Al Popolo Sovrano la Costituzione della Repubblica Italiana piace, perché è semplice, chiara e risponde all’idea di società che tutti abbiamo stampata nel cuore: accogliente e responsabile.

Ma i politici nelle Istituzioni non la attuano. Giornali e TV esorcizzano la sovranità popolare con termini dispregiativi, come sovranismo o populismo, mentre i legislatori calpestano i Principi Fondamentali emanando leggi
ingiuste, che li contraddicono in maniera eclatante.
Ci raccontano, ignoranti, che sarebbe superata ed avrebbe perso il suo valore, a favore di trattati internazionali incomprensibili e ingiusti, e di consuetudini che fanno comodo solo ai potenti.
Cos’è un popolo senza una legge riconosciuta giusta da tutti e per questo rispettata? Cosa diventa una comunità nazionale se i massimi rappresentanti nelle istituzioni sembrano avere più a cuore gli interessi dei mercati che
quelli dei nostri figli?
Non vediamo forse che, perso il rispetto della legge, ci stiamo rassegnando al predominio della forza e dell’inganno?
Da tempo, a causa di leggi elettorali chiaramente contrarie alla Costituzione, già più volte censurate dalla Corte Costituzionale, non abbiamo nelle Istituzioni dei veri rappresentanti.
Chiamiamo dunque tutti i cittadini italiani, oggi, qui, ad una risposta; ad una assunzione diretta di responsabilità, per chiedere di condividere un atto altamente simbolico, volto a restituire legittimità a quel Patto Sociale che deve
essere alla base di ogni pretesa di legalità e civiltà.
Lo facciamo chiarendo, senza mezzi termini, che ogni atto emanato da persone che occupano le Istituzioni che non sia rispettoso della lettera e dello spirito di quella Legge Fondamentale, non è altro che usurpazione illegittima: atto di violenza, che merita un’adeguata risposta.
Già con il numero zero della rivista abbiamo distribuito una copia della nostra legge fondativa, invitando tutti a conoscerla per non dimenticare, consapevoli che perfino la scuola e le università, purtroppo, sostanzialmente la
ignorano.
Qui, ora, lanciamo una campagna che invita i cittadini italiani ad apporre la propria controfirma in fondo al testo originale, quello già firmato il 12 dicembre del 1947 dal Presidente della Repubblica Enrico de Nicola, dal Presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, del Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi e del Guardasigilli Giuseppe Grassi.
Questa controfirma intende rappresentare la formale manifestazione di volontà dei detentori del potere legittimo, i cittadini sovrani, che ribadiscono la vigenza della Costituzione italiana quale modello socioeconomico ben definito, e quale legge indiscutibile ed irrinunciabile, certamente al di sopra di tutte le altre.
Le firme verranno consegnate al Presidente della Repubblica, al Presidente della Corte Costituzionale, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, affinché ne informino ogni persona che operi a qualsiasi titolo nelle Istituzioni, per ricordare loro che sono umili servitori dell’unico vero Sovrano, il Popolo, e che il loro dovere è esclusivamente quello di attuare la Costituzione e difenderla contro ogni tentativo di manipolazione, interno o esterno alla Repubblica.
di Guido Grossi ed Enrico Cacciatori

Ma i politici nelle Istituzioni non la attuano. Giornali e TV esorcizzano la sovranità popolare con termini dispregiativi, come sovranismo o populismo, mentre i legislatori calpestano i Principi Fondamentali emanando leggi
ingiuste, che li contraddicono in maniera eclatante.
Ci raccontano, ignoranti, che sarebbe superata ed avrebbe perso il suo valore, a favore di trattati internazionali incomprensibili e ingiusti, e di consuetudini che fanno comodo solo ai potenti.
Cos’è un popolo senza una legge riconosciuta giusta da tutti e per questo rispettata? Cosa diventa una comunità nazionale se i massimi rappresentanti nelle istituzioni sembrano avere più a cuore gli interessi dei mercati che
quelli dei nostri figli?
Non vediamo forse che, perso il rispetto della legge, ci stiamo rassegnando al predominio della forza e dell’inganno?
Da tempo, a causa di leggi elettorali chiaramente contrarie alla Costituzione, già più volte censurate dalla Corte Costituzionale, non abbiamo nelle Istituzioni dei veri rappresentanti.
Chiamiamo dunque tutti i cittadini italiani, oggi, qui, ad una risposta; ad una assunzione diretta di responsabilità, per chiedere di condividere un atto altamente simbolico, volto a restituire legittimità a quel Patto Sociale che deve
essere alla base di ogni pretesa di legalità e civiltà.
Lo facciamo chiarendo, senza mezzi termini, che ogni atto emanato da persone che occupano le Istituzioni che non sia rispettoso della lettera e dello spirito di quella Legge Fondamentale, non è altro che usurpazione illegittima: atto di violenza, che merita un’adeguata risposta.
Già con il numero zero della rivista abbiamo distribuito una copia della nostra legge fondativa, invitando tutti a conoscerla per non dimenticare, consapevoli che perfino la scuola e le università, purtroppo, sostanzialmente la
ignorano.
Qui, ora, lanciamo una campagna che invita i cittadini italiani ad apporre la propria controfirma in fondo al testo originale, quello già firmato il 12 dicembre del 1947 dal Presidente della Repubblica Enrico de Nicola, dal Presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, del Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi e del Guardasigilli Giuseppe Grassi.
Questa controfirma intende rappresentare la formale manifestazione di volontà dei detentori del potere legittimo, i cittadini sovrani, che ribadiscono la vigenza della Costituzione italiana quale modello socioeconomico ben definito, e quale legge indiscutibile ed irrinunciabile, certamente al di sopra di tutte le altre.
Le firme verranno consegnate al Presidente della Repubblica, al Presidente della Corte Costituzionale, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, affinché ne informino ogni persona che operi a qualsiasi titolo nelle Istituzioni, per ricordare loro che sono umili servitori dell’unico vero Sovrano, il Popolo, e che il loro dovere è esclusivamente quello di attuare la Costituzione e difenderla contro ogni tentativo di manipolazione, interno o esterno alla Repubblica.
di Guido Grossi ed Enrico Cacciatori
Commenti
Posta un commento