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a) L’Italia ha prezzi dell’energia elettrica costantemente superiori al resto d’Europa, in modo netto
b) La Capacita’ di Generazione e’ aumentata a dismisura nell’ultimo decennio (+60% della potenza installata)
c) I consumi di energia elettrica sono costanti o addirittura in leggera flessione
Le 3 cose, sembrerebbero in contraddizione.
Di fronte ad un imponente aumento della capacita’ produttiva (a fine 2012 avremo quasi 130.000 MW di potenza installata, ben 50.000 piu’ di un decennio fa, contro una richiesta che varia tra 25.000 e 55.000 MW), la Produzione complessiva e’ rimasta costante. Infatti, nonostante il quantitativo incredibile di nuove Centrali entrate in funzione, l’Import di elettricita’ (circa il 15% dei consumi) e’ rimasto costante.
Perche’?
Semplice, perche’ l’Italia ha investito decine e decine di miliardi nell’ultimo decennio, in fonti di generazione completamente fuori mercato.
Tanto per darvi un idea, l’Italia ha oggi:
- Centrali per alcune migliaia di MW ad Olio Combustibile, fatte negli anni 80, tenute spente (sono di riserva)
- Centrali per alcune decine di migliaia di MW, Turbogas a ciclo combinato ad altissimo rendimento, costruite ed entrate in funzione 5-10 anni fa (quindi nuove di zecca), fortemente sotto-utilizzate. Per darvi un idea, tra novembre 2007 e novembre 2012 i consumi di gas nelle Centrali ha fatto -47%.
Se leggete i programmi politici, delle varie formazioni di destra e sinistra, leggerete in modo costante cose del tipo: “l’Italia deve puntare a ridurre la dipendenza dall’estero, liberalizzare, aumentare la produzione di fonti rinnovabili per cogliere l’obiettivo del 20-20-20, adeguandosi al resto d’Europa“.
Ebbene, nell’ordine:
a) L’obiettivo del 20-20-20 l’abbiamo raggiunto gia’ nel 2012 (8 anni prima del target), per l’effetto combinato del crollo dei consumi e del boom del fotovoltaico
b) L’Italia ha incentivato investimenti nelle rinnovabili (essenzialmente nel fotovoltaico) in modo assurdo che costeranno 6 miliardi all’anno per 20 anni in bolletta, e che riducono di appena 2 miliardi l’import di gas.
c) Il resto d’Europa, contrariamente a quanto vi viene detto, ha una produzione basata sul nucleare o sul carbone.
E’ pur vero che investire nel nucleare oggi e’ per molti motivi sconsigliabile (se non altro per il fatto che non te lo faranno mai fare), ma non c’e’ alcun dubbio che la fonte che costa meno al mondo nella Produzione di elettricita’ e’ e resta il Carbone, che non casualmente e’ in praticamente tutto il mondo (a parte l’Italia ovviamente), la fonte maggiormente utilizzata.
Nel resto d’Europa, inoltre, l’eolico ha una producibilita’ doppia (es. Spagna, Germania e Daninarca) di quella italiana, visto che c’e’ vento.
Oltre all’Italia, ha investito molto sul solare, unicamente la Germania, ma con incentivi meno onerosi, e con alle spalle un’industria nazionale nella produzione di celle (noi semplicemente abbiamo arricchito l’import da Cina e Germania).
d) L’Italia manca completamente di un Piano Energetico nazionale.
Ha consentito investimenti abnormi nelle centrali a gas, che poi sotto-utilizza perche’ fuori mercato (ma ovviamente alla fine questi investimenti sono stati fatti pagare in bolletta ai cittadini ed alle imprese). Poi ha incentivato in modo assurdo le rinnovabili, salvo ipotecare per 20 anni imprese e famiglie ad un salasso.
Cosa dovrebbe fare l’Italia?
Tante cose. Certamente avere un piano a lungo termine.
Certamente fare una serie di riforme per aumentare la competizione. Certamente dovrebbe andare da coloro che stanno godendo di assurdi premi sugli incentivi fotovoltaici e rinegoziarli al fine di ridurli. Ovviamente l’Italia deve minimizzare per diversi anni il fare nuovi investimenti (visto che alla fine qualcuno paga), salvo investimenti che hanno una logica e che possono realmente aiutare a ridurre i prezzi, per cui investimenti in centrali ad alta efficienza a Carbone (in sostituzione delle vecchie centrali ad olio a bassa efficienza), ed alcune inziative nelle rinnovabili e nel risparmio energetico (e qui aiuterebbero normative sulle nuove abitazioni).
PS: aspetto al varco il primo sapientone che nei commenti dira’ “va incentivato di piu’ il solare e l’eolico”. A costui chiedo di non lamentarsi se le industrie pesanti Italiane stanno chiudendo una dopo l’altra. A costui chiedo di pagare una quota della bolletta di energia elettrica che ricevo, perche’ personalmente non ho alcuna voglia di finanziare l’irrazionalita’.
FONTE http://www.rischiocalcolato.it/2012/12/verso-la-bancarotta-litalia-ha-lenergia-elettrica-piu-cara-del-mondo-vediamo-il-perche-di-questo-scandalo.html
Due conti:
Quasi 500 euro all'anno, per la precisione 496.
A tanto ammonta la spesa media delle famiglie italiane per l'energia elettrica, con un 59,5% (pari a 294 euro), legato ai costi di approvvigionamento dell’energia e alla commercializzazione al dettaglio.
Il 14% della bolletta (69 euro) dipende invece dai servizi tariffati a rete (trasmissione, distribuzione e misura), il 13,5% (67 euro) è rappresentato da imposte e accise, mentre un altro 13%, pari a 64 euro, dipende dagli oneri generali di sistema, fissati per legge.
La media europea è di circa 17 centesimi di euro al kWh, comprese le imposte, mentre il prezzo in Italia è di oltre 20 centesimi al kWh.
Nel settore dell'industria, il prezzo dell'elettricità italiana supera i 22 centesimi al kWh, di gran lunga superiore alla media europea, che è poco sopra i 15 centesimi.
Al lordo delle imposte le nostre imprese sostengono un costo mediamente più elevato nella misura dell’85%, del 30% e dell’8% in confronto rispettivamente a quelle francesi, spagnole e tedesche.
Vediamo ora le imposte: i prelievi “parafiscali” valgono tre Imu.
Non suscita lo stesso dibattito politico sull’Imu, ma il caro bollette energia, luce e gas, a guardare bene pesa in media di più sulle famiglie.
Il totale gli oneri “parafiscali”, cioè la ricaduta sul consumatore degli incentivi all’energia verde, gli sgravi elettrici per far pagare un po’ meno le imprese, ala fine rappresentano un prelievo che vale tre volte l’Imu sulla prima casa, 13 miliardi.
L’ultimo provvedimento in questo senso vale un aumento stimabile tra l’1,5 e il 2%.
E’ quanto vale il taglio di oneri fissato dall’ex ministro Passera di 600 milioni alle imprese energivore trasferito sui consumatori.
In conclusione, le bollette dell’energia elettrica frenano le competitività delle imprese italiane.
Ridistribuire l’incidenza della tassazione sui consumi e favorire il pieno sviluppo del mercato libero sono le ricette per alleggerire i costi di produzione e far ripartire il motore dell’economia italiana.
Di questo se ne parla troppo poco distratti dal peso dell'IMU e dalla tassazione sulle imprese, ma se aggiungiamo a queste il costo dell'energia la situazione non può che diventare esplosiva.
L’Italia ha l’Energia Elettrica piu’ cara del Mondo. Vediamo il perche’ di questo scandalo.
Le Imprese e le Famiglie Italiane pagano le bollette di energia elettrica piu’ care al Mondo. Vediamo perche’.
a) L’Italia ha prezzi dell’energia elettrica costantemente superiori al resto d’Europa, in modo netto
b) La Capacita’ di Generazione e’ aumentata a dismisura nell’ultimo decennio (+60% della potenza installata)
c) I consumi di energia elettrica sono costanti o addirittura in leggera flessione
Le 3 cose, sembrerebbero in contraddizione.
Di fronte ad un imponente aumento della capacita’ produttiva (a fine 2012 avremo quasi 130.000 MW di potenza installata, ben 50.000 piu’ di un decennio fa, contro una richiesta che varia tra 25.000 e 55.000 MW), la Produzione complessiva e’ rimasta costante. Infatti, nonostante il quantitativo incredibile di nuove Centrali entrate in funzione, l’Import di elettricita’ (circa il 15% dei consumi) e’ rimasto costante.
Perche’?
Semplice, perche’ l’Italia ha investito decine e decine di miliardi nell’ultimo decennio, in fonti di generazione completamente fuori mercato.
Tanto per darvi un idea, l’Italia ha oggi:
- Centrali per alcune migliaia di MW ad Olio Combustibile, fatte negli anni 80, tenute spente (sono di riserva)
- Centrali per alcune decine di migliaia di MW, Turbogas a ciclo combinato ad altissimo rendimento, costruite ed entrate in funzione 5-10 anni fa (quindi nuove di zecca), fortemente sotto-utilizzate. Per darvi un idea, tra novembre 2007 e novembre 2012 i consumi di gas nelle Centrali ha fatto -47%.
- Centrali Eoliche e Fotovoltaiche per 24.000 MW (stima a fine
2012), con produzione ovviamente non regolabile (vanno quando c’e’
sole e vento).
Se leggete i programmi politici, delle varie formazioni di destra e sinistra, leggerete in modo costante cose del tipo: “l’Italia deve puntare a ridurre la dipendenza dall’estero, liberalizzare, aumentare la produzione di fonti rinnovabili per cogliere l’obiettivo del 20-20-20, adeguandosi al resto d’Europa“.
Ebbene, nell’ordine:
a) L’obiettivo del 20-20-20 l’abbiamo raggiunto gia’ nel 2012 (8 anni prima del target), per l’effetto combinato del crollo dei consumi e del boom del fotovoltaico
b) L’Italia ha incentivato investimenti nelle rinnovabili (essenzialmente nel fotovoltaico) in modo assurdo che costeranno 6 miliardi all’anno per 20 anni in bolletta, e che riducono di appena 2 miliardi l’import di gas.
c) Il resto d’Europa, contrariamente a quanto vi viene detto, ha una produzione basata sul nucleare o sul carbone.
E’ pur vero che investire nel nucleare oggi e’ per molti motivi sconsigliabile (se non altro per il fatto che non te lo faranno mai fare), ma non c’e’ alcun dubbio che la fonte che costa meno al mondo nella Produzione di elettricita’ e’ e resta il Carbone, che non casualmente e’ in praticamente tutto il mondo (a parte l’Italia ovviamente), la fonte maggiormente utilizzata.
Nel resto d’Europa, inoltre, l’eolico ha una producibilita’ doppia (es. Spagna, Germania e Daninarca) di quella italiana, visto che c’e’ vento.
Oltre all’Italia, ha investito molto sul solare, unicamente la Germania, ma con incentivi meno onerosi, e con alle spalle un’industria nazionale nella produzione di celle (noi semplicemente abbiamo arricchito l’import da Cina e Germania).
d) L’Italia manca completamente di un Piano Energetico nazionale.
Ha consentito investimenti abnormi nelle centrali a gas, che poi sotto-utilizza perche’ fuori mercato (ma ovviamente alla fine questi investimenti sono stati fatti pagare in bolletta ai cittadini ed alle imprese). Poi ha incentivato in modo assurdo le rinnovabili, salvo ipotecare per 20 anni imprese e famiglie ad un salasso.
Cosa dovrebbe fare l’Italia?
Tante cose. Certamente avere un piano a lungo termine.
Certamente fare una serie di riforme per aumentare la competizione. Certamente dovrebbe andare da coloro che stanno godendo di assurdi premi sugli incentivi fotovoltaici e rinegoziarli al fine di ridurli. Ovviamente l’Italia deve minimizzare per diversi anni il fare nuovi investimenti (visto che alla fine qualcuno paga), salvo investimenti che hanno una logica e che possono realmente aiutare a ridurre i prezzi, per cui investimenti in centrali ad alta efficienza a Carbone (in sostituzione delle vecchie centrali ad olio a bassa efficienza), ed alcune inziative nelle rinnovabili e nel risparmio energetico (e qui aiuterebbero normative sulle nuove abitazioni).
PS: aspetto al varco il primo sapientone che nei commenti dira’ “va incentivato di piu’ il solare e l’eolico”. A costui chiedo di non lamentarsi se le industrie pesanti Italiane stanno chiudendo una dopo l’altra. A costui chiedo di pagare una quota della bolletta di energia elettrica che ricevo, perche’ personalmente non ho alcuna voglia di finanziare l’irrazionalita’.
FONTE http://www.rischiocalcolato.it/2012/12/verso-la-bancarotta-litalia-ha-lenergia-elettrica-piu-cara-del-mondo-vediamo-il-perche-di-questo-scandalo.html
Due conti:
Quasi 500 euro all'anno, per la precisione 496.
A tanto ammonta la spesa media delle famiglie italiane per l'energia elettrica, con un 59,5% (pari a 294 euro), legato ai costi di approvvigionamento dell’energia e alla commercializzazione al dettaglio.
Il 14% della bolletta (69 euro) dipende invece dai servizi tariffati a rete (trasmissione, distribuzione e misura), il 13,5% (67 euro) è rappresentato da imposte e accise, mentre un altro 13%, pari a 64 euro, dipende dagli oneri generali di sistema, fissati per legge.
La media europea è di circa 17 centesimi di euro al kWh, comprese le imposte, mentre il prezzo in Italia è di oltre 20 centesimi al kWh.
Nel settore dell'industria, il prezzo dell'elettricità italiana supera i 22 centesimi al kWh, di gran lunga superiore alla media europea, che è poco sopra i 15 centesimi.
22.000.000 | numero di famiglie in Italia. (Fonte: www.istat.it) |
22.000.000 Famiglie x 500 Euro =
11.000.000.000 Euro x 30% costo in più dell'energia in Italia
compresi oneri di sistema
3.300.000.000 di euro
in più rispetto la media europea solo per i nuclei famigliari.....
pensate ora all'energia elettrica nel settore industriale, attività
commerciali, etc ....
Le più penalizzate sono
le imprese: le condizioni economiche alle quali artigiani,
commercianti, ristoratori, albergatori e partite Iva in genere,
acquistano l’energia elettrica contribuiscono a determinare un
deficit che grava sulla capacità delle nostre micro, piccole e medie
imprese di competere sui mercati globali.
Secondo gli ultimi dati disponibili riferiti agli usi
commerciali, artigianali e industriali l’Italia è il Paese con il
costo della fornitura più elevato fino ai 2 mila MWh1/anno
di consumo, un volume di consumo annuo equivalente a quello di circa
1000 famiglie, all’interno del quale si collocano il 99% delle
micro, piccole e medie imprese che operano sul territorio nazionale.
Al lordo delle imposte le nostre imprese sostengono un costo mediamente più elevato nella misura dell’85%, del 30% e dell’8% in confronto rispettivamente a quelle francesi, spagnole e tedesche.
Vediamo ora le imposte: i prelievi “parafiscali” valgono tre Imu.
Non suscita lo stesso dibattito politico sull’Imu, ma il caro bollette energia, luce e gas, a guardare bene pesa in media di più sulle famiglie.
Il totale gli oneri “parafiscali”, cioè la ricaduta sul consumatore degli incentivi all’energia verde, gli sgravi elettrici per far pagare un po’ meno le imprese, ala fine rappresentano un prelievo che vale tre volte l’Imu sulla prima casa, 13 miliardi.
L’ultimo provvedimento in questo senso vale un aumento stimabile tra l’1,5 e il 2%.
E’ quanto vale il taglio di oneri fissato dall’ex ministro Passera di 600 milioni alle imprese energivore trasferito sui consumatori.
Se lo sgravio elettrico per le imprese è
un fatto meritorio durante questa fase di sofferenza e crisi, meno
accettabile è che tutto questo venga accollato al cittadino/utente.
Il
Corriere della Sera del 3 maggio ospita il pensiero sul tema del
presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas Guido Bortoni: “Il peso degli oneri di sistema sulle bollette dei clienti finali è diventato quasi insostenibile”.
Questo prelievo “parafiscale”, il 20% della bolletta, ha superato
ormai, ed è un paradosso, anche la componente fiscale propriamente detta.
Obiettivo dell’Autorità è la riduzione
degli oneri in bolletta, il problema è come farlo.
Serve maggior
selettività e per questo bisogna guardare a chi, materialmente riceve
gli sgravi o gli incentivi ed evitare profitti ingiustificati (perché
“drogati” dal sostegno pubblico).
Il Corriere della Sera cita il caso
degli incentivi al fotovoltaico che nel 2012 sono passati da 3,9 a 5,9
miliardi.
In gioco c’è la credibilità delle istituzioni che hanno
scommesso sull’energia verde, le pretese della lobby termo-elettrica che
si sente penalizzata e soprattutto la tutela dei consumatori, alla fine
uniche vittime dei rincari.
In conclusione, le bollette dell’energia elettrica frenano le competitività delle imprese italiane.
Ridistribuire l’incidenza della tassazione sui consumi e favorire il pieno sviluppo del mercato libero sono le ricette per alleggerire i costi di produzione e far ripartire il motore dell’economia italiana.
Di questo se ne parla troppo poco distratti dal peso dell'IMU e dalla tassazione sulle imprese, ma se aggiungiamo a queste il costo dell'energia la situazione non può che diventare esplosiva.
http://renzoslabar.blogspot.it/2013/05/blog-post.html
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