Come prevedibile,
le agenzie di rating sono tornate al centro della scena in modo
irritante. Seguendo l’esempio delle famose ‘tre sorelle’, la Standard
& Poor’s, la Moody’s e la Fitche, anche la Dbrs canadese si è
autonomamente assunta l’autorità morale e politica e ha declassato il
sistema Italia
A chi appartengono le tre agenzie di rating statunitensi
Moody’s dovrebbe essere indipendente, ma per il 13% appartiene al miliardario Warren Buffett. In virtù delle connessioni di Buffet con il mondo economico e finanziario si può dire che Moody’s non è indipendente, ma che appartiene al sistema bancario americano.
Fitch Ratings appartiene alla società finanziaria francese Fimalac.
Standard & Poor’s appartiene alla società finanziaria newyorchese McGraw-Hill Companies. Dunque, come per Moody’s si può dire che sostanzialmente appartiene al sistema bancario.
A chi appartengono le tre agenzie di rating statunitensi
Moody’s dovrebbe essere indipendente, ma per il 13% appartiene al miliardario Warren Buffett. In virtù delle connessioni di Buffet con il mondo economico e finanziario si può dire che Moody’s non è indipendente, ma che appartiene al sistema bancario americano.
Fitch Ratings appartiene alla società finanziaria francese Fimalac.
Standard & Poor’s appartiene alla società finanziaria newyorchese McGraw-Hill Companies. Dunque, come per Moody’s si può dire che sostanzialmente appartiene al sistema bancario.
L'americana Moody's ha patteggiato il pagamento di circa 864 milioni di dollari alle
autorità federali e statali Usa per porre fine all'inchiesta nata
dall'accusa di aver gonfiato il rating di mutui ipotecari rischiosi
negli anni che hanno portato alla crisi finanziaria del 2008-2009.
L'accordo è stato raggiunto col Dipartimento di giustizia, al quale andranno 437,5 milioni di dollari, e con le autorità giudiziarie di 21 stati Usa.
E' noto che in precedenza la stessa S&P aveva patteggiato una multa simile per 1,37 miliardi di dollari.
L'analisi negativa è infarcita anche di semplicistiche e banali riflessioni ovviamente avrà un ulteriore e concreto impatto negativo sulla credibilità dell'Italia.
In particolare, quando le banche italiane chiederanno un prestito alla Bce dovranno portare in garanzia beni, titoli di stato, in quantità maggiore rispetto a prima.
Il declassamento certifica l'aumento del "rischio paese" con conseguenti effetti sui mercati, sui titoli obbligazionari e sulla propensione a investire.
Nonostante il fatto che varie commissioni d'indagine del Congresso americano avessero denunciato le tre grandi agenzie di rating americane per complicità, corruzione, conflitto di interesse e per tante altre malefatte in relazione alla bolla dei mutui subprime e a quella dei derivati finanziari ad alto rischio, la Bce non ha mai volute mettere in discussione la credibilità delle "tre sorelle".
Ha solo deciso nel 2008 di affiancare loro la Dbrs, volendo forse farci illudere che, in quanto canadese, essa sarebbe potuto essere realmente indipendente. Niente di più errato.
Purtroppo è proprio la Bce a conferire alle quattro agenzie di rating l'autorità di interferire pesantemente con l'andamento economico dei paesi europei.
L'accordo è stato raggiunto col Dipartimento di giustizia, al quale andranno 437,5 milioni di dollari, e con le autorità giudiziarie di 21 stati Usa.
E' noto che in precedenza la stessa S&P aveva patteggiato una multa simile per 1,37 miliardi di dollari.
L'analisi negativa è infarcita anche di semplicistiche e banali riflessioni ovviamente avrà un ulteriore e concreto impatto negativo sulla credibilità dell'Italia.
In particolare, quando le banche italiane chiederanno un prestito alla Bce dovranno portare in garanzia beni, titoli di stato, in quantità maggiore rispetto a prima.
Il declassamento certifica l'aumento del "rischio paese" con conseguenti effetti sui mercati, sui titoli obbligazionari e sulla propensione a investire.
In verità, la cosa più irritante è il
comportamento della Bce e delle altre istituzioni europee che tacciono
sulle nuove evoluzioni delle suddette agenzie.
Negli anni passati si è molto parlato della necessità di creare
un'agenzia di rating europea indipendente. Alla fine non se ne è fatto
niente.Nonostante il fatto che varie commissioni d'indagine del Congresso americano avessero denunciato le tre grandi agenzie di rating americane per complicità, corruzione, conflitto di interesse e per tante altre malefatte in relazione alla bolla dei mutui subprime e a quella dei derivati finanziari ad alto rischio, la Bce non ha mai volute mettere in discussione la credibilità delle "tre sorelle".
Ha solo deciso nel 2008 di affiancare loro la Dbrs, volendo forse farci illudere che, in quanto canadese, essa sarebbe potuto essere realmente indipendente. Niente di più errato.
Purtroppo è proprio la Bce a conferire alle quattro agenzie di rating l'autorità di interferire pesantemente con l'andamento economico dei paesi europei.
Per qualche ragione inspiegabile la Bce e altri
istituti europei sono stati e sono ancora meno critici e più
tolleranti verso l'operato delle agenzie di rating rispetto alle stesse
autorità americane.
E' il momento che Francoforte dia qualche spiegazione.
La Dbrs, creata nel 1976, ha il suo quartier generale a Toronto,
in Canada, ma oggi è forse la più americana di tutte. Dal 2015 essa è
controllata da un consorzio di interessi, guidato dal The Carlyle Group
di Washington e dalla Warburg Pincus di New York.E' il momento che Francoforte dia qualche spiegazione.
La Carlyle è impegnata in numerosi fondi di investimento e anche in hedge fund speculativi.
Una sua controllata, la Carlyle Capital Corporation, che si era specializzata nella speculazione finanziaria con derivati emessi sui mutui subprime e sulle ipoteche, nel 2008 divenne insolvente (in default) per oltre 16 miliardi di dollari! Anche Warburg Pincus è un fondo di private equity frutto della fusione di due banche.
Esso è grandemente impegnato
nei settori dei servizi finanziari, dell'energia e delle tecnologie
dell'informazione e delle comunicazioni.
Il suo presidente attuale è Timothy Geithner, già ministro del Tesoro dell'Amministrazione Obama, che ha coordinato tutte le operazioni di salvataggio finanziario delle banche e delle assicurazioni in crisi dopo il 2008.
E' doveroso chiedere alla Bce di rendere conto delle ragioni della
grave decisione di sottoporre governi e istituti creditizi alla
valutazione di agenzie di rating non affidabili, forse politicamente
condizionate e sicuramente interessate agli andamenti di borsa.Il suo presidente attuale è Timothy Geithner, già ministro del Tesoro dell'Amministrazione Obama, che ha coordinato tutte le operazioni di salvataggio finanziario delle banche e delle assicurazioni in crisi dopo il 2008.
"Seguire le decisioni degli arbitri del rischio di credito è meno affidabile che fare a testa o croce", ha affermato Bloomberg, che dopo aver messo in relazione i giudizi di Moody's e Standard & Poor's e gli andamenti dei mercati sottoposti a giudizio si è accorta che è stata sbagliata una valutazione su due.
Moodys declassò l'Italia di Mario Monti nel Luglio 2012, per poi cambiare idea 1 mese dopo dicendo che grazie a Monti saremmo usciti dalla crisi nel 2013.
Si chiama "rating oracolare" ed è meno credibile di quelli che per 5€ ti leggono la mano a Piazza Navona
Nessuno ha ancora dimenticato che il 15 settembre 2008, non appena le agenzie di rating iniziarono a manifestare i propri dubbi sulle capacità di alcune istituzioni finanziarie di onorare i propri debiti, istituti di credito considerati fino a poco tempo prima solidissimi si ritrovarono, a meno di 24 ore dal declassamento ufficiale, senza liquidità.
Perché è da quel giorno, e c'é chi crede oggi (quasi esclusivamente) per colpa di Fitch, Moody's e S&P, che gli operatori finanziari di tutto il mondo sono stati via via trascinati in una crisi da cui non sono ancora riusciti a uscire.
E quel che è peggio, per gli analisti di Bloomberg e non solo, è che da allora le regole del gioco non sono ancora cambiate: le agenzie giudicano, le istituzioni traballano e gli operatori si spaventano.
20 ottobre 2018
DECLASSAMENTO ILLEGALE IN ATTESA DELLA DICISIONE UE SU MANOVRA. DA MOODY’S ATTO PRIVATO CHE DANNEGGIA RISPARMIATORI E CITTADINI
CODACONS PRONTO A CLASS ACTION
Il Codacons presenterà lunedì un esposto
alla Procura della Repubblica di Roma contro l’agenzia di rating
Moody’s che, come noto, ha declassato l’Italia a seguito della manovra
varata dal Governo.
Quello di Moody’s è un atto a rischio illegittimità che avrà ripercussioni dirette enormi per le tasche dei cittadini italiani e dei risparmiatori – spiega il Codacons
Quello di Moody’s è un atto a rischio illegittimità che avrà ripercussioni dirette enormi per le tasche dei cittadini italiani e dei risparmiatori – spiega il Codacons
– La decisione di declassare l’Italia
è stata infatti assunta prima della pronuncia ufficiale dell’Unione
Europea sulla manovra del Governo e in assenza di risposte ufficiali
delle istituzioni italiane ai rilievi mossi dall’Ue.
A destare sospetto è
proprio la tempistica seguita da Moody’s, che ha proceduto al
declassamento pochi giorni prima della decisione Ue valutando quindi una
manovra non formalmente definitiva.
Il declassamento si configura pertanto come un atto privato volto ad influenzare il mercato e la Commissione Europea e interferisce in un procedimento amministrativo che ha fasi ben precise, le quali non appaiono ancora concluse.
Il declassamento si configura pertanto come un atto privato volto ad influenzare il mercato e la Commissione Europea e interferisce in un procedimento amministrativo che ha fasi ben precise, le quali non appaiono ancora concluse.
Pertanto il Codacons ha deciso di denunciare Moody’s alla magistratura
italiana chiedendo di aprire una indagine penale sull’agenzia di rating.
In caso di apertura di un procedimento da parte della Procura,
l’associazione potrà avviare una azione collettiva a tutela dei
risparmiatori e dei cittadini italiani palesemente danneggiati da un
atto arbitrario assunto con una tempistica del tutto sbagliata e lesiva
degli interessi del paese.
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