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Perchè continuiamo a eleggere degli idioti ?




(DEMOCRAZIA VS PSICOLOGIA)
Postato il Lunedì, 04 maggio @ 13:15:00 BST di davide
Politici. La loro reputazione è davvero bassa.  In tutta onestà, questa è di gran lunga la loro più grande colpa, ma sarebbe stupido pensare che ogni politico sia tale. Se tutti lo fossero, il mondo intero collasserebbe prima ancora che si possano pronunciare le seguenti parole: ”posso mettere nel rimborso spese?”. Tutti pensano che i politici siano riprovevoli e quindi pensano sempre al peggio.

 Un politico mette in atto una cattiva politica? E’ una persona terribile. Cambia idea e fa retromarcia? È debole e non propenso alla leadership. I politici promettono miglioramenti (tagli delle tasse, aumento della spesa)? Naturalmente stanno mentendo.
I politici promettono di fare qualcosa di non popolare (aumentare le tasse, tagliare la spesa)?  Sarà una garanzia assoluta.
È una situazione in cui nessuno ne esce vivo quindi perché importunano? Molti politici sono nelle loro posizioni per scopi personali, ma sicuramente ce ne sono tanti che cercano realmente di fare del loro meglio e si rassegnano alle opinioni negative che ricevono.

Dunque, per la cronaca, non tutti i politici sono idioti (sebbene la vostra definizione di idiota possa variare). Ma ne è comunque pieno.

Cosa sta succedendo? In teoria, si dovrebbe voler avere una persona intelligente e che capisca l’approccio e i metodi migliori per governare un paese nel miglior modo possibile.
Ma non è così, la gente sembra attratta da esempi di discutibile abilità intellettuale. Ci sono tutta una serie di fattori coinvolti tra cui quelli ideologici, culturali, sociali, storici, finanziari; i politici comprendono tutti questi aspetti, ma ci sono anche dei processi psicologici che contribuiscono a questo fenomeno.

La sicurezza ispira sicurezza

Le persone sicure di sé sono più convincenti. È stato dimostrato in molti studi. La maggior parte di questi, prende spunto dall’ambiente dell’aula di tribunale e suggerisce che un testimone sicuro è più convincente per la giuria rispetto a uno nervoso e titubante (il che ha ovviamente implicazioni preoccupanti per la giustizia), ma può essere dimostrato anche altrove.
È un fenomeno che è stato sfruttato per decenni dai venditori di automobili e dagli agenti immobiliari.
I politici ne sono chiaramente consapevoli, e così tutti i media e il management delle Public Relations; un politico che non si presenti convinto e sicuro di sé viene (metaforicamente) distrutto. Dunque la sicurezza è importante in politica.

Le persone meno intelligenti sono incredibilmente sicure di sé. Le persone più intelligenti, al contrario, non lo sono. L’autovalutazione è un’utile abilità metacognitiva, ma richiede intelligenza; se non ne hai abbastanza, non ti consideri con difetti o ignorante, perché non ne hai l’abilità tecnica per farlo.

Quindi se vuoi una persona intrinsecamente sicura di sé per rappresentare pubblicamente il tuo partito politico, una persona intelligente sarebbe una cattiva scelta sotto molti punti di vista.
Questo può in parte spiegare la cattiva fama dei politici, che riguarda per lo più una serie di persuasive individuali grandi promesse e una serie di miserabili fallimenti nel riuscire a mantenerle. Queste cose disgustano i cittadini.

La politica è complicata

Effettivamente, governare un paese di decine di milioni di persone, ciascuna delle quali ha diverse richieste e necessità, è un lavoro incredibilmente complicato. Ci sono talmente tante variabili che devono essere considerate. Sfortunatamente è impossibile far rientrare tutto ciò in una conveniente formula onnicomprensiva da usare con i media moderni, quindi le personalità cercano di venire alla ribalta più spesso. E le personalità meno intelligenti sono più sicure, quindi più persuasive e così via.

La gente è spesso infastidita da temi intellettuali e complessi e più in generale dalle discussioni. Potrebbero non avere esperienza nel tema, o ritenere superfluo avvicinarsi per la quantità di tempo e di sforzo che sarebbe necessaria. Ma la politica, e in particolare la democrazia, richiede una partecipazione attiva delle persone.

Diversi studi sulla personalità suggeriscono che molte persone dimostrano una propensione agli obiettivi, una “ indole verso lo sviluppo o la dimostrazione di abilità a raggiungere delle situazioni”. Sentire che si sta attivamente influenzando qualcosa (per esempio le elezioni) è una motivazione potente, ma se un qualche tipo ben informato inizia a sparare paroloni su tassi di interesse o sulla mancata gestione dei fondi di health care, questi alienerebbe quelli che non seguono tali questioni e non se ne intendono. Quindi se una persona sicura di sé dice che c’è una soluzione semplice o promette di far sparire le cose difficili, loro sembrano molto più appagati.

Questo è anche dimostrato dalla legge sulla banalità di Parkinson, secondo cui le persone passano molto più tempo e sforzo focalizzandosi su qualcosa di effimero che possono capire rispetto a qualcosa di complicato che non possono afferrare.

Nella prima situazione, c’è una possibilità più ampia per la partecipazione e l’influenza.
E la gente ama davvero le cose effimere, ergo le persone meno intelligenti riducendo i grandi problemi a rapidi (e inaccurati) ritagli sono potenziali vincitori del voto.

Alla gente piace connettersi, comunicare

Una delle più citate frasi di George W Bush era che la gente sentiva che avrebbe potuto “bersi una birra con lui”.
Quindi, sentivano che potevano connettersi a lui, sentirlo vicino.
Al contrario, l’elitarismo è una qualità negativa.
L’idea che coloro che governano il paese siano al di fuori delle norme della società è allarmante per molti e da qui i costanti sforzi dei politici per “rientrare” nella definizione.

La maggior parte della gente è naturalmente propensa a preconcetti inconsci, pregiudizi, stereotipi, e preferisce stare nei propri “gruppi”. 

Nessuna di queste cose è particolarmente logica né supportata da realtà o indizi evidenti e alle persone davvero non piace che venga detto loro quello che non vogliono sentirsi dire.
La gente è anche terribilmente attaccata allo status sociale; abbiamo bisogno di sentirci superiori agli altri per pensare che continuiamo a valere la pena.

Come risultato, qualcuno più intelligente dicendo cose complicate che contengono fatti scomodi (e accurati) non susciterà interesse alcuno, e qualcuno chiaramente meno intelligente che non andrà a turbare la percezione dello status sociale se dirà cose semplici e magari intrinseche di pregiudizi che negano quei fatti scomodi, ancora meglio. 


È una situazione infelice, ma questo sembra essere il modo in cui funziona la mente delle persone. C’è molto di più di quanto detto in queste righe, ma includendo più aspetti avremmo reso il tutto più complicato e questo, come risulta da quanto detto fino ad ora, non è il modo per far piacere le cose alla gente.
Dean Burnett
Fonte: www.theguardian.com

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