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L’ITALIA E L’ITALIETTA

1- Partiamo col dire che la valuta in genere esprime le potenzialità di un “sistema paese” e finché tale Stato conserva le sue peculiarità e competitività la valuta che esprime potrà vantare la sua stabilità, al di là del nome con cui viene chiamata, non ha importanze se sono Fiorini, Grivna o uno Yen.
2- In un quadro generale e di sintesi i paesi possono esser suddivisi in due macro-categorie: paesi “materie-primisti” (che vivono vendendo all’estero le loro materie prime) e paesi a vocazione del manifatturiero “trasformatori” (trasformano le materie prime conferendo valore aggiunto). 
Nella cerchia dei paesi trasformatori esiste inoltre la suddivisione relativa al quoziente della tecnologia, più o meno evoluta ed automatizzata, e al livello qualitativo, che varia dal prodotto di scarsa qualità (di massa) fino alla eccellenza (di nicchie con alta capacità di spesa). 
L’Italia è sempre stato un paese: trasformatore con altissimo valore aggiunto e leader nelle eccellenze in quasi tutti i settori: agroalimentare, enologo, fashion, automotive, meccanica di precisione, navale, nautica da diporto, fino alla meccanica pesante come l’acciaio, mezzi di trasposto su rotaie, aeronautica e tanto altro, senza trascurare l’altissima tecnologia al servizio dei settori militari e dell’aerospaziale.

Da non dimenticare che l’Italia ha anche una rilevante tradizione nel settore energetico, abbiamo costruito centrali nucleari ed idroelettriche in tutto il mondo e lavoriamo ai messimi livelli nel segmento degli idrocarburi, dalla ricerca alla estrazione, fino alla raffinazione. Vantiamo anche importanti risorse e giacimenti sul territorio nazionale (materie prime).
A tutto questo dobbiamo aggiungere che l’Italia detiene inoltre il più alto patrimonio storico-artistico-monumentale al mondo (circa due terzi dell’intero pianeta) ed è unico in termini di appeal turistico per dodici mesi all’anno, offrendo la più esaustiva offerta, dalla cultura al balneare, dal termale all’invernale, collinare, naturalistico, artistico, enogastronomico ecc.

L’Italia pertanto è un “sistema” indistruttibile (molti asset non sono delocalizzabili, ad esempio nel turistico-monumentale o nell’enogastronomico), basta liberare le proprie potenzialità e può recuperare le proprie posizioni nello scacchiere mondiale con una velocità ineguagliabile, molto più rapida rispetto anche alle potenze come: Germania, Giappone, Usa ecc. 

Pertanto qualsiasi moneta viene dotata l’Italia, essa esprimerà le competitività e i valori qui appena sintetizzati. 
E’ anche per questo che la Lira (quindi il sistema Italy) fu premiata come valuta più affidabile e solida dell’occidente nella metà degli anni ’60 (giuria internazionale istituita dal Finalcial Times).

COSA CONFERISCE APPETIBILITÀ A UNA MONETA?

Dobbiamo chiarire una volta per tutte che i paesi non vendono monete ma prodotti!
Pertanto è veramente da sciocchi parlare di monete prestigiose, di “MON€TONI” o di cartastraccia. 

La moneta ha valore nella misura in cui il paese che la esprime vanti “cose /prodotti” che il mercato può richiedere e comprare. 
Facciamo qualche esempio pratico uscendo dalle solite e astruse technicalities. Come funziona allora la moneta nello scenario degli scambi? 
Perchè è indifferente il suo nome e la sua quotazione di scambio iniziale verse le valute di riferimento? 
Ecco, se la gente comune assimilasse le risposte a queste due domande, sparirebbe dai dibattiti la sciocca parola “Liretta” e coloro i quali incautamente ci hanno speculato facendo “terrorismo mediatico” inizierebbero a fare ammenda.

COME FUNZIONA LA VALUTA NEGLI SCAMBI

Facciamo uno dei classici esempi, Germania – Italia. Prima del 1997 (attuazione del cambio fisso) se volevi comprare una Golf VW l’importatore vendeva le Lire e comprava i Marchi tedeschi (DM) per la transazione. 

Se le vendite delle Golf salivano, saliva di conseguenza la domanda di Marchi, ciò comportava per la legge di domanda-offerta la penalizzazione del Made in Germany. 
In che modo si penalizzava? 
Semplice, il DM veniva quotato più caro e meno conveniente e di conseguenza tutto ciò che veniva prezzato in DM diveniva meno conveniente; di riflesso il Made in Italy si mostrava “magicamente” più competitivo, in quanto, prezzato in Lire veniva quotato con prezzi più appetibili; quindi molte Alfa Romeo Giulietta (segmento di riferimento della Golf VW) partivano per la Germania e si salvaguardava occupazione e fatturati. 
In effetti non era la Lira a svalutarsi ma era il Marco a rincararsi... "


Scenari economici

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