Il destino del pianeta non è scritto da presidenti-marionetta ma dai loro consiglieri, e questi ultimi sono pilotati da poche persone di potere che vivono nell'ombra. Nel giro di due secoli questi innominati sono riusciti a mettere il mondo in ginocchio.
L'hanno fatto a colpi di politica, progettando a tavolino crisi internazionali e guerre spietate; a colpi di finanza, assoggettando le nazioni al dominio delle banche; a colpi di economia, avvelenandoci con i fantasmi del capitalismo e del suo figlio degenere, il neocapitalismo; a colpi di pubblicità, inabissandoci nel gorgo del consumo più smodato. Ora siamo tutti nella stessa barca, imprigionati in una trappola globale. Viviamo da anni in stato di guerra e non ce ne rendiamo nemmeno conto
Vogliono farci credere che il motivo della disperazione altrui sia la mancanza di democrazia, mentre in occidente la democrazia accoppiata al capitalismo e a un "sano" cattolicesimo avrebbe instaurato una sorta di età dell'oro...
No, non c'è da ridere.
Abbiamo creduto a questa favola per decenni.
Ci siamo cascati tutti.
Adesso è giunto il momento di aprire gli occhi, prima che sia troppo tardi.
Non possiamo e non dobbiamo accettare sempre tutto con rassegnazione, come se il nostro destino fosse già stato scritto.
Il futuro del pianeta lo scriviamo noi, giorno per giorno, con i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni.
Viviamo in un’epoca travagliata e piena di contraddizioni.
Da una parte abbiamo raggiunto livelli tecnologici impressionanti, la medicina fa passi da gigante, i pianeti del sistema solare diventano sempre più “vicini”, familiari, quasi a portata di mano, in poche ore possiamo viaggiare da un angolo all’altro del globo, ci illudiamo di vivere nel benessere.
Dall’altra parte, invece, il consumo più sfrenato ci sta distruggendo.
Viviamo in una società del consumo voluto, predicato e realizzato dalle grandi multinazionali e dalle banche loro complici che stanno distruggendo il pianeta a colpi di inquinamento e politica del libero scambio.
In realtà di libero non c’è proprio nulla, giacché il sistema economico occidentale sta riducendo alla fame interi continenti, schiavizzandone le popolazioni.
I disegni diabolici degli Innominati, piovre assetate di potere, sono stati, da sempre, ispirati, sostenuti e organizzati dalle società segrete.
E in questo saggio parlo di loro: società segrete più o meno note.
Parlo del potere dei soldi che sono in realtà cartastraccia e cifre virtuali sullo schermo di un computer, e soprattutto parlo di quell’alleanza anglo-americana iniziata molto tempo fa con un progetto ben chiaro: dominare il mondo per mezzo di una trappola globale.
È importante informarci, se vogliamo cambiare una realtà che ci sta sfuggendo di mano.
“Quelli che, oggi più che mai, dirigono i destini delle nazioni.
Non sono i politici, bensì le grandi multinazionali, i giganti bancari che si nascondono dietro nomi e sigle differenti rimanendo pur sempre gli stessi.
Da almeno due secoli.
Questi signori governano la nave, con o senza nocchiere.
E la nave va, portata dai loro disegni oscuri di potere, trascinata in un oceano in tempesta, sbattuta a piacimento da onde titaniche, sfracellata sugli scogli o magari salvata in extremis dal naufragio, se così deve essere.
La loro arma prediletta è la globalizzazione, perché gli permette di allargarsi come una piaga purulenta su tutto il pianeta.
Privatizzano tutto, presto anche l’acqua, poi sarà il turno dell’aria che respiriamo.
Nella trappola globale ci siamo già ma non è troppo tardi, possiamo ancora uscirne. Comprendere e agire. È questo il pensiero che può cambiare il mondo”.
Prima pubblicazione 2013
L'hanno fatto a colpi di politica, progettando a tavolino crisi internazionali e guerre spietate; a colpi di finanza, assoggettando le nazioni al dominio delle banche; a colpi di economia, avvelenandoci con i fantasmi del capitalismo e del suo figlio degenere, il neocapitalismo; a colpi di pubblicità, inabissandoci nel gorgo del consumo più smodato. Ora siamo tutti nella stessa barca, imprigionati in una trappola globale. Viviamo da anni in stato di guerra e non ce ne rendiamo nemmeno conto
Vogliono farci credere che il motivo della disperazione altrui sia la mancanza di democrazia, mentre in occidente la democrazia accoppiata al capitalismo e a un "sano" cattolicesimo avrebbe instaurato una sorta di età dell'oro...
No, non c'è da ridere.
Abbiamo creduto a questa favola per decenni.
Ci siamo cascati tutti.
Adesso è giunto il momento di aprire gli occhi, prima che sia troppo tardi.
Non possiamo e non dobbiamo accettare sempre tutto con rassegnazione, come se il nostro destino fosse già stato scritto.
Il futuro del pianeta lo scriviamo noi, giorno per giorno, con i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni.
Viviamo in un’epoca travagliata e piena di contraddizioni.
Da una parte abbiamo raggiunto livelli tecnologici impressionanti, la medicina fa passi da gigante, i pianeti del sistema solare diventano sempre più “vicini”, familiari, quasi a portata di mano, in poche ore possiamo viaggiare da un angolo all’altro del globo, ci illudiamo di vivere nel benessere.
Dall’altra parte, invece, il consumo più sfrenato ci sta distruggendo.
Viviamo in una società del consumo voluto, predicato e realizzato dalle grandi multinazionali e dalle banche loro complici che stanno distruggendo il pianeta a colpi di inquinamento e politica del libero scambio.
In realtà di libero non c’è proprio nulla, giacché il sistema economico occidentale sta riducendo alla fame interi continenti, schiavizzandone le popolazioni.
I disegni diabolici degli Innominati, piovre assetate di potere, sono stati, da sempre, ispirati, sostenuti e organizzati dalle società segrete.
E in questo saggio parlo di loro: società segrete più o meno note.
Parlo del potere dei soldi che sono in realtà cartastraccia e cifre virtuali sullo schermo di un computer, e soprattutto parlo di quell’alleanza anglo-americana iniziata molto tempo fa con un progetto ben chiaro: dominare il mondo per mezzo di una trappola globale.
È importante informarci, se vogliamo cambiare una realtà che ci sta sfuggendo di mano.
“Quelli che, oggi più che mai, dirigono i destini delle nazioni.
Non sono i politici, bensì le grandi multinazionali, i giganti bancari che si nascondono dietro nomi e sigle differenti rimanendo pur sempre gli stessi.
Da almeno due secoli.
Questi signori governano la nave, con o senza nocchiere.
E la nave va, portata dai loro disegni oscuri di potere, trascinata in un oceano in tempesta, sbattuta a piacimento da onde titaniche, sfracellata sugli scogli o magari salvata in extremis dal naufragio, se così deve essere.
La loro arma prediletta è la globalizzazione, perché gli permette di allargarsi come una piaga purulenta su tutto il pianeta.
Privatizzano tutto, presto anche l’acqua, poi sarà il turno dell’aria che respiriamo.
Nella trappola globale ci siamo già ma non è troppo tardi, possiamo ancora uscirne. Comprendere e agire. È questo il pensiero che può cambiare il mondo”.
Prima pubblicazione 2013

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