In questa lettura, sono sincero, ho riflettuto per la prima volta sul ruolo delle tasse in funzione della moneta. La condivido perchè lo ritengo un collegamento interessante da proporvi.
Lo Stato emette la moneta fiat
Lo Stato spende e tassa nella moneta fiat
Le persone hanno bisogno della moneta fiat per pagare le tasse
La moneta ha valore
Le persone offriranno prodotti/servizi per averla
La moneta è definitiva nel circuito monetario
NON SERVONO a finanziare la spesa pubblica e i servizi perché lo Stato PRIMA
SPENDE e POI TASSA (la tassazione è un concetto ex-post);
Servono allo Stato a IMPORRE L’USO DI UNA VALUTA priva di valore intrinseco: le tasse possono essere pagate SOLO nella valuta dello Stato.
Questo è il concetto secondo cui le “tasse guidano la moneta”.
In inglese è espresso con la locuzione “TAXES DRIVE MONEY”;
Servono a promuovere o disincentivare alcuni comportamenti
Con l’UEM, i suoi trattati e i suoi vincoli, lo Stato ha perso la capacità di emettere una sua propria moneta (non è più monetariamente sovrano) con ripercussioni gravissime anche su gli enti locali e di conseguenza sui cittadini.
L’appello che noi rivolgiamo agli amministratori locali, pertanto, è quello di prendere seriamente coscienza di questa situazione e di iniziare a capire che una corretta comprensione della macroeconomia, dei principi di contabilità nazionale ed in particolare la comprensione delle dinamiche che intercorrono tra i finanziamenti dello stato ed il settore privato, posso realmente salvarci da una situazione ormai al collasso che la recente crisi economica sta mettendo sempe più in evidenza.
Individuare nuovi percorsi alternativi, rendere consapevoli i cittadini, obbligare la classe dirigente italiana ed europea al confronto con idee innovative non può che apportare un sostanziale e radicale cambiamento dell’attuale paradigma.
Servono a regolare la domanda aggregata (cioè ad evitare eccessi di domanda
che possono portare a significativi aumenti dell’inflazione);
MA ALLORA... A COSA SERVONO IN REALTA’ LE TASSE?
Iniziamo a porci un quesito:
QUAL E’ LA VERA FUNZIONE DELLA TASSAZIONE?
Da quello che avete letto sopra sembrerebbe che le imposte e le tasse (da ora per semplicità useremo il termine “tasse”, per descrivere in generale le entrate sottoforma di prelievo fiscale) finanzino in via esclusiva la spesa di un ente pubblico come può essere un Comune o lo Stato.
Ma... è esattamente così?
Per comprendere ciò è assolutamente importante capire cosa sia il denaro, più precisamente cosa sia la “moneta”.
Premessa. Il 15 agosto 1971 il presidente statunitense Richard Nixon, annuncia la sospensione della convertibilità del dollaro in oro. Nel dicembre del 1971 si mise fine agli accordi di Bretton Woods, svalutando il dollaro e dando inizio alla fluttuazione dei cambi.
Nel febbraio del 1973 ogni legame tra dollaro e monete estere venne definitivamente reciso e lo standard aureo fu quindi sostituito da un ‘ non sistema’ di cambi flessibili.
Nacque così la MONETA FIAT, una moneta creata dal nulla dallo Stato (sovrano).
Si dice fiat (dal latino fiat=“sia fatta”) una moneta che rispetta tutte le tre seguenti condizioni:
1. E’ SOVRANA: il proprietario è lo Stato, che la emette in regime di monopolio;
2. NON E’ CONVERTIBILE: lo Stato non promette di convertirla in oro o altri beni;
3. IL SUO TASSO DI CAMBIO E’ FLUTTUANTE contro le altre valute, cioè è scambiata con altre valute con un tasso stabilito sul mercato come incontro di domanda/offerta.
Ma cos‘è in realtà una moneta?
La moneta è un’ unità di conto, cioè: non può essere vista o percepita; è una mera “rappresentazione” creata dall’uomo; è un concetto astratto (come il “metro”, il “kilogrammo” o il litro”); in ogni nazione moderna la moneta unità di conto è scelta dal Governo nazionale.
Come monopolista ed emittente di una valuta “fiat”, di per sé priva di valore,
lo Stato NON HA bisogno dei soldi della popolazione (attraverso le “tasse”) per poter spendere.
Ciò di cui lo Stato ha bisogno è che la cittadinanza accetti i suoi “pezzi di carta” altrimenti privi di valore.
E come fa uno Stato ad imporre e a far accettare una determinata valuta?
Attraverso la tassazione !
IMPORTANTE : il ruolo della tassazione, in realtà, è completamente differente rispetto alla concezione macroeconomica che normalmente si apprende sui
libri di testo canonici.
Lo Stato impone delle tasse nella propria valuta, questo implica che ognuno di noi è costretto a procurasi questa moneta, lavorando e guadagnandola, per onorare i pagamenti verso lo Stato (pagando appunto le tasse).
Le tasse hanno pertanto la funzione di creare una domanda teorica di moneta.
Per uno Stato sovrano, che emette la propria valuta, le tasse (entrate) non sono indispensabili per finanziare integralmente la spesa pubblica (uscite), ed anzi un deficit pubblico genera un surplus per il settore non governativo (cioè il settore privato, costituito da famiglie e aziende).
Il Centro Studi Economici per il Pieno Impiego (CSEPI) è un’associazione non-profit dedita allo studio, alla promozione e diffusione di analisi macroeconomiche e proposte di politica economica.
CSEPI si propone di comprendere le dinamiche che intercorrono tra i finanziamenti dello Stato ed il settore privato al fine di raggiungere il pieno impiego sia dei fattori produttivi sia della forza lavoro, cercando inoltre di analizzare il ruolo della moneta e del sistema bancario, per verificare come anche tali fattori incidano in maniera organica sul processo: in tal senso l’associazione promuove la diffusione di teorie eterodosse, post-keynesiane, come la Modern Money Theory e la Teoria del Circuito Monetario.
Lo Stato emette la moneta fiat
Lo Stato spende e tassa nella moneta fiat
Le persone hanno bisogno della moneta fiat per pagare le tasse
La moneta ha valore
Le persone offriranno prodotti/servizi per averla
La moneta è definitiva nel circuito monetario
NON SERVONO a finanziare la spesa pubblica e i servizi perché lo Stato PRIMA
SPENDE e POI TASSA (la tassazione è un concetto ex-post);
Servono allo Stato a IMPORRE L’USO DI UNA VALUTA priva di valore intrinseco: le tasse possono essere pagate SOLO nella valuta dello Stato.
Questo è il concetto secondo cui le “tasse guidano la moneta”.
In inglese è espresso con la locuzione “TAXES DRIVE MONEY”;
Servono a promuovere o disincentivare alcuni comportamenti
Con l’UEM, i suoi trattati e i suoi vincoli, lo Stato ha perso la capacità di emettere una sua propria moneta (non è più monetariamente sovrano) con ripercussioni gravissime anche su gli enti locali e di conseguenza sui cittadini.
L’appello che noi rivolgiamo agli amministratori locali, pertanto, è quello di prendere seriamente coscienza di questa situazione e di iniziare a capire che una corretta comprensione della macroeconomia, dei principi di contabilità nazionale ed in particolare la comprensione delle dinamiche che intercorrono tra i finanziamenti dello stato ed il settore privato, posso realmente salvarci da una situazione ormai al collasso che la recente crisi economica sta mettendo sempe più in evidenza.
Individuare nuovi percorsi alternativi, rendere consapevoli i cittadini, obbligare la classe dirigente italiana ed europea al confronto con idee innovative non può che apportare un sostanziale e radicale cambiamento dell’attuale paradigma.
Servono a regolare la domanda aggregata (cioè ad evitare eccessi di domanda
che possono portare a significativi aumenti dell’inflazione);
MA ALLORA... A COSA SERVONO IN REALTA’ LE TASSE?
Iniziamo a porci un quesito:
QUAL E’ LA VERA FUNZIONE DELLA TASSAZIONE?
Da quello che avete letto sopra sembrerebbe che le imposte e le tasse (da ora per semplicità useremo il termine “tasse”, per descrivere in generale le entrate sottoforma di prelievo fiscale) finanzino in via esclusiva la spesa di un ente pubblico come può essere un Comune o lo Stato.
Ma... è esattamente così?
Per comprendere ciò è assolutamente importante capire cosa sia il denaro, più precisamente cosa sia la “moneta”.
Premessa. Il 15 agosto 1971 il presidente statunitense Richard Nixon, annuncia la sospensione della convertibilità del dollaro in oro. Nel dicembre del 1971 si mise fine agli accordi di Bretton Woods, svalutando il dollaro e dando inizio alla fluttuazione dei cambi.
Nel febbraio del 1973 ogni legame tra dollaro e monete estere venne definitivamente reciso e lo standard aureo fu quindi sostituito da un ‘ non sistema’ di cambi flessibili.
Nacque così la MONETA FIAT, una moneta creata dal nulla dallo Stato (sovrano).
Si dice fiat (dal latino fiat=“sia fatta”) una moneta che rispetta tutte le tre seguenti condizioni:
1. E’ SOVRANA: il proprietario è lo Stato, che la emette in regime di monopolio;
2. NON E’ CONVERTIBILE: lo Stato non promette di convertirla in oro o altri beni;
3. IL SUO TASSO DI CAMBIO E’ FLUTTUANTE contro le altre valute, cioè è scambiata con altre valute con un tasso stabilito sul mercato come incontro di domanda/offerta.
Ma cos‘è in realtà una moneta?
La moneta è un’ unità di conto, cioè: non può essere vista o percepita; è una mera “rappresentazione” creata dall’uomo; è un concetto astratto (come il “metro”, il “kilogrammo” o il litro”); in ogni nazione moderna la moneta unità di conto è scelta dal Governo nazionale.
Come monopolista ed emittente di una valuta “fiat”, di per sé priva di valore,
lo Stato NON HA bisogno dei soldi della popolazione (attraverso le “tasse”) per poter spendere.
Ciò di cui lo Stato ha bisogno è che la cittadinanza accetti i suoi “pezzi di carta” altrimenti privi di valore.
E come fa uno Stato ad imporre e a far accettare una determinata valuta?
Attraverso la tassazione !
IMPORTANTE : il ruolo della tassazione, in realtà, è completamente differente rispetto alla concezione macroeconomica che normalmente si apprende sui
libri di testo canonici.
Lo Stato impone delle tasse nella propria valuta, questo implica che ognuno di noi è costretto a procurasi questa moneta, lavorando e guadagnandola, per onorare i pagamenti verso lo Stato (pagando appunto le tasse).
Le tasse hanno pertanto la funzione di creare una domanda teorica di moneta.
Per uno Stato sovrano, che emette la propria valuta, le tasse (entrate) non sono indispensabili per finanziare integralmente la spesa pubblica (uscite), ed anzi un deficit pubblico genera un surplus per il settore non governativo (cioè il settore privato, costituito da famiglie e aziende).
Il Centro Studi Economici per il Pieno Impiego (CSEPI) è un’associazione non-profit dedita allo studio, alla promozione e diffusione di analisi macroeconomiche e proposte di politica economica.
CSEPI si propone di comprendere le dinamiche che intercorrono tra i finanziamenti dello Stato ed il settore privato al fine di raggiungere il pieno impiego sia dei fattori produttivi sia della forza lavoro, cercando inoltre di analizzare il ruolo della moneta e del sistema bancario, per verificare come anche tali fattori incidano in maniera organica sul processo: in tal senso l’associazione promuove la diffusione di teorie eterodosse, post-keynesiane, come la Modern Money Theory e la Teoria del Circuito Monetario.
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