L’ errore degli esperti è quello di non considerare le conseguenze inattese, gli elementi della natura umana che rendono vana qualsiasi pianificazione accuratamente studiata, qualsiasi intervento sistematico, specie quelli meglio intenzionati.
Non possiamo e non dobbiamo tentare di pianificare, programmare e controllare la vita; al contrario dovremmo basarci sulle sorprese che la vita reca con sé e prepararci ad esse.
Si tratta quindi di una critica delle istituzioni e dei professionisti, nonché del modo con il quale essi contribuiscono alla disumanizzazione: le istituzioni creano i bisogni e ne controllano la soddisfazione.
Così facendo, spingono l’essere umano e la sua creatività verso l’impotenza.
Gli esperti e la cultura esperta richiedono la presenza di un numero sempre maggiore di esperti.
Essi hanno la tendenza a creare cartelli, costruendo «barricate istituzionali», proclamando, ad esempio, il loro ruolo di controllo per l’accesso alla professione.
Gli esperti controllano la produzione della conoscenza: decidono quali siano le conoscenze validate e legittime e in che modo vadano acquisite.
La società moderna sembra creare sempre ulteriori istituzioni, e spaccati sempre più ampi della nostra esistenza finiscono sotto il loro dominio.
Un tale processo indebolisce le persone, diminuisce la loro fiducia in se stesse e nelle loro capacità di risolvere i problemi, annienta le relazioni conviviali e colonizza la vita, come un parassita o un cancro che uccide la creatività.
Il paradosso delle professioni disabilitanti
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