Passa ai contenuti principali

Il Pil potrebbe non essere richezza vera, ma povertà diffusa !

Sento ogni giorno parlare di crescita, di Pil : politici, economisti , giornalisti ...
purtroppo  il Pil «misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.

l Pil e questa economia in generale non tengono conto della nostra salute, della solidità dei valori familiari e della giustizia nei nostri tribunali.
Cresce invece con la produzione di armi, con quella degli inceneritori, di TAV e di nuove autostrade.
L'equazione Pil=ricchezza è una truffa.
A questa economia fasulla sono stati sacrificati ambiente, valori, cultura,civiltà. Il risultato?
Questo mondo di carta sta crollando su se stesso, trascinandoci drammaticamente con sé.

Questo modello di sviluppo non è più sostenibile: ci sono cose fondamentali per le persone umane che non possono divenire merci.
L'economia dovrà prenderne atto, è in gioco la nostra stessa sopravvivenza.
A nessuno si puole augurare di divenire più povero, ma domandiamoci se un po' meno di ricchezza materiale non possa portarci a una maggiore ricchezza di diverso tipo, anche spirituale.

Il traffico della droga, lo sfruttamento della prostituzione o il contrabbando non sono il prodotto di reati?
Il problema esiste e nasce quando noi usiamo il Pil come misura del benessere. Invece il Pil misura la quantità di beni e servizi scambiati in Italia durante l’anno.
Dal punto di vista economico che io venda arance o cocaina non c’è differenza.

È giusto porre un’obiezione dal punto di vista legale, ma questo diventa un terreno scivoloso se si paragona la nostra situazione a quella olandese dove le droghe leggere sono legali oppure alla Germania dove la prostituzione è un’attività riconosciuta in quanto produce reddito e per questo viene calcolata nel Pil.
L’altro problema è quello etico: si dice che queste attività non dovrebbero essere contemplate dal Pil.
Ma il Pil contiene già l’economia sommersa come il caporalato nei campi di pomodoro pugliesi, un’attività sommersa fondata sullo sfruttamento della manodopera in assenza di contratti e diritti.
In più il Pil cresce grazie alle attività inquinanti che producono un danno per la società.

Il nostro problema non è chiedersi se sia giusto includere le attività illegali nel Pil, ma se sia giusto reputare il Pil un indicatore di benessere del nostro paese e se sia giusto che la politica si ponga l’obiettivo di massimizzare la crescita.

La politica potrebbe essere incentivata a non contrastare questi reati per aumentare la crescita che resterà a lungo «anemica»?
In passato attività come il danno ambientale non sono state contrastate proprio per sostenere il Pil.
La promozione della crescita economica a tutti i costi ha portato a distruggere interi ecosistemi.
Ma quando andremo a misurare le attività illegali, i cittadini saranno in grado di controllare la politica in base alla sua capacità di contrastare il traffico di droga.
Sarà difficile per un politico vantarsi di un aumento del Pil ottenuto grazie all’economia illegale.

Questo significa che nella misurazione della ricchezza non conta più lo status giuridico o professionale di chi produce ma solo il valore della ricchezza prodotta?
È proprio questo che si vuole misurare e credo che sia giusto farlo nella sua completezza, poi restano i problemi giuridici ed etici.
Il traffico di droga o lo sfruttamento della prostituzione non smetteranno di esistere solo perché sono stati inseriti nel Pil.
Si discuterà di eventuali legalizzazioni affinché queste attività siano controllate e producano gettito per l’erario.

Ma parliamo di problemi culturali complessi molto più rilevanti della semplice componente economica.

Da tempo si discute di indicatori alternativi.
Quali sono i principali e come funzionano?
L’idea per cui il Pil non sia sufficiente per misurare il benessere e lo sviluppo è nota da decenni.

Esistono moltissimi indicatori come l’indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite, il Benessere equo sostenibile (Bes) adottato dall’Istat e dal Cnel o l’Indice di Qualità dello Sviluppo Regionale (Quars) diSbilanciamoci. 

Sono costituiti da una serie di indicatori che misurano la salute, l’istruzione, l’ambiente, le relazioni sociali, lo sviluppo di un territorio e cercano di guardare alla complessità di un fenomeno come il benessere, anziché ridurlo ad un problema economico.
Queste misure dovrebbero diventare il fine ultimo della politica invece della massimizzazione della produzione.
Era l’obiettivo della commissione Stiglitz voluta nel 2008 da Sarkozy. Le sue raccomandazioni verranno mai applicate?

Nella statistica lo sono state e da parte di Eurostat le si vuole adottare.
Chi si occupa di politiche ambientali o di politiche sociali conosce questi temi. Chi si occupa di sostenibilità del debito come i ministeri dell’economia in Europa probabilmente meno.

Gran parte delle politiche neoliberiste hanno considerato solo l’aumento del Pil e non l’aumento del benessere dei cittadini.

Commenti

Post più visti

Leggete a chi vanno i miliardi della Bce. E vomitate!

Mi prenderei a sberle. Avevo un documento agghiacciante in scrivania e non l’ho aperto per mesi. Dentro c’è la verità su chi Mario Draghi sta veramente finanziando coi miliardi del Quantitative Easing (Qe) mentre storce il naso se Roma chiede 20 euro per gli abruzzesi in ipotermia, sfollati da mesi, con morti in casa e la vita devastata, o per mettere 11 euro in più nel Job Act infame di Renzi e Poletti. Quando io gridavo a La7 “Criminali!” contro gli eurocrati, l’autore del programma, Alessandro Montanari, mi si avvinghiava alla giacca dietro le quinte e mi rampognava fino alla diarrea. Quel genio di Oliviero Beha mi rampognò in diretta, è in video. Ma voi leggete sotto, mentre pensate ai sofferenti d’Italia. Bacinella del vomito a portata di mano, raccomando. Il pdf in questione mi arrivò a fine ottobre via mail da Amsterdam, fonte autorevole oltre ogni dubbio. M’ingannò, porcaputtana, il subject mail che era “Draghi finanzia il Climate Change”. Pensai, ok, ci ar...

Quando e perchè è iniziato il declino Italiano ?

Nel 1987 l’Italia entra nello Sme (Sistema monetario europeo) e il Pil passa dai 617 miliardi di dollari dell’anno precedente ai 1201 miliardi del 1991 (+94,6% contro il 64% della Francia, il 78,6% della Germania, l’87% della Gran Bretagna e il 34,5% degli Usa). Il saldo della bilancia commerciale è in attivo di 7 miliardi mentre la lira si rivaluta del +15,2% contro il dollaro e si svaluta del -8,6% contro il marco tedesco. Tutto questo,  ha un suo apice e un suo termine coincidente con la nascita della Seconda Repubblica. La fredda legge dei numeri ci dice difatti che dal 31 dicembre del 1991 al 31 dicembre del 1995, solo quattro anni, la lira si svaluterà del -29,8% contro il marco tedesco e del -32,2% contro il dollaro Usa. La difesa ad oltranza e insostenibile del cambio con la moneta teutonica e l’attacco finanziario speculativo condotto da George Soros costarono all’Italia la folle cifra di 91.000 miliardi di lire. In questi quattro anni il Pil crescerà soltanto del 5,4%...

IL VIRUS GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

Post per pochi intimi.5 minuti per avere una visione corretta di quello che è realmente accaduto. Buona lettura. Può un virus arrivare proprio nel momento esatto per essere considerato come una vera e propria benedizione? Sarebbe quasi un’eresia rispondere di si. Invece, per gli operatori finanziari, è proprio ciò che è accaduto. A giugno 2019 il mercato dei REPO stava iniziando a collassare mostrando segnali di pericolo sistemico. La maggior parte della gente non sa neanche che cosa siano i REPO. In pratica sono operazioni di pronti contro termine con cui le banche e i maggiori operatori economici si scambiano asset (principalmente titoli di stato) con operazioni di durata brevissima allo scopo di ottenere liquidità istantanea per le ragioni legate soprattutto al rischio controparte che scaturisce da operazioni altamente speculative nel mercato dei derivati. Il campanello d’allarme inizia a suonare a giugno. A settembre 2019 la situazione diventa preoccupante. Quanto preoccupan...