Sentiamo spesso parlare di INPS , di un problema di sostenibilità delle pensioni, fare qualche passo indietro sarebbe opportuno.
Un buco di oltre 23 miliardi quello ereditato dall'Inps dall'accorpamento dell'ente di previdenza dei dipendenti pubblici.
La previdenza pubblica fa affondare quella privata. Sembra questo il risultato della fusione dell’Inpdap, l’ente previdenziale dei dipendenti pubblici, con l’Inps, avvenuta con la manovra salva-Italia del 2011. Pare che l’ente dei lavoratori privati abbia ereditato dalla gestione pubblica un buco di 23 miliardi di euro dovuto al fatto che lo Stato non ha pagato i contributi previdenziali per i suoi dipendenti.
Il
rischio è quello di non poter più pagare le pensioni a tutti
i lavoratori.
"Il patrimonio netto (…) è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi", scriveva Mastrapasqua, secondo quanto riportato da il Fatto Quotidiano. In pratica fino al 2015, se non ci sono interventi radicali……
Di interventi radicali ne abbiamo visto con il governo Monti. compresa la legge Fornero
Lo Stato, un evasore contributivo
Questa situazione è frutto dell’azione congiunta di diversi fattori. Uno è sicuramente la crisi economica e il drastico calo dell’occupazione (e di conseguenza della contribuzione). Le riserve dell’Inps che all’inizio del 2011 ammontavano a 41 miliardi di euro si sono ridotte a 15 miliardi, il 64% in meno in due anni.
Ma un altro motivo – il più paradossale – è l’inadempimento di molte amministrazioni pubbliche che negli ultimi anni non hanno pagato i contributi previdenziali per il loro dipendenti. Con l’accorpamento avvenuto nel 2012, l’Inps ha ereditato dall’Ipdap un buco di bilancio spaventoso: 23,7 miliardi di euro di disavanzo. Una bomba a orologeria pronta ad esplodere ... potrebbe far crollare l’intero sistema previdenziale italiano. (A.D.M.)
Un buco di oltre 23 miliardi quello ereditato dall'Inps dall'accorpamento dell'ente di previdenza dei dipendenti pubblici.
La previdenza pubblica fa affondare quella privata. Sembra questo il risultato della fusione dell’Inpdap, l’ente previdenziale dei dipendenti pubblici, con l’Inps, avvenuta con la manovra salva-Italia del 2011. Pare che l’ente dei lavoratori privati abbia ereditato dalla gestione pubblica un buco di 23 miliardi di euro dovuto al fatto che lo Stato non ha pagato i contributi previdenziali per i suoi dipendenti.
"Il patrimonio netto (…) è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi", scriveva Mastrapasqua, secondo quanto riportato da il Fatto Quotidiano. In pratica fino al 2015, se non ci sono interventi radicali……
Di interventi radicali ne abbiamo visto con il governo Monti. compresa la legge Fornero
Lo Stato, un evasore contributivo
Questa situazione è frutto dell’azione congiunta di diversi fattori. Uno è sicuramente la crisi economica e il drastico calo dell’occupazione (e di conseguenza della contribuzione). Le riserve dell’Inps che all’inizio del 2011 ammontavano a 41 miliardi di euro si sono ridotte a 15 miliardi, il 64% in meno in due anni.
Ma un altro motivo – il più paradossale – è l’inadempimento di molte amministrazioni pubbliche che negli ultimi anni non hanno pagato i contributi previdenziali per il loro dipendenti. Con l’accorpamento avvenuto nel 2012, l’Inps ha ereditato dall’Ipdap un buco di bilancio spaventoso: 23,7 miliardi di euro di disavanzo. Una bomba a orologeria pronta ad esplodere ... potrebbe far crollare l’intero sistema previdenziale italiano. (A.D.M.)
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