Le promesse elettorali : aumento delle pensioni, riduzione delle tasse, abolizione imposta sulla casa, bollo auto.....
Quindi aumento delle spese nel bilancio.
Ma visto che per legge costituzionale siamo obbligati al pareggio di bilancio, a questa diminuzione di entrate, deve corrispondere per forza o un taglio della spesa pubblica, o un aumento di altre tasse.
1) Cosa significa il pareggio di bilancio in costituzione?
Significa diverse cose. In primo luogo, che da oggi il nostro ordinamento costituzionale si ispira ad una precisa concezione economica, quella neoliberista in salsa tedesca, secondo cui la ricetta per la crescita consiste di 3 elementi: libertà dei mercati, politiche monetarie unicamente rivolte al controllo dell’inflazione e divieto per lo Stato di qualsivoglia intervento in deficit spending sull’economia.
Questa modifica alla Costituzione rende tra l’altro inattivabili i diritti previsti da altri articoli della Costituzione, qualora per dare attuazione ad essi lo Stato debba chiudere in deficit il proprio bilancio.
Questo può riguardare, ad esempio, la tutela della salute quale fondamentale diritto dell’individuo, e le garanzie di cure gratuite agli indigenti, previste dall’art. 32 della Costituzione.
Oppure il diritto alla gratuità dell’istruzione per gli otto anni della scuola dell’obbligo, o il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, garantito ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi (art. 34).
O ancora quanto previsto dall’art. 38: “i lavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.
In tutti questi casi i tagli necessari al bilancio dello Stato per raggiungere il pareggio possono pregiudicare, ancora di più di quanto già accada oggi, l’esercizio di diritti costituzionalmente riconosciuti.
Infine, l’introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio impedirà allo Stato di effettuare gli investimenti necessari a migliorare le condizioni generali di produzione (si pensi alle infrastrutture fisiche, a quelle immateriali che consistono nella promozione della ricerca e della conoscenza, e a quelle giuridiche, ossia a un sistema giudiziario ben funzionante), la produttività e la crescita economica.
Questo è molto grave, perché introduce un ulteriore vincolo in un periodo delicatissimo della vita economica di questo Paese.
La verità è che nessun Paese ha mai sostenuto una crisi come l’attuale in presenza di vincoli del genere.
Tornando a noi, devo dire che trovo davvero impressionante il silenzio dei media su una modifica del nostro ordinamento così gravida di conseguenze negative. È un altro colpo alla democrazia e alla libertà e affidabilità dell’informazione nel nostro paese.
di Vladimiro Giacchè
Quindi aumento delle spese nel bilancio.
Ma visto che per legge costituzionale siamo obbligati al pareggio di bilancio, a questa diminuzione di entrate, deve corrispondere per forza o un taglio della spesa pubblica, o un aumento di altre tasse.
1) Cosa significa il pareggio di bilancio in costituzione?
Significa diverse cose. In primo luogo, che da oggi il nostro ordinamento costituzionale si ispira ad una precisa concezione economica, quella neoliberista in salsa tedesca, secondo cui la ricetta per la crescita consiste di 3 elementi: libertà dei mercati, politiche monetarie unicamente rivolte al controllo dell’inflazione e divieto per lo Stato di qualsivoglia intervento in deficit spending sull’economia.
Questa modifica alla Costituzione rende tra l’altro inattivabili i diritti previsti da altri articoli della Costituzione, qualora per dare attuazione ad essi lo Stato debba chiudere in deficit il proprio bilancio.
Questo può riguardare, ad esempio, la tutela della salute quale fondamentale diritto dell’individuo, e le garanzie di cure gratuite agli indigenti, previste dall’art. 32 della Costituzione.
Oppure il diritto alla gratuità dell’istruzione per gli otto anni della scuola dell’obbligo, o il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, garantito ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi (art. 34).
O ancora quanto previsto dall’art. 38: “i lavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.
In tutti questi casi i tagli necessari al bilancio dello Stato per raggiungere il pareggio possono pregiudicare, ancora di più di quanto già accada oggi, l’esercizio di diritti costituzionalmente riconosciuti.
Infine, l’introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio impedirà allo Stato di effettuare gli investimenti necessari a migliorare le condizioni generali di produzione (si pensi alle infrastrutture fisiche, a quelle immateriali che consistono nella promozione della ricerca e della conoscenza, e a quelle giuridiche, ossia a un sistema giudiziario ben funzionante), la produttività e la crescita economica.
Questo è molto grave, perché introduce un ulteriore vincolo in un periodo delicatissimo della vita economica di questo Paese.
La verità è che nessun Paese ha mai sostenuto una crisi come l’attuale in presenza di vincoli del genere.
Tornando a noi, devo dire che trovo davvero impressionante il silenzio dei media su una modifica del nostro ordinamento così gravida di conseguenze negative. È un altro colpo alla democrazia e alla libertà e affidabilità dell’informazione nel nostro paese.
di Vladimiro Giacchè
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