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Perchè si fa una guerra !



La posta in gioco nelle guerre che si minacciano o si fanno nell'area del Golfo Persico è molto più grande di un affaruccio da 40 miliardi di dollari, 40 miliardi di dollari sono equivalenti al valore di meno di 20 giorni di consumo mondiale di petrolio a 30$/barile, oppure equivalenti grosso modo al valore di 2 giorni del Prodotto Nazionale Lordo degli Stati Uniti.

Nel pieno della primavera araba, da una società di servizi petroliferi legata al governo francese e all’ amministrazione britannica, notava il significativo «potenziale idrocarburico» dei giacimenti offshore della Siria.
Lo studio fu pubblicato su GeoArabia, una rivista di settore pubblicata dalla società di consulenza del Bahrain GulfPetroLink, a sua volta sponsorizzata da alcune delle più grandi imprese petrolifere al mondo, tra cui Chevron, ExxonMobil, Saudi Aramco, Shell, Total e BP.
Lo studio, firmato da Steven A. Bowman, geoscienziato della compagnia energetica francese CGGVeritas, identifica «tre bacini sedimentari – Levante, Cipro e Laodicea – localizzati al largo delle coste siriane»..........


La vera ricchezza è poter bruciare petrolio per ottenere lavoro meccanico e
calore con cui mantenere gli ozi che ci scegliamo.
Senza energia, niente agricoltura occidentale (sovvenzionata, 5% degli occupati), niente industria occidentale (semi-sovvenzionata e con produzione delegata al di fuori dei confini ormai, 30% degli occupati), niente terziario occidentale (65% degli occupati, per lo più superfluo): di conseguenza niente
occupazione occidentale e soprattutto niente welfare occidentale, con
corredo di aiuti allo sviluppo, umanitari, no profit ed elemosine varie.

Senza una adeguata fornitura di energia quella articolazione della società
e dell'economia occidentali cascano come una pera cotta.

Ciascuno di noi in occidente ha attualmente a disposizione l'equivalente del lavoro di circa 25-30 schiavi ottenuti per circa un 85% dal bruciare petrolio. 


Le altre considerazioni sono scritture contabili espresse con quell'unità di misura elastica che sono le unità monetarie.

Portare tutta la popolazione del pianeta a dipendere da un ammontare di energia pro-capite comparabile alla disponibilità di energia pro-capite che consente il modello di vita occidentale di oggi vorrebbe dire moltiplicare per almeno 40-50 volte (forse di più) l'attuale produzione mondiale di energia .

E' in questo quadro, che vanno valutate le strategie geo-politiche che portano noi occidentali a tentare di controllare politicamente (o militarmente, che è lo stesso) l'area del Golfo Persico, che contiene in prospettiva oltre il 50% del petrolio residuo nel mondo.
Se questo riuscirà non lo sa nessuno.
In una partita importante non si sa prima chi vince.

Se non riuscirà, è molto probabile un rapido e drastico cambiamento del
nostro complessivo stile di vita (dall'attuale modello di produzione e
disponibilità del cibo, alla possibilità di mantenere gli attuali standard
sanitari, alla praticabilità del nostro welfare, alla tenuta delle libertà
democratiche che diciamo di amare)
L'aumento di efficienza energetica del nostro stile di vita (meno energia,
stessi benefici) non è praticabile nelle dimensioni che si renderebbero necessarie da una rapidamente diminuita disponibilità di petrolio a prezzi relativamente bassi (inferiori a 30$/barile), come quella che potrebbe facilmente generarsi in assenza di controllo politico-militare ferreo delle aree di produzione da parte dell'occidente.

Infatti il flusso di petrolio potrebbe prendere la direzione di economie emergenti (che ora producono su licenza e istruzione occidentale) al di fuori del controllo dell'occidente, ed essere diretto da chi controlla il petrolio, con conseguente possibile rapida perdita di valore delle monete occidentali. 

La praticabilità di questo aumento di efficienza che sfocia in diminuzione del
fabbisogno energetico non si è storicamente verificata dal 1973 (primo
shock petrolifero) ad oggi, pur avendola cercata

La rigidità del frazionamento dei prodotti petroliferi (frazionamento del greggio in benzine, kerosene, gasolio, ecc.) non aiuta a fare risparmio energetico.

Probabilmente il modo più efficace di fare risparmio energetico è quello di
sfoltire e ridurre le attività economiche, che comporta un ridisegno
profondo dello stile di vita.

Il che appare difficilmente praticabile su base volontaristica.

Praticare una equa distribuzione delle risorse a livello mondiale (cioè:
ogni persona sul pianeta riceve una dose di risorse uguale), senza
espandere il fabbisogno di risorse primarie (energia) e senza alterare lo
sperimentato modo di funzionare della nostra società e modo di produzione,
comporterebbe per noi occidentali MEDIAMENTE accettare di vivere con 1/4
delle risorse che ciascuno di noi usa quotidianamente.

La risposta dei politici americani è secca: lo stile di vita degli americani non è negoziabile.

Cosa dicono in proposito i politici europei?

Il nostro tentativo di controllo politico-militare dell'area del Golfo
Persico è un atto politico da "fortezza assediata ".

Una prospettiva politica che vede un 30% della popolazione mondiale cercare di mantenere uno stile di vita occidentale, un 30%-40% della popolazione che
vivacchia rincorendo lo sviluppo e la restante parte che fatica a sopravvivere e muore di fame.







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