I Comuni italiani sono 7914. Erano oltre ottomila quand’ero
ragazzo.
Un quinto dei comuni italiani è in cammino verso il nulla, un
sesto della superficie nazionale viene colpita dall’abbandono e
lasciata inselvatichire.
Nel giro di una sola generazione scompariranno almeno mille-millecinquecento comuni.
Il quattro per cento della popolazione migrerà e due sono le destinazioni possibili: o il cimitero oppure i grandi centri urbani. Anche esteri.
Ci sono mille piazze sempre più desolate e afflitte, le case vuote, le mura sbrecciate, campanili cadenti.
Comunità colpite al cuore che lentamente, e nella più assurda e colpevole distrazione collettiva, si avviano all’eutanasia.
Poco alla volta chiudono i battenti i servizi elementari ed essenziali. Naturalmente prima gli ospedali, trasformati in lunghi e penosi comparti di geriatria, poi le scuole, con l’accorpamento delle distinte classi elementari e la sistemazione delle medie in luoghi distanti anche dieci chilometri dalle poche abitazioni in cui vivono ragazzi in età scolastica, poi l’ufficio postale.
Mezza italia non vuole fare figli e propone di risolvere puntando sull’immigrazione.
Ma non sembra funzionare.
Altra mezza Italia propone di incentivare le nascite.
Ma nel frattempo, anch’essa, non è intenzionata a fare figli.
Oramai neanche più si sposano.
Non funziona quindi e non funzionerà.
In Italia ci sono 23 milioni di lavoratori e 17 milioni di pensionati…su una popolazione di 60 milioni.
Il 13% della popolazione ha più di sessantacinque anni.
E’ un primato senza eguali.
Solo il 22% della popolazione ha meno di quattordici anni.
Ancora meno sono i bambini nei primi cinque anni di vita.
Anche questo è un primato che non ha eguali.
A breve (si stima entro il 2030) il numero dei pensionati supererà il numero dei lavoratori.
Al tracollo sociale farà quindi seguito il tracollo economico.
Perché le società sopravvivono solo se giovani.
Eppure non c’è una sola politica.. non una… di nessun governo e di nessun colore politico… che stia affrontando seriamente l’inverno di Italia.
Siamo dinosauri stanchi che marciano verso l’estinzione. E non sarà neanche una fine bella o gloriosa.
Nel giro di una sola generazione scompariranno almeno mille-millecinquecento comuni.
Il quattro per cento della popolazione migrerà e due sono le destinazioni possibili: o il cimitero oppure i grandi centri urbani. Anche esteri.
Ci sono mille piazze sempre più desolate e afflitte, le case vuote, le mura sbrecciate, campanili cadenti.
Comunità colpite al cuore che lentamente, e nella più assurda e colpevole distrazione collettiva, si avviano all’eutanasia.
Poco alla volta chiudono i battenti i servizi elementari ed essenziali. Naturalmente prima gli ospedali, trasformati in lunghi e penosi comparti di geriatria, poi le scuole, con l’accorpamento delle distinte classi elementari e la sistemazione delle medie in luoghi distanti anche dieci chilometri dalle poche abitazioni in cui vivono ragazzi in età scolastica, poi l’ufficio postale.
Mezza italia non vuole fare figli e propone di risolvere puntando sull’immigrazione.
Ma non sembra funzionare.
Altra mezza Italia propone di incentivare le nascite.
Ma nel frattempo, anch’essa, non è intenzionata a fare figli.
Oramai neanche più si sposano.
Non funziona quindi e non funzionerà.
In Italia ci sono 23 milioni di lavoratori e 17 milioni di pensionati…su una popolazione di 60 milioni.
Il 13% della popolazione ha più di sessantacinque anni.
E’ un primato senza eguali.
Solo il 22% della popolazione ha meno di quattordici anni.
Ancora meno sono i bambini nei primi cinque anni di vita.
Anche questo è un primato che non ha eguali.
A breve (si stima entro il 2030) il numero dei pensionati supererà il numero dei lavoratori.
Al tracollo sociale farà quindi seguito il tracollo economico.
Perché le società sopravvivono solo se giovani.
Eppure non c’è una sola politica.. non una… di nessun governo e di nessun colore politico… che stia affrontando seriamente l’inverno di Italia.
Siamo dinosauri stanchi che marciano verso l’estinzione. E non sarà neanche una fine bella o gloriosa.
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