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Una sequenza illuminante !


Nella bolletta elettrica,  un 59,5% ,  è legato ai costi di approvvigionamento dell’energia e alla commercializzazione al dettaglio. Il 14% della bolletta dipende invece dai servizi tariffati a rete (trasmissione, distribuzione e misura), il 13,5% è rappresentato da imposte e accise, mentre un altro 13%, , dipende dagli oneri generali di sistema, fissati per legge.

La media europea è di circa 17 centesimi di euro al kWh, comprese le imposte, mentre il prezzo in Italia è di oltre 23 centesimi al kWh.
Nel settore dell'industria, il prezzo dell'elettricità italiana supera i 22 centesimi al kWh, di gran lunga superiore alla media europea, che è poco sopra i 15 centesimi.


Le più penalizzate sono le imprese: le condizioni economiche alle quali artigiani, commercianti, ristoratori, albergatori e partite Iva in genere, acquistano l’energia elettrica contribuiscono a determinare un deficit che grava sulla capacità delle nostre micro, piccole e medie imprese di competere sui mercati globali.

Al lordo delle imposte le nostre imprese sostengono un costo mediamente più elevato nella misura dell’85%, del 30% e dell’8% in confronto rispettivamente a quelle francesi, spagnole e tedesche.


l’Italia ha investito decine e decine di miliardi nell’ultimo decennio, in fonti di generazione completamente fuori mercato.

Tanto per darvi un idea, l’Italia ha oggi:
- Centrali per alcune migliaia di MW ad Olio Combustibile, fatte negli anni 80, tenute spente (sono di riserva)
- Centrali per alcune decine di migliaia di MW, Turbogas a ciclo combinato ad altissimo rendimento, costruite ed entrate in funzione 5-10 anni fa (quindi nuove di zecca), fortemente sotto-utilizzate. Per darvi un idea, negli ultimi anni i consumi di gas nelle Centrali ha fatto -47%.

Per quanto riguarda la produzione elettrica 2017 , il fotovoltaico con i suoi 24,8 TWh l’unica fonte in crescita: il comparto ha contribuito all’ 8,7% della produzione nazionale raggiungendo a fine anno una capacità totale cumulata di 19,7 GW.
Stabile la produzione di energia dal vento, invece, che con 17 TWh ha fornito il 6,1% della produzione nazionale netta. Il parco eolico italiano ha raggiunto a fine anno una capacità cumulata totale di 9,8 GW.

"l’Italia deve puntare a ridurre la dipendenza dall’estero, liberalizzare, aumentare la produzione di fonti rinnovabili per cogliere l’obiettivo del 20-20-20, adeguandosi al resto d’Europa“.

Ebbene, nell’ordine:

a) L’obiettivo del 20-20-20 l’abbiamo raggiunto gia’ nel 2012 (8 anni prima del target), per l’effetto combinato del crollo dei consumi e del boom del fotovoltaico
b) Gli oneri A3, che coprono le agevolazioni a sostegno delle rinnovabili elettriche, tra le quali il conto energia dedicato al fotovoltaico, nel 2016 hanno raggiunto il picco di 14,4 miliardi di euro,
c) Il resto d’Europa, contrariamente a quanto vi viene detto, ha una produzione basata sul nucleare o sul carbone.

Nel resto d’Europa, inoltre, l’eolico ha una producibilita’ doppia (es. Spagna, Germania e Daninarca) di quella italiana, visto che c’e’ vento.

Come andrà a finire ?




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