Il consumo di energia attuale:
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Per tutti gli usi energetici – non solo per l’elettricità – l’uso di energia primaria pro capite in Europa è pari a una potenza continua di 6’000 watt pro capite, cioè in un anno a circa 4,5 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio), ovvero 190 GJ o 53’000 kWh.
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In una società a 2’000 watt, invece, l’uso d’energia primaria pro capite è di 1,5 tonnellate equivalenti di petrolio in un anno (ovvero 60 GJ o 18’000 kWh), pari a una potenza continua di 2’000 watt. Grazie all’uso delle energie rinnovabili, l’emissione di CO2-equivalenti è ridotta a meno di 1 tonnellata pro capite.
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Ridurre da 6’000 watt a 2’000 watt l’uso di energia
in Europa vuol dire riportarlo al livello degli anni ’60, pur
conservando una parte del nostro standard di vita – anzi
migliorandolo ulteriormente, grazie all’uso di tecnologie molto
più efficienti.
L’esempio svizzero:
L’obiettivo di una società a 2000 watt entro il 2050 è stato formulato e dimostrato tecnicamente possibile dai Politecnici federali di Zurigo e di Losanna negli anni ’90.
Dal 2002 l’obiettivo di una società a 2000 watt è il cardine della politica energetica e del clima del governo elvetico, che lo ha formulato nella sua “Strategia per uno sviluppo sostenibile 2002”.
Dal 2008 l’obiettivo di una società a 2000 watt è nella Costituzione della città di Zurigo, deciso con referendum popolare del 30.11.2008 con 76% di sì. Con il referendum del 25.11.2013 gli elettori della città di Winterthur hanno preso una decisione simile.
Nello scorso decennio l’obiettivo di una società a 2000 watt è stato adottato dalla Società degli Ingegneri e degli Architetti (SIA), dalle città pilota Basilea, Ginevra, Zurigo, da molti cantoni e comuni svizzeri, da molte associazioni e aziende svizzere.
Nell’ambito del dibattito sulla rimodulazione degli stili di vita, l’economista ecologico Herman Daly afferma infatti che:
Mettere l’efficienza al primo posto non porta con sè la sufficienza, perchè la rende meno necessaria.
Mettere la sufficienza* al primo posto porta alla efficienza, perché la rende più necessaria.(*) Da intendersi anche nell’accezione di frugalità.
Indirettamente, questa affermazione fa riferimento al cosiddetto “effetto rebound (rimbalzo)”, noto anche come “paradosso di Jevons”, in base al quale l’aumento dell’efficienza energetica in singole applicazioni (microeeconomia) porta a un maggiore consumo complessivo nazionale di energia (macroeconomia), perché rende i servizi energetici più economici e quindi più usati, accessibili a un numero maggiore di utenti e fonte di risparmi monetari che poi vengono usati per acquistare ulteriori prodotti e servizi energetici.
L’abbassamento dei costi dei servizi energetici è inoltre un forte stimolo per un incremento del prodotto nazionale lordo (PIL), che implica a livello macroeconomico un maggior uso di energia e di altre risorse. L’esempio classico di “effetto rebound” a livello microeconomico è quello di chi installa lampadine a basso consumo, tenendole poi accese più a lungo del necessario: in termini assoluti, a fine giornata avrà comunque consumato più energia di prima.
L’importanza della strategia per una “società a 2000 watt” risiede nella sua perfetta aderenza al messaggio stesso di questo blog: “vivere basso” è infatti l’indiscutibile precondizione per adottare quegli stili di vita che stimolino davvero la sobrietà energetica. L’arte di sapersi accontentare, il rigoroso rifiuto delle seduzioni consumistiche e – più in generale – l’emancipazione dal dogma dell’accumulo “ad ogni costo” sono i requisiti essenziali per l’avvento di una società a 2000 watt. Coraggio, allora: diamoci da fare…
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