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La demolizione selettiva per la tutela dell’ambiente

Ogni anno in Italia viene prodotta una quantità di rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) addirittura doppia rispetto a quella già ingente dei rifiuti solidi urbani. Gran parte dei rifiuti da C&D vengono conferiti direttamente in discarica, senza tenere conto della possibilità di un loro riutilizzo o riciclaggio. L’opportunità di sfruttare una risorsa potenzialmente preziosa come questa non sfugge invece ad altri paesi europei, quali l’Olanda, l’Inghilterra o la Germania, dove la pratica della demolizione selettiva è diffusa e sta dando ottimi risultati.



Il riciclaggio dei materiali da C&D ha sull’ambiente una ricaduta decisamente positiva, poiché:
- riduce la quantità di rifiuti da avviare a discarica;
- aumenta la qualità dei rifiuti valorizzabili;
- porta al risparmio delle risorse e delle materie prime (i materiali recuperati si sostituiscono ad ulteriori sfruttamenti delle materie prime);
- rappresenta un risparmio energetico (i materiali recuperati si sostituiscono a nuove produzioni);
- i materiali riutilizzabili sono ecocompatibili, poiché si integrando al meglio con il territorio che li ha prodotti e con la sua tradizione culturale;
- riduce la dispersione delle polveri nell’ambiente;
- contribuisce all’abbassamento del livello d’inquinamento sonoro.

La demolizione selettiva nelle direttive europee

In riferimento alle recenti direttive europee in materia ambientale, anche in Italia sta crescendo sensibilmente l’attenzione per la demolizione selettiva.
Un numero sempre maggiore di province, comuni, ordini professionali ed aziende private, riconoscendo alla pratica della demolizione selettiva un valore importante, per motivi ambientali ed energetici, hanno stipulato accordi programmatici che mirano al recupero dei residui da costruzione e demolizione, incoraggiando e incentivando tale pratica.

MATERIALI EDILI DI RECUPERO, qualità durabile.

La qualità è una delle principali caratteristiche della produzione di materiali edili del passato, pensati e realizzati per durare.

L’accurata scelta delle materie prime e la loro sapiente trasformazione in prodotti finiti sono il segreto che ha reso possibile ai maestri artigiani del passato dare vita a prodotti e materiali in grado di sfidare l’usura del tempo.
Quando il continuo utilizzo, a volte per centinaia d’anni, non è stato in grado di intaccarne le caratteristiche, vi sono ragionevoli possibilità di credere che la loro “vita”, possa continuare ancora altrettanto a lungo e in ottima salute.
Inoltre i materiali per l'edilizia naturali e di provenienza locale hanno un impatto ambientale inferiore rispetto a quelli convenzionali.

A confermarlo è una ricerca del Centro de investigación de recursos y consumos energéticos (CIRCE) dell’Università di Saragozza (Spagna), effettuata nell'ambito del progetto LoReLCA, che coordina i tentativi di applicare le valutazioni del ciclo di vita (LCA) al settore edile europeo.

Nel caso specifico di questa ricerca condotta dall'ateneo spagnolo, i parametri indagati per i materiali sono tre: richiesta di energia primaria, impatto sul riscaldamento globale e richiesta di acqua.

I risultati confermano che i prodotti contenenti materiali naturali e locali hanno nel complesso un impatto ambientale minore: per esempio i mattoni contenenti argille locali e paglia sono più sostenibili di quelli tradizionali.

In modo analogo, materiali isolanti naturali come sughero, lana e fibra di legno presentano emissioni di molto inferiori rispetto alla schiuma di polierutano.
Secondo l'analisi condotta, inoltre, si può ridurre l'impatto delle componenti per l'edilizia attraverso una buona progettazione, dal momento che disassemblare un edificio, recuperando materiale come l'acciaio e il vetro, presenta un impatto inferiore rispetto alla demolizione.


Manuale per la gestione dei rifi uti da costruzione e demolizione in Provincia di Bologna in applicazione dell’Accordo di Programma

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