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Il governo che verrà !

Se conoscessero l’Eurozona e la macroeconomia, non si caccerebbero in questo pasticcio.
Questo articolo è già stato pubblicato per tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni...
La catastrofe dell’economia italiana è un MACROPROBLEMA STRUTTURALE nell’Eurozona, e finché esisteranno i parametri economici dell’euro non esiste salvezza.



NO SOVRANITA’ MONETARIA.

Per prima cosa ci troviamo  senza sovranità monetaria, quindi senza nessuna delle leve economiche fondamentali di cui deve godere un governo degno di questo nome, e di cui godono gli USA, la GB, la Svezia o il Giappone. 

Non abbiamo una Banca Centrale che possa controllare inflazione, prezzo del denaro, tassi d’interesse, né monetizzare la spesa decisa dal Parlamento.
Non possiediamo una moneta, e dobbiamo usare gli euro, da restituire con tassi  decisi dai mercati di capitali internazionali. 
Dovranno dunque tassarci a morte sempre, per fare quanto appena detto. 
Dovranno quindi mentire all’Italia fingendo col gioco delle tre carte di spostare fondi e investimenti essenziali (lavoro, infrastrutture, crescita…) da qui a lì, per poi rimangiarseli tutti con gli interessi. 
Dovranno rispettare il Pareggio di Bilancio: Chemiotassazione garantita, impossibilità di investire per le aziende e tagli alla spesa. 
Qui abbiamo la garanzia della decapitazione di: speranze di posti di lavoro; salari; pensioni; modernizzazione del Paese; Sanità; risparmi privati; piano industriale; risanamento bancario; crescita del PIL; e domanda aggregata. 

I DEFICIT NEGATIVI.

Ci  troviamo in una spirale di Deficit Negativi mortali, cioè di tutte quelle spese di Stato imposte dalla crisi dell’Eurozona ma che non risolveranno nulla, non producono nulla e che aumentano il debito di Stato. 

L’economia impantanata significa che i 351 milioni di ore di cassa integrazione rimarranno e aumenteranno, pompando di nuovo il debito. 
I fallimenti aziendali non caleranno, la curva dei prestiti bancari insolventi aumenterà, e le banche italiane che già sono in parte fallite, dovranno essere ri-salvate, a suon di denaro pubblico. 
Assieme ad esso salgono gli interessi da pagare, sempre spesa di Stato, ancora più debito. Ma stando in Eurozona, un debito che lievita è grave (con la Lira non lo sarebbe) perché porta all’allarme delle agenzie di rating, che porta all’allarme dei mercati di capitali che prestano gli euro, che portano a tassi più alti sui titoli di Stato, che portano a più debito. 

NO CRESCITA E DEFLAZIONE.

Ci ritroviamo con un’economia che si è contratta del 18% dalla fine degli anni ’90. Per riportarci a quel livello di vita, si dovrebbe riuscire a far crescere l’Italia del 20%. 

Poi abbiamo il problema della deflazione che sta aggredendo tutta l’Eurozona, con la BCE disperata perché non sa più che fare per fermare il crollo dei prezzi (deflazione = contrario di inflazione). 
E quel che è peggio, è che in un clima di crisi di queste proporzioni la gente corre a risparmiare disperatamente per il timore del domani , ma questo sottrae denaro in circolo, cosa che non solo affama tutta l’economia, ma peggiora la deflazione stessa. 

CROLLO BANCHE.

Il terremoto delle piccole medio banche, fra cui quelle italiane che sono quelle messe peggio d’Europa sia come buchi di bilancio che come capitale di copertura. Prometeia stima che solo per i prestiti insolventi le banche italiane siano scoperte per 150 miliardi di euro. E chi le salva? E con che soldi? 


SVENDITA PUBBLICA INUTILE.
 

Vendi il vendibile, incassa l’incassabile. Funziona? No. Non ha funzionato in nessun Paese del mondo, meno che meno da noi quando proprio il centro sinistra si mise negli anni ’90 a svendere pezzi di beni di Stato a un ritmo talmente forsennato che fece il record europeo delle privatizzazioni nel 1999. Sapete di quanto ridussero il debito di Stato italiano? Di un maestoso 8%… E che allora i prezzi contrattati per i beni pubblici da alienare erano decenti. 
Oggi, con l’Italia sprofondata dall’Eurozona in una svalutazione della sua economia da piangere, Roma deve svendere a prezzi stracciati qualsiasi cosa offra, con margini che saranno patetici.

DISOCCUPAZIONE

E la disoccupazione? Sapete cosa costa all’Italia avere il 11% (fasullo, è molto di più) di disoccupati? 

Trecentosessanta miliardi all’anno perduti. 
E i giovani? Il 76% di loro è costretto alla flessibilità, con limiti invalicabili all’acquisto di una casa o al matrimonio. 
L’Eurozona fu pensata ed edificata proprio per ridurre il sud Europa a un serbatoio di lavoratori pagati alla kosovara ma in strutture moderne. 
Il futuro di questo ragazzi è ormai certo: stipendi dai 600 agli 800 euro per i più qualificati, al lavoro per investitori stranieri.

tratto da un articolo di Paolo Barnard


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