Avete mai sentito parlare di Blockchain?
No ? Neppure io, è importante però, osservare e cercare di capire, per non esserne travolti , mi rendo conto che ci troviamo in un momento di cambiamenti straordinari. Abituati ai tempi dell'evoluzione che si è sviluppata prima di internet , da un secolo all'altro , è molto difficile comprendere che tutto questo invece succede in tempi brevissimi !
Per cercare di spiegare in maniera più che appropriata Blockchain bisogna fare da subito un passo in avanti per quello che riguarda il nostro modo di usare Internet. Infatti qui parliamo di Internet,l’Internet delle transazioni in cui vengono usati i ripple.
Grazie alla tecnologia blockchain si sta sviluppando un mercato peer-to-peer in cui ogni device può acquistare e vendere energia automaticamente, senza l’intermediazione di operatori centralizzati.
La tecnologia, si sa, corre molto più veloce della politica e questo è particolarmente vero in Europa: mentre la Commissione Europea si sta ancora chiedendo se puntare di più sulle energie rinnovabili, nel resto del mondo si stanno sperimentando nuovi sistemi che promettono di rivoluzionare l’intero settore energetico.
Stiamo parlando della possibilità di effettuare scambi di energia direttamente tra privati, senza l’intermediazione di operatori centralizzati.
Questo scambio è reso possibile grazie alla tecnologia blockchain, un registro pubblico e condiviso, costituito da una serie di “nodi”, che si aggiorna automaticamente su ciascuno dei nodi che partecipano alla rete.
Tutte le operazioni effettuate con questo sistema sono confermate dai singoli nodi attraverso software di crittografia che verificano un pacchetto di dati definiti a chiave privata, utilizzato per firmare e controllare le transazioni.
Il sistema garantisce così l'identità digitale di chi ha autorizzato gli scambi, senza l’intervento di nessuna autorità centrale: il controllo viene effettuato automaticamente da tutti i nodi della catena (blockchain) e questo meccanismo, in teoria, rende impossibile contraffare una transazione o modificarne una già avvenuta.
Ogni cambiamento nella catena deve ricevere l’approvazione del 51% della potenza di calcolo di tutta la blockchain e se un singolo attore decidesse di modificare una transazione del database, la catena si romperebbe, perché verrebbe a mancare il consenso tra i nodi.
La blockchain, la cui caratteristica principale è quella di eliminare ogni intermediazione, sta già rivoluzionando il mondo finanziario e assicurativo, ma le sue applicazioni si estendono anche ad altri settori tra cui quello energetico.
Secondo il report “Blockchain: Putting Theory into Practice” pubblicato di recente da Goldman Sachs, tra i 5 possibili usi concreti della tecnologia c’è appunto quello di offrire a tutti la possibilità di vendere energia.
Nel settore energetico l’integrazione tra l’Internet of Things e il sistema blockchain può abilitare un mercato peer-to-peer in cui le apparecchiature possono acquistare e vendere energia automaticamente, in base ai criteri definiti dall’utente.
In futuro, quindi, invece che avere fornitori centralizzati che trasmettono elettricità ad ogni utente, potremmo immaginare un network distribuito che consente alle persone di generare loro stesse energia da vendere sulla rete, attraverso un sistema che garantisce scambi sicuri e trasparenti. Il valore di questo mercato è stimato tra i 2,5 e i 7 miliardi di dollari.
L’esperimento più famoso di applicazione della tecnologia blockchain al settore energetico è quello realizzato a Brooklyn da LO3 Energy che insieme a Consensus System ha creato una piattaforma di trading locale dell’energia, TransActive Grid, che ha permesso la condivisione di energia elettrica tra gli abitanti del quartiere.
LO3 Energy è anche coinvolta nel progetto Brooklyn Microgrid che aiuta i quartieri a gestire l’energia in modo più efficiente. I primi test di transazioni peer-to-peer tra vicini sono stati effettuati con successo lo scorso aprile e hanno attirato l'attenzione di Siemens Siemens che ha annunciato di recente una partership con LO3 Energy per estendere l’esperimento a tutti gli Stati Uniti.
L’Integrazione della piattaforma TransActive Grid con i Siemens Digital Grid permetterà ai gestori dei sistemi fotovoltaici di inviare al microgrid l’energia prodotta in eccesso dai pannelli (e non consumata), per poterla redistribuire e vendere ai vicini attraverso smart contracts. In cambio, i proprietari dei pannelli riceveranno un compenso economico con una soluzione di Smart Home una soluzione di Smart Home direttamente legata alla produzione e al consumo di energia.
Anche in Olanda è nato un sistema simile a quello di Brooklyn chiamato EcoCoin, gestito da Linux Foundation, mentre in Australia ha preso piede PowerLedger, start-up che ha organizzato una rete che permette ad alcune abitazioni del paese di Busselton di scambiarsi elettricità massimizzando l'utilizzo dell'energia solare raccolta dai moduli FV.
La blockchain di PowerLedger riconosce automaticamente il proprietario di una fonte energetica e gestisce, senza bisogno dell'intervento umano, molteplici accordi di scambio energetico tra i consumatori, che possono rivendere elettricità o comprarla in autonomia, senza dover sottostare ai prezzi di mercato imposti dalle grandi società.
Ma il numero di start-up che stanno sviluppando soluzioni blockchain per il settore energetico è in crescita: esempi come Grid Singularity, SolarCoin, Bankymoon (che in Sud Africa ha creato una rete di contatori intelligenti per ovviare alla crisi delle utility), hanno iniziato a combinare la tecnologia con i sistemi di smart metering, creando prodotti e servizi innovativi che si integrano perfettamente con le nostre abitudini quotidiane.
La compagnia energetica finlandese Fortum offre, ad esempio, soluzioni basate su tecnologia blockchain che permettono ai consumatori di controllare i vari apparecchi presenti in casa collegati ad Internet: con un semplice display si possono visualizzare in tempo reale i consumi elettrici della propria abitazione, ottimizzandoli in modo automatico.
La maggior parte di queste start-up utilizza Etherum, una della piattaforme più famose con una propria criptovaluta (Ether), sullo stile di Bitcoin, che permette l’esecuzione di smart contracts (piccoli programmi che incorporano una logica di business).
La direzione tracciata da tutte queste esperienze è chiara: il sistema elettrico potrebbe diventare un gigantesco network composto da milioni di microreti che interagiscono l'una con l'altra, reagendo automaticamente alla sovrabbondanza di elettricità o al fabbisogno energetico di un'abitazione.
Una vera rivoluzione cui le aziende stanno guardando con attenzione: secondo un recente studio condotto da DENA (Deutsche Energie-Agentur, l’agenzia tedesca per il mercato energetico), il 39% dei dirigenti di aziende che operano nel settore energetico tedesco sostiene che la propria azienda ha intenzione di implementare le blockchain nell’immediato futuro.
A casa nostra Enel ha rivisto di recente il suo piano industriale al 2019 aumentando gli investimenti per la digitalizzazione e integrazione delle reti di distribuzione con gli impianti di produzione, i sistemi di accumulo, gli impianti fotovoltaici domestici e il sistema di ricarica delle auto elettriche.
L’idea, annunciata dall’AD di Enel Francesco Starace, è quella di creare “una gigantesca smart grid, per utilizzare la quale entreranno in gioco tecnologie come Big Data e blockchain”.
di Antonella Giordano
"Così abbiamo venduto il primo megawatt di energia su blockchain, e presto coinvolgerà tutti"
Enel ha raccolto 33 aziende in una rete diffusa per tracciare la vendita di energia. Ciorra, direttore per l'innovazione, spiega ad Agi: "Così salteremo gli intermediari, presto tutti potranno vendere e comprare energia grazie alla nostra rete"
"Così abbiamo venduto il primo megawatt di energia su blockchain, e presto coinvolgerà tutti"
Il 4 ottobre 2017 è stato venduto il primo megawatt di energia elettrica attraverso una rete blockchain. Una piccola rivoluzione nel campo del mercato delle utility, avvenuta nel silenzio quasi totale, ma che presto potrebbe toccare la vita di tutti. Un computer della sede ungherese della società tedesca E.On ha chiesto ad una rete di altri computer fatta da 33 società consorziate di certificare l’acquisto di quel megawatt di energia da un venditore, che ha anche promosso e spinto per la nascita di quella rete.
"Renderemo più accessibile il mercato"
“È una grande novità”, spiega ad Agi Ernesto Ciorra, direttore per l’innovazione e la sostenibilità di Enel: “Finora quando dobbiamo comprare o vendere energia, o qualunque altra cosa tra società, dobbiamo usare diverse piattaforme , e avere a che fare con più intermediari. La nostra rete blockchain ci ha permesso per la prima volta di evitarlo. C'è in prospettiva un buon potenziale di abbassamento dei costi e di celerità nella transazione, nonché la possibilità di rendere più accessibile il mercato a tutti gli operatori, compresi quello medio/piccoli e, quindi, attraverso una maggiore liquidità, potenzialmente abbassare i costi complessivi che gravano sul consumatore finale”.
Enel ha creata una propria blockchain. L’ha fatta sviluppare in Germania, e proposta ad una serie di aziende dell’energia in Europa. Chiedendo loro qualcosa come: perché non ci gestiamo tra di noi in maniera più veloce e senza eccedere in lungaggini e costi di commissione? La tecnologia ci offre un modo per farlo in maniera facile e senza costi. “Ne abbiamo convinte 32, che con Enel diventano 33. Funziona, e vogliamo allargarla a quanti più operatori possibile”.
Ma blockchain è stata sempre legata a bitcoin, che ne garantisce in qualche modo la stabilità e la sicurezza. Enel però ha preferito evitare il pagamento in criptovalute e tracciare solo la compravendita di energia, certificandola attraverso i nodi della rete, e di mantenere il corrispettivo di denaro in euro. Una blockchain un po’ meno autentica, un po’ meno blockchain se vogliamo. “Il corrispettivo dello scambio è un certificato e in euro, è iscritto nella catena di blocchi, che ha valore legale”, continua Ciorra.
"Chiunque può vendere, comprare o regalare energia"
Il motivo, secondo Ciorra, è che apre un futuro in cui tutti possono comprare, vendere o, volendo, regalare energia a tutti i nodi della rete. Che per ora sono aziende, grosse società europee, ma che in futuro potrebbero essere privati, istituzioni, ospedali. “Se produco energia con un pannello fotovoltaico sul tetto di casa mia, e desidero venderla direttamente ad una società, oppure regalarla all’ospedale del mio paese,con una rete blockchain, in futuro potrò farlo direttamente.
L’energia è solo uno dei campi in cui questo protocollo diffuso di compratori, venditori e certificatori può essere applicato. La blockchain è allo studio di tutte le maggiori società finanziarie globali per il trasferimento di capitali da una parte all’altra del globo, delle società di assicurazione, delle case d’asta per garantire l’autenticità delle opere d’arte. E in molti sono certi che sarà la prossima grande rivoluzione tecnologica. Di un impatto sulle nostre vite pari a quella avuta da Internet.
di
No ? Neppure io, è importante però, osservare e cercare di capire, per non esserne travolti , mi rendo conto che ci troviamo in un momento di cambiamenti straordinari. Abituati ai tempi dell'evoluzione che si è sviluppata prima di internet , da un secolo all'altro , è molto difficile comprendere che tutto questo invece succede in tempi brevissimi !
Per cercare di spiegare in maniera più che appropriata Blockchain bisogna fare da subito un passo in avanti per quello che riguarda il nostro modo di usare Internet. Infatti qui parliamo di Internet,l’Internet delle transazioni in cui vengono usati i ripple.
Grazie alla tecnologia blockchain si sta sviluppando un mercato peer-to-peer in cui ogni device può acquistare e vendere energia automaticamente, senza l’intermediazione di operatori centralizzati.
La tecnologia, si sa, corre molto più veloce della politica e questo è particolarmente vero in Europa: mentre la Commissione Europea si sta ancora chiedendo se puntare di più sulle energie rinnovabili, nel resto del mondo si stanno sperimentando nuovi sistemi che promettono di rivoluzionare l’intero settore energetico.
Stiamo parlando della possibilità di effettuare scambi di energia direttamente tra privati, senza l’intermediazione di operatori centralizzati.
Questo scambio è reso possibile grazie alla tecnologia blockchain, un registro pubblico e condiviso, costituito da una serie di “nodi”, che si aggiorna automaticamente su ciascuno dei nodi che partecipano alla rete.
Tutte le operazioni effettuate con questo sistema sono confermate dai singoli nodi attraverso software di crittografia che verificano un pacchetto di dati definiti a chiave privata, utilizzato per firmare e controllare le transazioni.
Il sistema garantisce così l'identità digitale di chi ha autorizzato gli scambi, senza l’intervento di nessuna autorità centrale: il controllo viene effettuato automaticamente da tutti i nodi della catena (blockchain) e questo meccanismo, in teoria, rende impossibile contraffare una transazione o modificarne una già avvenuta.
Ogni cambiamento nella catena deve ricevere l’approvazione del 51% della potenza di calcolo di tutta la blockchain e se un singolo attore decidesse di modificare una transazione del database, la catena si romperebbe, perché verrebbe a mancare il consenso tra i nodi.
La blockchain, la cui caratteristica principale è quella di eliminare ogni intermediazione, sta già rivoluzionando il mondo finanziario e assicurativo, ma le sue applicazioni si estendono anche ad altri settori tra cui quello energetico.
Secondo il report “Blockchain: Putting Theory into Practice” pubblicato di recente da Goldman Sachs, tra i 5 possibili usi concreti della tecnologia c’è appunto quello di offrire a tutti la possibilità di vendere energia.
Nel settore energetico l’integrazione tra l’Internet of Things e il sistema blockchain può abilitare un mercato peer-to-peer in cui le apparecchiature possono acquistare e vendere energia automaticamente, in base ai criteri definiti dall’utente.
In futuro, quindi, invece che avere fornitori centralizzati che trasmettono elettricità ad ogni utente, potremmo immaginare un network distribuito che consente alle persone di generare loro stesse energia da vendere sulla rete, attraverso un sistema che garantisce scambi sicuri e trasparenti. Il valore di questo mercato è stimato tra i 2,5 e i 7 miliardi di dollari.
L’esperimento più famoso di applicazione della tecnologia blockchain al settore energetico è quello realizzato a Brooklyn da LO3 Energy che insieme a Consensus System ha creato una piattaforma di trading locale dell’energia, TransActive Grid, che ha permesso la condivisione di energia elettrica tra gli abitanti del quartiere.
LO3 Energy è anche coinvolta nel progetto Brooklyn Microgrid che aiuta i quartieri a gestire l’energia in modo più efficiente. I primi test di transazioni peer-to-peer tra vicini sono stati effettuati con successo lo scorso aprile e hanno attirato l'attenzione di Siemens Siemens che ha annunciato di recente una partership con LO3 Energy per estendere l’esperimento a tutti gli Stati Uniti.
L’Integrazione della piattaforma TransActive Grid con i Siemens Digital Grid permetterà ai gestori dei sistemi fotovoltaici di inviare al microgrid l’energia prodotta in eccesso dai pannelli (e non consumata), per poterla redistribuire e vendere ai vicini attraverso smart contracts. In cambio, i proprietari dei pannelli riceveranno un compenso economico con una soluzione di Smart Home una soluzione di Smart Home direttamente legata alla produzione e al consumo di energia.
Anche in Olanda è nato un sistema simile a quello di Brooklyn chiamato EcoCoin, gestito da Linux Foundation, mentre in Australia ha preso piede PowerLedger, start-up che ha organizzato una rete che permette ad alcune abitazioni del paese di Busselton di scambiarsi elettricità massimizzando l'utilizzo dell'energia solare raccolta dai moduli FV.
La blockchain di PowerLedger riconosce automaticamente il proprietario di una fonte energetica e gestisce, senza bisogno dell'intervento umano, molteplici accordi di scambio energetico tra i consumatori, che possono rivendere elettricità o comprarla in autonomia, senza dover sottostare ai prezzi di mercato imposti dalle grandi società.
Ma il numero di start-up che stanno sviluppando soluzioni blockchain per il settore energetico è in crescita: esempi come Grid Singularity, SolarCoin, Bankymoon (che in Sud Africa ha creato una rete di contatori intelligenti per ovviare alla crisi delle utility), hanno iniziato a combinare la tecnologia con i sistemi di smart metering, creando prodotti e servizi innovativi che si integrano perfettamente con le nostre abitudini quotidiane.
La compagnia energetica finlandese Fortum offre, ad esempio, soluzioni basate su tecnologia blockchain che permettono ai consumatori di controllare i vari apparecchi presenti in casa collegati ad Internet: con un semplice display si possono visualizzare in tempo reale i consumi elettrici della propria abitazione, ottimizzandoli in modo automatico.
La maggior parte di queste start-up utilizza Etherum, una della piattaforme più famose con una propria criptovaluta (Ether), sullo stile di Bitcoin, che permette l’esecuzione di smart contracts (piccoli programmi che incorporano una logica di business).
La direzione tracciata da tutte queste esperienze è chiara: il sistema elettrico potrebbe diventare un gigantesco network composto da milioni di microreti che interagiscono l'una con l'altra, reagendo automaticamente alla sovrabbondanza di elettricità o al fabbisogno energetico di un'abitazione.
Una vera rivoluzione cui le aziende stanno guardando con attenzione: secondo un recente studio condotto da DENA (Deutsche Energie-Agentur, l’agenzia tedesca per il mercato energetico), il 39% dei dirigenti di aziende che operano nel settore energetico tedesco sostiene che la propria azienda ha intenzione di implementare le blockchain nell’immediato futuro.
A casa nostra Enel ha rivisto di recente il suo piano industriale al 2019 aumentando gli investimenti per la digitalizzazione e integrazione delle reti di distribuzione con gli impianti di produzione, i sistemi di accumulo, gli impianti fotovoltaici domestici e il sistema di ricarica delle auto elettriche.
L’idea, annunciata dall’AD di Enel Francesco Starace, è quella di creare “una gigantesca smart grid, per utilizzare la quale entreranno in gioco tecnologie come Big Data e blockchain”.
di Antonella Giordano
"Così abbiamo venduto il primo megawatt di energia su blockchain, e presto coinvolgerà tutti"
Enel ha raccolto 33 aziende in una rete diffusa per tracciare la vendita di energia. Ciorra, direttore per l'innovazione, spiega ad Agi: "Così salteremo gli intermediari, presto tutti potranno vendere e comprare energia grazie alla nostra rete"
"Così abbiamo venduto il primo megawatt di energia su blockchain, e presto coinvolgerà tutti"
Il 4 ottobre 2017 è stato venduto il primo megawatt di energia elettrica attraverso una rete blockchain. Una piccola rivoluzione nel campo del mercato delle utility, avvenuta nel silenzio quasi totale, ma che presto potrebbe toccare la vita di tutti. Un computer della sede ungherese della società tedesca E.On ha chiesto ad una rete di altri computer fatta da 33 società consorziate di certificare l’acquisto di quel megawatt di energia da un venditore, che ha anche promosso e spinto per la nascita di quella rete.
"Renderemo più accessibile il mercato"
“È una grande novità”, spiega ad Agi Ernesto Ciorra, direttore per l’innovazione e la sostenibilità di Enel: “Finora quando dobbiamo comprare o vendere energia, o qualunque altra cosa tra società, dobbiamo usare diverse piattaforme , e avere a che fare con più intermediari. La nostra rete blockchain ci ha permesso per la prima volta di evitarlo. C'è in prospettiva un buon potenziale di abbassamento dei costi e di celerità nella transazione, nonché la possibilità di rendere più accessibile il mercato a tutti gli operatori, compresi quello medio/piccoli e, quindi, attraverso una maggiore liquidità, potenzialmente abbassare i costi complessivi che gravano sul consumatore finale”.
Enel ha creata una propria blockchain. L’ha fatta sviluppare in Germania, e proposta ad una serie di aziende dell’energia in Europa. Chiedendo loro qualcosa come: perché non ci gestiamo tra di noi in maniera più veloce e senza eccedere in lungaggini e costi di commissione? La tecnologia ci offre un modo per farlo in maniera facile e senza costi. “Ne abbiamo convinte 32, che con Enel diventano 33. Funziona, e vogliamo allargarla a quanti più operatori possibile”.
Ma blockchain è stata sempre legata a bitcoin, che ne garantisce in qualche modo la stabilità e la sicurezza. Enel però ha preferito evitare il pagamento in criptovalute e tracciare solo la compravendita di energia, certificandola attraverso i nodi della rete, e di mantenere il corrispettivo di denaro in euro. Una blockchain un po’ meno autentica, un po’ meno blockchain se vogliamo. “Il corrispettivo dello scambio è un certificato e in euro, è iscritto nella catena di blocchi, che ha valore legale”, continua Ciorra.
"Chiunque può vendere, comprare o regalare energia"
Il motivo, secondo Ciorra, è che apre un futuro in cui tutti possono comprare, vendere o, volendo, regalare energia a tutti i nodi della rete. Che per ora sono aziende, grosse società europee, ma che in futuro potrebbero essere privati, istituzioni, ospedali. “Se produco energia con un pannello fotovoltaico sul tetto di casa mia, e desidero venderla direttamente ad una società, oppure regalarla all’ospedale del mio paese,con una rete blockchain, in futuro potrò farlo direttamente.
L’energia è solo uno dei campi in cui questo protocollo diffuso di compratori, venditori e certificatori può essere applicato. La blockchain è allo studio di tutte le maggiori società finanziarie globali per il trasferimento di capitali da una parte all’altra del globo, delle società di assicurazione, delle case d’asta per garantire l’autenticità delle opere d’arte. E in molti sono certi che sarà la prossima grande rivoluzione tecnologica. Di un impatto sulle nostre vite pari a quella avuta da Internet.
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