcuni casi devastanti. Basti pensare ai temporali violentissimi (solitamente a causa della formazione di supercelle), che hanno interessato negli ultimi anni l’Europa centrale e l’Italia settentrionale. I temporali di tipo supercella possono innescare forti raffiche di vento nelle linee di groppo (anche oltre 90 Km/h), grandinate di inaudita violenza e purtroppo anche trombe d’aria (da ricordare quella devastante di Arcore dell’estate 2001). Fra il 25 e il 26 giugno 2007 c'è stato un altro scontro di masse sub polari e sub tropicali con temporali anche violenti su Europa centrale, Alpi (specie al nord est) e localmente in pianura padana orientale. Nell’altra immagine invece, si può visualizzare una mappa di un tranquillo anticiclone che interessa il Mediterraneo il 26 giugno 1975. Sebbene il confronto sia fatto su episodi, le differenze sono molto marcate e rendono l’idea del cambiamento in atto (vedere le due immagini in basso, tratte dal nostro archivio storico di Mappe Meteo.

Perché questi cambiamenti? Cosa ci riserva il futuro?

E’ ormai certo che le modiche applicate dall’uomo all’ambiente (emissione gas serra, deforestazione, moltiplicarsi di aree urbane ecc), stanno modificando il clima terrestre. La temperatura si è innalzata all’incirca di 1 grado nell’ultimo secolo e la circolazione in grande scala è pure cambiata e non è molto difficile pensare che l’assenza del nostro anticiclone delle Azzorre sia da imputarsi agi effetti provocati dall’uomo, magari associati a dei cicli naturali. Ora però i cambiamenti si stanno verificando ad una velocità impressionante ed è impossibile pensare (come alcune persone fanno, con molto stile “naif” o di irresponsabilità), che “la terra alla fine rimette in ordine tutto da sola”. Stiamo modificando l’ambiente in maniera violenta e l’ambiente per difendersi, per cercare di ristabilire gli equilibri reagirà in modo altrettanto violento. Iniziamo ed impariamo fin da ora a rapportarci in modo diverso con la natura, ad avere un senso di responsabilità nella “casa-mondo” in cui viviamo, dal politico più potente al comune cittadino. Prima lo faremo e meglio sarà per le generazioni venture a cui lasceremo in eredità un mondo inesorabilmente compromesso e modificato a livello ambientale e climatico.

 

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